mercoledì 10 dicembre 2014

Minacce sbilenche di Juncker



"Se l'Italia e la Francia non dovessero procedere con le riforme annunciate si arriverebbe «a un inasprimento della procedura sul deficit». E «se alle parole non seguiranno i fatti, per questi Paesi non sarà piacevole».
Il presidente della commissione Ue, Jean-Claude Juncker, è tornato ad ammonire Roma e Parigi in un'intervista"

(www.lettera43.it)

Dice Juncker, probabilmente dopo un buon bicchiere di brandy, che in Italia produciamo troppo debito. Se non facciamo le riforme, che poi spiega come "tagli alla spesa pubblica", ci saranno conseguenze spiacevoli. E qui non si capisce qual'è la minaccia: conseguenze da parte dell'Ue o conseguenze di tipo economico?

Diciamo che dalle parti di Bruxelles ci sono idee confuse (forse anche a causa delle abitudini alcoliche di Juncker).
Se i governi francese e italiano praticano i tagli che l'Europa si aspetta ci saranno grandi sorrisi e pacche sulle spalle dai poco sobri commissari europei. Peccato che il Pil si schianterebbe ancora di più, che il debito non calerebbe, anzi aumenterebbe a causa della diminuzione delle entrate interne. Sull'export come si è visto in questi tre anni non ci può fare troppo affidamento. E' la domanda interna che conta, e tagli di spesa pubblica tagliano anche la domanda interna.

Se i governi francese e italiano non faranno le "riforme" (ma perché continuano ad abusare di questa parola dandogli un significato diverso?) il debito naturalmente non calerà. Naturalmente il Pil non mostrerà grandi cambiamenti e grandi propensioni alla crescita. Praticamente se l'Italia seguirà o non seguirà i dettati dell'Europa (e della Germania) il suo destino sarà lo stesso. Quindi che incentivo avrebbero i governi di Italia e Francia a praticare queste benedette "riforme"? Se fossi in Renzi chiedere a Juncker di mettere nero su bianco i grandi vantaggi derivanti dalle "riforme" che ci chiede. Con la condizione però che se i benefici non arrivano sarà l'Unine Europea a rimediare con una bella compensazione al bilancio italiano...

Per fortuna Juncker ci indica la strada giusta e ci mostra la luce in fondo al tunnel:

"«Non vogliamo accendere alcun fuoco di paglia, che dopo due o tre anni si estingua», ha detto Juncker riferendosi ai 315 miliardi di euro di investimenti stanziati.
«Possiamo agire sull'economia solo con i soldi che abbiamo a disposizione, senza fare nuovi debiti e senza aumentarne il volume».
Il piano «contribuisce»' a ridurre la distanza tra l'Ue e i cittadini e toglie spazio ai populisti, ha aggiunto il presidente della Commissione Ue. «Qui si tratta di crescita e posti di lavoro, una risposta forte agli euroscettici»."

(www.lettera43.it)

Va bene, noi italiani siamo nel bel mezzo della tempesta Mafia Capitale, che ormai non riesce nemmeno più ad indignarci, per mancanza di forze. Quindi siamo un po' stravolti dalla situazione delinquenzial-politica italiana.
Però Juncker non può nemmeno farci credere di essere piombati di colpo nel mondo di Harry Potter. Lui non farà crescere di sicuro il debito pubblico, ma dovrebbe dotarsi di una leva del calibro di quella di Archimede (datemi una leva e vi solleverò il mondo...) per pensare di trasformare 21 miliardi (quasi certi) in 315 miliardi certi solo nella sua fervida fantasia alcolica...


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