martedì 5 marzo 2013

Anche il Telegraph è Sfascita



Come avevo scritto nel post "Nota polita di un elettore Sfascio-grillino", l'obiettivo principale del mio voto è stato raggiunto. Ora per l'Europa dell'austerità sono "membri per diabetici".

"Prendiamo le due opzioni in campo. (1) L'Italia rimane nell'euro, ma la sua situazione finanziaria richiede aggiustamenti (quelle in gergo dette “riforme”...); (2) L'Italia esce dall'euro per propria decisione o più probabilmente per decisione europea.

Nell'opzione (1) la realtà è che la nostra situazione finanziaria ricadrà interamente, almeno per un anno fino al nuovo voto, sulle spalle della Bce (e quindi anche della Germania), in quanto qualsiasi sarà il governo italiano, difficilmente potrà firmare gli impegni gravosi di un memorandum. Ma con ogni probabilità non si potranno nemmeno fare nuove manovre di aggiustamento. Quindi o ci acquistano tramite Bce i Btp, oppure gli interessi continueranno a salire a livelli orbitali rendendo ancora più incerta la sostenibilità della finanza statale. In pratica si ripeterebbe la situazione del 1992, che ci obbligò ad uscire dallo Sme. Il risultato potrebbe essere sia finanziariamente che politicamente molto pesante in Italia e fuori. Pertanto sarebbe preferibile continuare a far acquistare alla Bce i nostri Btp (a gratis per noi!).

Nella più drastica opzione (2), la situazione è ancora più tragicomica, in quanto sarebbe una dichiarazione palese del fallimento dell'eurozona e della moneta unica.
...
Perchè è evidente che se l'Italia lasciasse la zona euro, entro breve verrebbe seguita da tutti i paesi che si ritrovano in posizioni simili se non peggiori. Un fallimento epocale."


Il Telegraph mi da ragione. Viva Grillo, viva il M5s. Ha già ottenuto un grande risultato senza fare nulla.

The Telegraph - Secondo il ministro degli Esteri lussemburghese Jean Asselborn, il terremoto elettorale in Italia è “una catastrofe per l’euro e l’Unione europea”.

Il verdetto è stato più o meno lo stesso in tutte le cancellerie dell’eurozona, soprattutto in quei paesi che già stanno cominciando a sentire la prima ondata del contagio.

“Il risultato ci riguarda tutti”, ha detto il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Garcia-Margallo. “E’ un salto nel buio che non fa ben sperare per nessuno, né per l’Italia né per il resto d’Europa.”

Quasi il 57% dei voti degli italiani è andato ai partiti che hanno promesso di strappare il copione di austerità della UE. Insieme controllano la maggioranza dei seggi del Senato.

Il movimento Cinque Stelle del comico Beppe Grillo, che ha ottenuto il 25% dei voti, ha chiesto un referendum sull’euro e ha fatto del ritorno alla lira uno dei punti della sua campagna, mentre l’ex-premier Silvio Berlusconi ha minacciato di ritirare l’Italia dall’unione monetaria, a meno che l’Unione europea non passi a una strategia di reflazione.

Anche se il leader del centrosinistra, Pier Luigi Bersani, può mettere insieme una “grande coalizione” con Berlusconi, non può tornare indietro al regime di austerità imposto dal governo tecnocratico di Mario Monti su ordine dell’Unione europea nel corso degli ultimi 15 mesi

“Un accordo con Monti è impossibile”, ha detto Berlusconi martedì. “Le sue politiche di austerità hanno messo il paese in una pericolosa spirale recessiva, con il debito e la disoccupazione in aumento, e la chiusura di migliaia di imprese ogni giorno.”

La grande paura è che, se a Roma non c’è una coalizione di governo disposta o in grado di rispettare le difficili condizioni imposte dall’Unione europea per ordine di Berlino, la Banca Centrale Europea (BCE) si troverà nell’impossibilità di sostenere il mercato dei titoli pubblici italiani con le sue operazioni OMT. La strategia europea dei salvataggi potrebbe iniziare a sgretolarsi.
Andrew Roberts, chief credit a RBS, ha dichiarato:

“Quel che è successo in queste elezioni è paragonabile a un terremoto. I salvataggi della BCE dipendono dal fatto che i paesi rispettino le condizioni loro imposte. Questo regime ora è stato fatto a pezzi dalla politica interna dell’Italia.

