mercoledì 31 dicembre 2014

L'effetto Grecia che non c'è



Leggendo qua e la, più o meno autorevoli commenti su quanto sta accadendo in Grecia, trovo conferma alle mie sensazioni sulla nuova crisi che si profila all'orizzonte: è una crisi solo mediatica, non finanziaria. Almeno per il momento alla speculazione non interessa cosa succede in Grecia, se non per quanto riguarda direttamente bond e titoli azionari greci. In effetti fuori ed attorno alla Grecia tutto è relativamente tranquillo, e nessuno crede che una vittoria di Syriza possa far venir meno l'euro.

Già dieci giorni fa osservavo come la crisi greca fosse per il resto d'Europa quasi una festa, come se le paure della scomparsa dell'euro fossero inesistenti:

"L'euro si svaluta contro il dollaro, le borse corrono, il petrolio scende, lo spread si annulla, i tassi d'interessi del nostro debito precipitano.

Speriamo che la crisi greca continui. Forse avremo finalmente la parità euro/dollaro che per noi italiani può significare un ulteriore aumento dell'export e finalmente un po' di crescita.
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Inoltre con il petrolio basso ci costerà meno trasportare e produrre le nostre manifatture. Potrebbe veramente verificarsi quanto pubblicato dal centro studi confindustriale:

"Il Pil italiano calerà dello 0,5% a fine anno, per poi crescere dello 0,5% nel 2015 e dell’1,1% nel 2016."

(Il meraviglioso mondo del default greco)

In questi giorni solo le borse hanno smesso di correre, ma a fine d'anno ci sta anche una presa di profitto.
Se da un lato la crisi greca non contagia lo spread degli altri Piigs, che addirittura certi giorni cala, dall'altro provoca una salutare svalutazione dell'euro sul dollaro. Quindi per noi la situazione è incredibilmente positiva.

Evidentemente non solo i mercati non credono che l'euro sarà messo a dura prova dalle rivendicazioni sul debito di Tsipars, ma sperano che un accentuarsi dei problemi europei faciliti quel tanto atteso Quantitative easing della Bce. Per questo i nostri Btp fanno record al ribasso e lo spread rimane stabile.

"Effetto Grecia non pervenuto all’ultima asta di titoli di Stato del 2014. Il Tesoro non ha avuto problemi a collocare circa 7,3 miliardi di nuovi titoli a scadenza medio lunga
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il rendimento medio a cui sono stati piazzati i 2,846 miliardi di euro di nuovi BTp decennali: 1,89 per cento. Mai infatti il costo di rifinanziamento del debito italiano sul mercato primario è stato tanto basso sulla scadenza strategica dei 10 anni."
(www.ilsole24ore.com)

Cosa sperare di meglio? Evidentemente i titoli di Stato dei periferici europei, esclusa Grecia, sono in piena bolla da attesa di Qe. Se poi scattasse il Qe di acquisto di titoli da parte della Bce, ci sarebbe una corsa anche all'acquisto della carta straccia greca.

Inoltre, la mia sensazione è che, politicamente Tsipras sarà poco incisivo. Se il suo programma è lo stesso sbiadito programma della Lista Tsipras italiana, credo che non andrà molto lontano. Il suo no all'austerità e si all'euro non ha senso, è contradditorio. L'austerità esiste perché c'è la moneta unica, e i paesi del nord non vogliono socializzare i debiti per cui impongono un taglio ai deficit e di tirar cinghia. Se finisce l'austerità la Germania non ci sta più a far parte della moneta unica, e sobbarcarsi una parte del debito/deficit del sud Europa.

Quindi prevedo che in caso di vittoria di Syriza, Tsipras tenterà di alzare la voce: "non vogliamo più pagare il debito"; L'Europa risponderà: "dentro l'euro non si può, se volete fare default, cioè non pagare il debito, uscite dalla moneta unica"; Allora Tsipras dovrà fare i conti con il terrore negli occhi dei suoi conterranei spaventati di veder saltare banche. lavoro e conti dello Stato e dirà: "Non fa niente, avevamo scherzato...". E scendrà a compromessi come prevedibile avvenga.

I greci sono in trappola più degli altri europei. Perché la Grecia è una nazione molto piccola e ora molto impoverita. Uscire dall'euro costerebbe molto ai greci, per questo lì considerano una follia tale eventualità.  Se il valore della moneta di un paese è rapportata alla suo peso economico, per la Grecia la svalutazione della nuova dracma potrebbe essere spaventosa. Roba da far fallire e nazionalizzare tutte le banche. O da provocare inflazione a due cifre da stato di guerra.

E purtroppo anche per noi italiani l'eventuale uscita dall'euro sta diventando sempre più costosa e difficile. La forza economica del paese si deteriora velocemente di anno in anno. Fra poco ci troveremo anche noi intrappolati definitavamente nell'euro, a meno che questo sia destinato comunque a scomparire per sopravvenuto default di gran parte della zona euro, malgrado l'austerità. E credo che questo sarà l'epilogo più probabile della moneta unica.

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