sabato 9 marzo 2013

Crisis uguale scelta

(Significati etimologici di crisi: nonostanterivista.wordpress.com)

La lunga crisi europea e l'epilogo italiano possono portarci nel giro di un biennio o triennio, già iniziato a fine 2011, a scelte e cambiamenti epocali nella struttura del nostro Stato.

L'orgoglio dei dirigenti Pd non consente loro altre strade che portino a un governo con l'M5s, o a spaccarsi le ossa in nuove elezioni, perché nel Pdl c'è l'ostacolo Berlusconi (lo scoprono oggi). Che nel frattempo è coinvolto in decine di processi. Processi spesso abbastanza forzati, come l'ultimo che gli ha comminato una condanna di un anno: come se il noto giornale di centro destra fosse stato l'unico a pubblicare intercettazioni telefoniche in questo anni.

L'uso da parte della magistratura di due pesi e due misure è abbastanza evidente. Da un lato il centro sinistra fa di tutto per distruggere giudiziariamente Berlusconi, dall'altra si rifiuta di considerarlo un interlocutore. Ma facendo così lo rafforza elettoralmente solleticando orgoglio ed odio degli elettori tifosi di centro destra.

Un corto circuito che potrebbe fare preferire al Cavaliere tornare in campagna elettorale, e poi giungere alle elezioni più rafforzato di quanto non sia ora. Il centro sinistra ha un'abilità particolare a scavarsi la fossa.

A cosa porterà questa incomunicabilità fra le forze politiche? Questi veti incrociati fra leader?
Un possibile epilogo è che gli estremisti del no al governissimo vengano isolati, e che quindi si trovi una maggioranza spaccando coalizioni e partiti. Addirittura potrebbe frazionarsi il Pd, fra chi è totalmente contrario e chi è possibilista anche perché non vuole nuove elezioni.

In ogni caso queste ultime elezioni per il Pd, più che per il Pdl, sono state un disastro. Il Pdl potrebbe tentare un riassetto, una nuova forma organizzativa anche perdendo Berlusconi. Qui il futuro è tutto da reinventare.

Nel Pd le hanno tentate tutte per rinnovarsi, ma sono giunti a un punto morto. Quando si arriva al dunque le vittorie sono sempre monche, i leader piddini hanno poca presa sull'elettorato che non fa parte dello zoccolo duro.

Se si torna a votare è abbastanza probabile che la coalizione di centro sinistra perderà. Perchè si porta addosso le stimmate del perdente. Soprattutto dopo le mosse suicide di Bersani in questi giorni, che invece di comportarsi da statista responsabile, pare più irresponsabile dei neo eletti grillini. Comunque per il capo del centro sinistra è molto difficile prendere una decisione.

Se si fa un governissimo, il Pd rischia al minimo di perdere molti voti, al peggio di scindersi.
Se riesce a governate con il M5s sarà perennemente sotto il ricatto del movimento. Ma tale eventualità è poco probabile.

In ogni caso, da qualsiasi parte la si guardi, non si vede una uscita agevole. Forse l'unica via d'uscita sono le dimissioni di Bersani e l'immediato cambio generazionale con Renzi e altri dirigenti giovani al comando.

Potrebbe essere l'unica mossa che consentirebbe di spiazzare i berlusconiani, e di ipotecare una possibile vittoria elettorale della futura riscossa del centro sinistra. Ma anche questa è un'operazione non priva di pericoli, perché potrebbe nascere una forza alla sinistra del Pd, più forte di Sel e Rivoluzione Civile che potrebbe attirare gli scontenti della svolta renziana. Sicuramente una svolta centrista, visto che pare esista un piano segreto Renzi-Monti.

Ma se tutte queste operazioni della vecchia politica, dovessero fallire ed elidersi a vicenda, come indica il noto proverbio, fra i due litiganti il terzo potrebbe godere.
Ed il terzo, il M5s non starà a guardare. Una vittoria dei grillini potrebbe veramente essere una rivoluzione italiana con pesanti riflessi in Europa. L'Italia in mano all'M5s verrebbe rivoltata come un calzino. Potrebbe essere la volta che vengono denunciate e corrette tutte le storture collusive, le alleanze a delinquere di questa finta Italia bipolare.

