domenica 31 marzo 2013

L'Europa morde alle caviglie...



E' una brutta bestia quest'Europa impersonata da Unione, Bce, Trojka e commissioni varie. Quando si attacca all'osso non lo molla più. Come quei cani ostinati e rabbiosi. Malgrado l'Italia abbia dimostrato con il voto di non sopportare più la presa dell'austerità, l'Europa non demorde.

E nel vuoto di potere che si è creato, si è gettata a pesce imponendo la propria strategia:

"Un flusso ininterrotto di sollecitazioni a «non mollare» che rendeva chiaro a Napolitano quanto fosse concreto il primo dei rischi insiti nelle sue dimissioni
...
Una simile preoccupazione, naturalmente, era presente fin dall’inizio nelle riflessioni del Capo dello Stato: ma una telefonata giunta al Quirinale ieri mattina l’ha enormemente rafforzata...

Dall’altro capo del telefono, Mario Draghi: che non ha nascosto a Napolitano la fondatezza dei suoi timori. In Europa si sarebbe molto ricamato - ha confermato il capo della Bce - sull’«Italia nello stallo, fino al punto da costringere il Presidente alle dimissioni». E poi: come avrebbero reagito i mercati alla riapertura di martedì?

Quanto sarebbe salito lo spread? E col Capo dello Stato dimissionario - e sempre senza governo - su cosa si sarebbe potuto puntare per rassicurare i mercati? Draghi non era il primo a manifestare simili timori: timori che si aggiungevano a un altro paio di elementi di riflessione che riguardavano i tempi di soluzione della crisi e l’«eredità» da lasciare al futuro presidente della Repubblica."

(www.lastampa.it)

Ed infatti il Capo dello Stato sotto la nuova minaccia dello spread (e poi non ditemi che non fosse manipolato anche quello di Berlusconi) ha messo su un bel paio di commissioni di "saggi" che sembrano scelte direttamente dall'establishment bancario europeo, più che da Napolitano e i partiti. Dubito che il Pd abbia scelto come proprio rappresentante Violante.

Ma la colpa di quello che sta accadendo è anche della cocciutaggine di Bersani e dei suoi. Io capisco che l'inciucio non è bello, soprattutto se poi devi tornare ad elezioni. Ma c'è inciucio ed inciucio. Le "pastette" non sono tutte uguali. Per esempio prima delle elezioni era stata aperta una porticina di emergenza, che avrebbe potuto essere una strada percorribile, anche se non l'ottimale. C'era un minimo denominatore comune fra Fassina e Brunetta, come ha riferito quest'ultimo di recente, sui temi economici le tesi di entrambi erano convergenti (vedi" Il Monti bis non è obbligatorio").

E' un peccato che il Pd, nel suo cieco inseguimento a Grillo, non abbia preparato un piano "B". Tra Brunetta e Fassina esisteva, evidente nelle interviste simultanee di qualche mese fa, una convergenza sull'errore dell'austerità, e probabilmente anche su quello che l'Italia avrebbe dovuto chiedere, opporre e pretendere dall'Unione europea. Insomma, un inciucio che sarebbe stato almeno utile a ricercare un po' di crescita.

Invece così ci troviamo con un inciucio all'europea, che propugna la cancellazione della sovranità economica e politica dell'Italia e il proseguimento dell'austerità. Difficile dire se tale progetto avrà successo. L'attuale Parlamento presenta troppe variabili. Con un Senato a tre può succedere di tutto: che Pd e M5s approvino provvedimenti molto di sinistra, o che M5s e Pdl blocchino provvedimenti molto indigesti opponendo il rispettivo antieuropeismo.

Intanto ora il M5s è soddisfatto, perché sgravato da ogni responsabilità. Infatti Crimi afferma: "«Avrei difficoltà a sedermi ad un tavolo con queste persone immaginandole come saggi facilitatori»" (www.corriere.it). Meglio starne fuori e usare l'arma del Parlamento bloccato. Grillo approva:

"...è urgente l'istituzione delle Commissioni per l'esame delle proposte di legge ... Il Paese non ha bisogno di fantomatici negoziatori o facilitatori del calibro di Violante, il gran maestro dell'inciucio, tanto per citarne uno, che operano come gruppi di saggi, non ha bisogno di "badanti della democrazia", ma di far funzionare meglio il Parlamento e alla svelta." 
(www.beppegrillo.it)

Persino la tesi della prorogatio del governo in carica è stata di fatto abbracciata da Napolitano.
Il Prof. Becchi (non-costituzionalista in quota M5s) gongola:

"Mieli in tv mi guardava come fossi ubriaco. Adesso è pieno di tweet che dicono: oh Mieli, chi era l’ubriaco? Lo so come vanno le cose: è che sui giornaloni scrivono costituzionalisti ben pagati. Scrivono sotto dettatura»
...
«E’ così, è così. Credetemi. È che tutti hanno paura delle riforme. Dicevo: intanto che siamo incartati, che aspettiamo Godot, facciamo qualcosa. Un parlamento c’è, un governo in carica c’è. Certo che se la linea del paese continua a essere la linea Bindi...». "

Ecco appunto, la Bindi, presidente del parlamentino Pd. Un'altra dell'entourage di Bersani che esce sconfitta su tutta la linea. Ma Il Pd ne avesse azzeccata una di strategia vincente. Anche l'elezione di Grasso e Boldrini, alla fine non è servita ad altro che mettere in second'ordine i dirigenti del Pd. Un partito tutto da rifare. E quando lo prenderà in mano Renzi, non avrà più nulla di sinistra. Diventerà una Dc del XXI secolo. Una via di mezzo tra il Pd di Veltroni e Forza Italia del 1994.

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