Il rischio più grande è che i mercati inizino a dubitare della credibilità della promessa della BCE.”

Si tratta di una visione ampiamente condivisa. Luigi Speranza, di BNP Paribas, ha dichiarato: “Temiamo che i mercati potrebbero perdere la fiducia nell’efficacia delle operazioni OMT.”

L’acquisto delle obbligazioni in base alle OMT può iniziare solo dopo che i paesi in difficoltà hanno fatto una richiesta di aiuti da parte del fondo di salvataggio dell’UE, a condizioni rigorose. E questo richiede poi un voto del Bundestag

Quando il piano è stato inaugurato nel mese di agosto, il membro tedesco del consiglio della BCE, Jorg Asmussen, lo ha appoggiato, segnalando la cruciale acquiescenza della cancelliera Angela Merkel. La preoccupazione è che la Germania, se provocata, potrebbe ritirare il suo assenso.

Mr Roberts ha dichiarato: “La grande incognita è quanto la Germania andrà a cedere nei prossimi sei mesi. I leader tedeschi vogliono mantenere l’apparenza che la crisi dell’eurozona sia stata risolta, almeno fino alle loro elezioni nel mese di settembre.”

In un certo senso, l’Italia è in una posizione contrattuale debole. Quest’anno deve raccogliere € 420 miliardi, il che la rende molto sensibile all’ondata di aumento degli oneri finanziari. Martedì il rendimento delle obbligazioni a 10 anni è salito di 34 punti base, spingendo lo spread con i Bund tedeschi a 330 punti, con i traders che tengono d’occhio i 400 punti, livello in cui lo stress inizia sul serio. A Milano i titoli bancari italiani sono crollati, con Intesa Sanpaolo a -8.4% su timori di perdite sui titoli sovrani.

Eppure l’Italia è grande abbastanza da far crollare l’eurozona, se gestita male. E’ anche il paese del Club Med con fondamentali abbastanza forti da poter uscire dall’UEM e svalutare, se arriva alla conclusione che sarebbe il modo meno doloroso per ripristinare il 35% di competitività persa contro la Germania dopo il lancio dell’euro.

Ha un basso debito privato e € 9 miliardi di ricchezza privata. Il suo livello di indebitamento totale è al 265% del PIL, inferiore a quello di Francia, Olanda, Regno Unito, Stati Uniti o Giappone.

Il suo saldo primario è vicino al pareggio, e così è la sua posizione patrimoniale sull’estero, a differenza di Spagna e Portogallo. In teoria potrebbe ritornare alla lira senza dover affrontare una crisi di finanziamento, e questo potrebbe essere l’unico modo di evitare una crisi se la BCE ritirasse il suo sostegno. Qualsiasi tentativo di costringere l’Italia a insistere nelle politiche di austerità rischia di essere disastrosamente controproducente per i creditori UEM.

La questione è se le elezioni politiche porteranno a un ripensamento radicale a Bruxelles e a Berlino. Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, ha detto che il voto ha dimostrato il fallimento intellettuale delle attuali politiche dell’UE. “La gente può fare sacrifici, ma non a qualunque costo”, ha detto

I difensori delle politiche di Monti dicono a posteriori che la stretta fiscale del 3% del PIL dell’anno scorso, quando l’Italia era già in depressione – e non aveva un problema di deficit – è stato un errore, come anche aver trascurato il compito importante di accompagnare le riforme con un sostegno pubblico.

I critici sono più severi. Il Nobel per l’economia Paul Krugman ha detto che le politiche imposte dalla UE all’Italia e agli altri paesi sono state “un fallimento disastroso”. Se non vi sarà un cambiamento di strategia, queste elezioni saranno “solo l’assaggio di una futura pericolosa radicalizzazione”.

(www.investireoggi.it)

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