Nulla sarebbe più uguale a Prima. Burocrazia, amministrazioni, banche, industrie, obiettivi economici e sociali ecc. tutto cambierebbe. E logicamente cambierebbe in modo drastico la politica estera ed europea. Meno o niente "missioni di pace", meno o nulla austerità di marca tedesca, meno o nulla fiscal compact ecc.

"Sono stati delineati tre possibili nuovi orizzonti post elezioni: il primo, quello definito come best case scenario, confida in qualche modo sulla nascita di un un governo di coalizione di matrice trasversale capitanato da un nuovo primo ministro tecnocratico (non Mario Monti) che garantisca al paese almeno parte delle riforme richieste ancora dalla BCE nell'estate del 2011.

Il secondo, ovvero the average scenario, quindi quello intermedio, presuppone un qualsiasi governo incapace di durare più di sei mesi a cui seguirà un obbligato intervento della BCE tramite le OMT (Outright Monetary Transactions).

Sostanzialmente lo scenario di mezzo teme un nuovo inasprimento della tensione finanziaria sul mercato dei governativi italiani 
...
L'intervento tampone previsto sulla carta in simbiosi tra BCE ed ESM (European Stability Mechanism) richiederebbe l'accettazione senza tanta contestazione di un Memorandum of Undestanding da parte del paese.

Per dirla in breve, si potrebbe istituire una sorta di commissariamento o ricatto finanziario: noi enti sovranazionali vi prestiamo il denaro e vi salviamo dalla bancarotta, ma voi accettate senza discutere le seguenti riforme strutturali (che non siete stati in grado di eseguire nemmeno con un nuovo governo dopo tre mesi di campagna elettorale asfissiante) altrimenti il vostro cancro rischia di trasferirsi in seno all'Europa compromettendo la vita stessa della moneta unica. Nessuno si può permettere una propagazione del rischio.

Infine il terzo ed ultimo scenario, il worst case, quindi il peggiore, chiama in causa proprio la presenza del M5S e dei 'grilli' nella vita politica del paese. Stando all'analisi di questo team di gestione, vi è il rischio che i grilli possano trasformarsi in locuste producendo un fortissimo danno a tutta l'economia italiana, che così facendo trascinerebbe nel baratro tutta l'Europa.

La preoccupazione maggiore infatti deriva dal famigerato referendum sull'euro richiesto alla nazione, quello che nessun paese ha sinora mai proposto o realizzato, nemmeno la Grecia con Papandreou, oltre al dichiarato spirito antieuropeista di tutto il movimento. Un eventuale esito abrogativo dell'euro avrebbe conseguenze catastrofiche non solo per l'Italia, ma per tutto il mercato del risparmio gestito mondiale, in quanto produrrebbe oltre alla fine dell'euro anche la fine dell'Unione Europea.

Assisteremmo per la prima volta ad un crash finanziario di proporzioni bibliche per l'Italia con la BCE messa in ginocchio a causa della sua imponente esposizione nei confronti del debito pubbllico italiano. Le grandi banche italiane rischierebbero tutte di diventare insolventi, potrebbe per questo essere ipotizzabile per cercare di tamponare la situazione l'istituzione di un prelievo coatto di ingente importo su tutte le giacenze bancarie o peggio ancora una serrata bancaria stile modello argentino (Italy's road to ruin following Argentina) per dare tempo ad una inflazione galoppante di risolvere nel frattempo le preoccupazioni di chi governerà in quel momento."
(www.wallstreetitalia.com)

Queste riflessioni/previsioni del liberista Benetazzo, probabilmente spaventano i più. Per quanto mi riguarda, mi confermano in pieno la scelta (crisis = scelta) elettorale appena fatta, ed anzi, nel rispetto della teoria Sfascista, invito tutti a rivotare in massa per il M5s alle prossime e probabili elezioni fra pochi mesi. Meglio distruggere tutte le degenerazioni finanziarie del ventunesimo secolo, anche al costo di pagarne un prezzo, che continuare a conviverci sottoposti a un'asfissia che ci farà morire lentamente e dolorosamente.

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