sabato 23 marzo 2013

L'Europa persa in un labirinto


Si sono sbagliati gli inventori della metafora dell'uscita dal tunnel. Non è un tunnel, è un labirinto senza uscite. Basta vedere a quel che accade a Cipro e in Italia.

A Cipro ministri che rimbalzano tra Nicosia e Mosca senza concludere nulla. Parlamento in seduta quasi permanente che boccia e poi riabilita il piano europeo. Banche chiuse ma con bancomat funzionanti presi d'assalto per paura del fallimento delle medesime.

Mosca non ne ha approfittato. Il Mediterraneo non è più strategico per la Russia, o probabilmente preferisce non rovinare i propri rapporti con la Ue e la Germania per salvare una nazione della consistenza della Regione Umbria.

E così dopo il viaggio del ministro cipriota Sarris in Russia, Cipro ritorna sul progetto di "haicut" dei conti correnti.

"Riferendosi ai suoi contatti a Mosca, Sarris ha detto che ha lavorato intensamente, con gruppi di lavoro che cercano di individuare i modi in cui gli interessi russi - imprese pubbliche o imprese private - avrebbero potuto partecipare ad attività economiche a Cipro compresa l'area del gas naturale, "abbiamo preso in considerazione anche il settore bancario", ha detto, aggiungendo che il tempo non era sufficiente per coloro che erano alla ricerca di possibili intese. 

"C'è stato interesse, c'erano molte domande, il ministro del commercio, dell'energia e del turismo erano lì per fare una presentazione e rispondere alle domande, tutta la squadra è stata messa a disposizione", ha aggiunto. Sarris ha osservato che i russi erano molto interessati ad offrire aiuto in nell'ambito di un accordo con la troika. Ha aggiunto che il risultato più tangibile dei suoi contatti a Mosca è che non c'è la volontà di modificare i termini del prestito russo a Cipro per un importo di 2,5 miliardi di euro. 

"Ecco perché nelle prossime ore tutti noi, persone, parlamento, il governo, le persone direttamente interessate, devono essere all'altezza della situazione e fare tutto il necessario per trovare le risorse necessarie per concludere un accordo ", ha sottolineato. Ha aggiunto che lo stato non dimenticare i sacrifici delle sue popolazioni. Alla domanda se ci sarà un haircut su depositi bancari ciprioti, ha detto: "Penso che è chiaramente sul tavolo, che è qualcosa che deve essere discusso per renderlo il più accettabile possibile""

Per cui alla fine Cipro cade nella rete europea, sotto il ricatto della Bce di ritirare le garanzie sulle sue banche in difficoltà. Così nasce nella notte questo mostro di legge finanziaria:

"NICOSIA - Cipro è in attesa delle decisioni da Bruxelles sulla proposta di imporre un haircut su depositi oltre 100.000 € delle più grandi banche dell'isola come parte degli sforzi per garantire l'approvazione di un pacchetto di salvataggio che eviterebbe la bancarotta. La Camera dei Rappresentanti è in attesa di prendere in considerazione un progetto di legge per imporre un 22% - 25% di taglio dei c/ci sui depositi bancari non assicurati (oltre 100.000€).
...
Il Presidente Anastasiades ha riportato alla radio di stato di essere in attesa della Troika per chiarire se la proposta è accettabile. Se essa assicura il via libera, il disegno di legge passerà alla Camera per un voto e, se approvata, il presidente e la leadership politica si recheranno a Bruxelles per finalizzare il pacchetto, ha aggiunto alla emittente CyBC. 

L'Eurogruppo dovrebbe tenere una riunione straordinaria per discutere il piano di salvataggio di Cipro per domani. Un vertice UE-Giappone è stato differito e alti funzionari dell'UE rimangono a Bruxelles per affrontare la crisi di Cipro.
Resta inteso che l'haircut proposto dovrà passare da un introito di € 3 mld a € 5.8 mld, quanto richiesto dalla Troika a Cipro, prima di poter approvare un euro salvataggio di 10 mld per salvare l'economia. 

Questo Venerdì in tarda sera la Camera dei Rappresentanti ha approvato un pacchetto di carte, tra cui la ristrutturazione del settore bancario, che permetterà alle autorità di creare una banca sana e una "badbank" presso la Banca Popolare di Cipro."

(www.incyprus.com.cy)

Il labirinto italiano si chiama nuovo governo. Un governo che in ogni caso sarà debole. Un governo qualunque, che deve nascere in un Parlamento indecifrabile. Il Capo dello Stato ha affidato l'incarico a Bersani un po' pilatescamente: la politica è cambiata troppo, il vecchio presidente non la comprende più.

E' come se avesse detto a Bersani: vedi tu cose riesci a combinare. Ed infatti il segretario Pd non è uscito dal colloquio disteso e felice dell'incarico, ma dubbioso e preoccupato. Tutto si gioca al Senato, e un governo non può prescindere dall'odiato Pdl di Berlusconi.

Ora sui giornali si parla di alchimie di gruppi parlamentari al Senato creati apposta per l'inciucio, come quello dell'Mpa di Lombardo, di transfughi più o meno spinti a tradire. quattro o cinque ex responsabili che Berlusconi rispingerebbe verso il Pd. Quattro o cinque pentastellati ribelli che si sentono traditi da Grillo. Il gruppo della Lega che andrebbe a dare la prima fiducia al governo Bersani con il beneplacito del Cavaliere. Tutte soluzioni pasticciate e posticce.

Perché come avevo già scritto, il problema della falena Bersani che gira affannosamente attorno al lampione del miraggio del governo, non è tanto non ottenere i voti per formarlo, ma riuscirci ottenendo i voti avvelenati del Pdl. E allora la falena andrebbe a scottarsi imprudentemente sul lampione del governo.

Sarebbe un governo del tutto inutile, messo li tanto per riempire quattro poltrone così come prevede la Costituzione. Ma un governo in balia degli umori grillini e dei veti del Pdl non produrrebbe quasi nulla. Berlusconi lo sa, ed è per questo che sarebbe disponibile ad offrire un appoggio ad un governo Pd. Un governo che non avendo la capacità di affrontare i problemi, sarebbe immediatamente al centro di tutti gli strali e tutte le invettive popolari. Mentre il Cavaliere di lato potrebbe preparare la riscossa per una nuova vittoria del centro destra.

Un labirinto, quello italiano che potrebbe impedirci di uscire dall'immobilismo per un bel pezzo. Dubito che si rivoti a giugno. Si potrebbe rivotare in autunno in concomitanza con le elezioni tedesche. Così avremo la prima campagna elettorale paneuropea, con scambi di battute ed accuse tra partiti italiani e tedeschi. Potrebbe essere tragicamente divertente. Oppure in mancanza di certezze di vittoria, i partiti politici potrebbero tenere in vita un governo claudicante e improduttivo anche per un anno. Quindi abbiamo di fronte a noi da sei mesi a un anno di navigazione a tentoni nella nebbia della crisi economica. Magari capita che ci sbattono fuori dall'euro che nemmeno ce ne rendiamo conto.

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