martedì 19 marzo 2013

Governo qualunque o governo "cipriota"?


Il qualunquismo di Giannini non è vero che è il padre politico di Grillo e del suo movimento. Se mai il qualunquismo ha contagiato Bersani ed il Pd, disposti a comportamenti arroganti, completamente fuori contesto, vista la vittoria di Pirro conseguita, pur di mettere le mani sulle istituzioni. Per questo sono pronti a un governo qualunque. Non importa che sia funzionante, l'importante che abbia il bollino di centro sinistra. Un governo come una banana ciquita, ma che non servirà a nulla, se non a portaci alle prossime elezioni.

Intanto la Germania continua a ripetere la tiritera della politica di austerità e tagli, questa volta per bocca del Presidente della Bundesbank:

"La Bundesbank mette in guardia l’Italia contro una battuta d’arresto del processo di riforme o un’ipotetico ripensamento sull’euro, avvertendo che in questo caso il paese non si potrebbe poi aspettare «un’intervento della Banca Centrale». Lo sottolinea il presidente Jens Weidmann in un’intervista al settimanale Focus.

«Quando i principali attori politici in Italia discutono» di una possibile «inversione sulla strada delle riforme o anche dell’uscita dalla zona euro e, di conseguenza, i tassi aumentano», non possono poi pensare «che questa sia o possa essere una ragione di intervento della banca centrale’, sottolinea Weidmann. «I cittadini ed il governo devono decidere la direzione politica nazionale e assumersi le conseguenze», ha aggiunto il presidente della Bundesbank secondo alcune anticipazioni dell’intervista diffuse dal settimanale."
(www.lastampa.it)

Avanti tutta verso il suicidio economico. Per difendere la loro linea austerica non esitano di fronte a nulla, come non hanno esitato di fronte alla rapina nelle banche cipriote.

Per fortuna nostra in Italia abbiamo Bersani e la sua totale incapacità di percepire la realtà. O forse la psicologica necessità di negarla. In ogni caso il suo obiettivo assurdo di un governo qualsiasi ci porterà ad averne uno che scontenterà molto Weidmann e gli altri allegri pazzi alla corte della Merkel. Se la crisi cipriota si riassorbe, ci ritroveremo con un governo italiano molto inconsistente.

In campo ci sono diverse opzioni, di cui nessuna efficace. La prima, quella del governo Pd e M5s la accantonerei subito. Dopo l'anatema di Grillo per la decina dei pentastellati che ha votato Grasso, i suoi deputati e senatori avranno il terrore di pigiare quel pulsante sul loro banco. Figuriamoci appoggiare un governo col Pd.

Interessanti le altre opzioni. Per esempio un governo Pd-Monti-Lega. Un mostro Cerbero a tre teste che non combinerebbe un bel niente se non un veto reciproco su tutto. Il Pd sulla macro regione, la Lega sull'austerità, Monti su qualsiasi concessione che scontenti la Merkel.

L'ultimo proposto è il governo con l'appoggio a distanza del Pdl in cambio della Presidenza della Repubblica al centro destra. Anche in questo caso, per il Pd si avrebbe un blocco completo dell'operatività del proprio governo sempre appeso ai veti di Pdl e grillini.

Non tralascerei nemmeno l'ipotesi del governo Monti strascinato per mesi, nella completa paralisi istituzionale. Non è ancora detto che Napolitano decida di assegnare l'incarico esplorativo a Bersani. Potrebbe fare consultazioni lunghe, come auspica il prof. Becchi, e poi lasciare il quirinale e la patata bollente al prossimo Presidente.

Comunque vada sarà un insuccesso. Ma comunque vada, sarà un periodo di tranquillità per i cittadini italiani, visto che non avranno nessun governo a vessarli con ulteriori imposte per almeno sei mesi. E per sei mesi almeno la Germania dovrà rosicare amaro. Non sarà possibile imporre nulla all'Italia con un Parlamento così ingovernabile.

E dalle prossime elezioni potrebbe venir fuori un quadro ancora più confuso, o che conferma l'attuale. Quindi per l'Italia si prospetta un futuro incerto politicamente, ma certo economicamente: o l'Europa, cioè la Bce, interviene per salvarci senza nulla in cambio, o usciamo dall'euro per impossibilità di rimanervi.

E dopo la nostra uscita, sarà la volta di molti altri. Anche i francesi, come noi soffrono la soffocante cappa di negazionismo sull'euro della stampa main stream. Ma anche oltralpe cominciano a chiedersi chi gliel'ha fatto fare, e soprattutto perché si continui a perseverare nell'errore:

"... il governo si appresta a utilizzare il procedimento del decreto-legge per accelerare le sue "riforme".
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La crisi si aggrava

Le ultime notizie non sono buone, a dir poco, in campo economico. L'annuncio della distruzione di quasi 100.000 posti di lavoro nel 2012, di cui più di 44.000 nell'ultimo trimestre ( qui ), conferma quello che già sapevamo : la crisi si approfondisce.
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Questo calo della produzione industriale porta con sé il crollo dei servizi. Quando soffre l'industria, soffre l'intera economia. Inoltre, oramai siamo soggetti alla concorrenza di paesi che hanno fatto una forte svalutazione interna, come la Spagna. La bilancia commerciale nei confronti di questo paese è diventata negativa.
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ben presto dovrà porsi il problema di un forte calo dei ... salari. Se sarà così, si sa in anticipo quale destino ci attende.La disoccupazione, già alta nel nostro paese, aumenterà ancora. In effetti, qui si può ben vedere che il problema centrale è l'euro: organizza, mettendoli insieme nella condizione di una parità di cambio immutabile, dei paesi le cui condizioni strutturali sono molto diverse, in una battaglia spietata in cui i lavoratori sono le prime vittime. L'euro è un'arena in cui sono sacrificati centinaia di migliaia o addirittura milioni di posti di lavoro: i lavoratori condannati alla disoccupazione dalla moneta unica possono dire "ave euro morituri te salutant".
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Queste politiche di svalutazione interna, eufemisticamente chiamate politiche di austerità, provocano effetti contrari a quelli desiderati.
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Va ricordato che uno degli argomenti avanzati nel 2011 per costringere Berlusconi a dimettersi era che una crisi italiana avrebbe potuto portare ad una crisi dell'euro, con effetti ancor peggiori rispetto a quelli della crisi Lehman Brothers nel 2008. Si può constatare, dalle statistiche ufficiali, che gli effetti della politica di Mario Monti, l'esecutore fallimentare designato dall'Europa, sono stati di gran lunga peggiori delle conseguenze della crisi del 2008/2009.
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Perché, allora, in questo contesto drammatico, François Hollande ha deciso di procedere per decreti-legge? Non c'è urgenza nella questione delle pensioni. Ricordiamo, d'altronde, che su questo punto la vera variabile critica è il tasso di disoccupazione. (Se la disoccupazione è alta, i contributi non bastano a finanziare le pensioni, ndt). Siamo dunque di fronte a una politica che si è rassegnata, senza dirlo, ad un aumento significativo della disoccupazione. Queste misure porteranno a un ulteriore deterioramento della situazione economica e, in particolare, dei consumi, causando un ulteriore aumento della disoccupazione.

Ma siamo anche di fronte, e forse soprattutto, a una reazione di panico per le critiche dei tedeschi (qui ) sulla politica francese. Il governo dimostra così di prendere gli ordini da Berlino."

(vocidallestero.blogspot.it)

Benvenuti nel continente della disperazione cari cugini d'oltralpe. Avevo sperato in un ravvedimento, ma soprattutto in una resistenza di Hollande verso le richieste tedesche. Ma evidentemente è avvenuto l'opposto. Come in Spagna, un governo democraticamente eletto, si è piegato ai diktat tedeschi. Perlomeno in Italia abbiamo avuto la scusa della sospensione democratica di Monti.
La verità è questa: il primo fra Italia, Spagna, Grecia ed ora anche Francia che cederà, si trascinerà fuori dall'euro anche gli altri. Lasciando la Germania per ultima con il cerino acceso in mano. Si scotteranno però tutti.

Ieri Cipro ha dato un assaggio all'Europa di quel che può accadere continuando sulla strada "punitiva" nazione per nazione. Qualcuno in Germania sta già penando di usare lo stesso metodo con noi italiani: che ci vuole... basta una bella patrimoniale del 15% sui conti correnti et voilà! Tutto risolto. Poi Grillo non sarà nemmeno più necessario votarlo. Sarà portato in trionfo in parata da Genova a Roma e proclamato Re...

Ma è molto probabile che la ricreazione bersaniana sia quasi finita. Se la crisi cipriota non si riassorbe ma diviene il preludio ad un crollo delle borse mondiali, Napolitano o chi per esso, porrà fine all'inseguimento grillino ed al "mai con Berlusconi!" del Pd, il prossimo governo sarà di emergenza e nominato direttamente da Cipro.

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