venerdì 8 marzo 2013

Economia grillo-gallegatica

Tabella 1 - clicca sulla tabella per ingrandire

Secondo Cobraf (G. Zibordi) e altri blogger, il guru dell'economia a cui fa riferimento Grillo è il prof. M. Gallegati.

"Come si vedrà, se leggete il resto, Mauro Gallegati è quindi un economista "ortodosso" e "americano" per quanto riguarda debito, moneta, Euro e deficit. Anche se non lo dice esplicitamente, (come noto non solo io ma anche ad esempio Mario Seminerio oggi) punta ad un bel ripudio del debito pubblico, cioè un default su base domestica, rimanendo nell'Euro. Per quanto riguarda invece la crescita economica pensa che non abbia più senso e occorre ripensare tutto. Quindi è un misto di economista "ortodosso-americano" per la moneta e debito e "rivoluzionario-ecologista" per la crescita economica, lavoro, PIL e il resto.

Si tratta di uno molto intelligente e molto serio e che dice molte cose sensate. Purtroppo non vuole fare niente per la moneta, debito ed euro e non gli interessa la crescita economica (dice letteralmente "non ha più senso...")"(www.cobraf.com)

Quindi da quel che si capisce il programma economico di Grillo si assesta su questi punti:

1) "Da quello che si sente sia da Grillo sul palco, che sul suo blog, che nell interviste dell'unico economista (Galegatti) forse dietro al M5S e dalle interviste di Grillo dopo le elezioni come questa fresca di oggi, ha anche lui in testa che il debito pubblico è un problema schiacciante... "
(www.cobraf.com)
Quindi si prefigge di concordare una ristrutturazione del debito, cioè di non pagarne una parte. Grillo equipara lo Stato ad una società per azioni. Se va bene ritiri un dividendo dalle azioni, se va male rischi anche di perderci il capitale.

2) "«Se fossi premier», ha proseguito, «farei ricomprare all'Italia i suoi titoli di Stato da Paesi come Francia e Germania e contratterei nuovamente il tasso d'interesse»."
(www.cobraf.com)

3) "«l'Italia è persa da tempo. In un anno non avremo più soldi per pagare le pensioni e gli stipendi dei dipendenti pubblici. Non c'è più molto da salvare». Colpa anche di Monti, che «non ha fatto vere politiche di risparmio. Invece di togliere ai privilegiati, per primi ai politici, si è servito coi risparmi delle famiglie, che ora non sanno più come andare avanti senza soldi»"
(www.cobraf.com)
In questo passaggio ci vedo un taglio massiccio della spesa, che va da quella militare a quella per le grandi opere, passando per le province e il finanziamento della politica. E' secondo me un passaggio velleitario, dove come fanno molti, si rischia di confondere milioni con miliardi. In realtà non so quanto effettivamente si possa ancora tagliare. Esponenti del Pdl in campagna elettorale hanno sostenuto che è possibile tagliare fino al 30%, ma questa affermazione potrebbe far parte delle varie promesse elettorali irrealizzabili.

4) "quello che di Gallegati attrae Grillo è la sua idea che: «Crescere non si può più e non serve a niente»...«Il modello di sviluppo che perseguiamo dal Dopoguerra è finito. Anche l’Istat sta affiancando al Pil un indicatore diverso, il Bes, benessere equo e sostenibile»..... Quindi se anche l'Italia ha crescita del PIL e del reddito nazionale o della produttività zero o negativa per Gallegati non è un problema. Perchè le misure quantitative del PIL solite a cui tutti guardiamo, produzione, reddito, esportazioni, non hanno più senso, quello che conta è, come dice Grillo, la qualità non la quantità."
(www.cobraf.com)
Aggiungo che Grillo ha sempre detto nei comizi, lasciando tutti basiti, che il lavoro non è importante. Che non si vive per il lavoro, che si potrebbe benissimo lavorare 30 ore settimanali ed avere più tempo per la qualità della vita.

5) "«Sono un convinto europeo», ha dichiarato Grillo,«per questo sono per una votazione online sull'euro, voglio un'Europa unita che sia moderna, parli una lingua comune e non 11 diverse come nel parlamento europeo»."
(www.cobraf.com)
Il referendum sull'euro è stato da sempre un cavallo di battaglia del M5s. Ma in realtà il guru economico di Grillo, seguace del premio Nobel Stiglitz, dice questo:
"l'economista di Grillo è venuto oggi allo scoperto e ha spiegato in un intervista che si rimane nell'euro secondo lui e anche Grillo e ha fatto anzi l'immancabile riferimento all'Argentina: («Uscire dall’euro vuol dire impoverire la nazione di almeno il 30 per cento, da un giorno all’altro. L’Economist ha smesso di pubblicare i dati sull’Argentina. Si sono accorti che sono taroccati. L’inflazione è molto più alta di quello che dicono, l’attivo della bilancia dei pagamenti è inesistente se non negativo. Svalutare non è una cosa semplice»)"
(www.cobraf.com)

Quindi questi sono i cinque punti cadine del programma economico di Grillo, dove l'uscita dall'euro è solo l'ultima possibilità, l'ultimo salvagente nel caso il Titanic Italia affondi definitivamente. Da questo punto di vista Grillo non la pensa in modo diverso dal 90% dei politici italiani.
Continua inoltre a perseverare nell'idea, che per Zibordi e anche Bagnai è sbagliata, che tutti i problemi dell'Italia derivino dal debito pubblico. Su questo non si differenzia da Monti o da Giannino, o da Alesina e Giavazzi.

Ho quindi provato a costruire un modello semplificato delle teorie di Grillo-Gallegati su un foglio excell per verificare dove ci possono portare.

Tabella 1

Ho immaginato la stabilità del debito intorno ai 2.000 miliardi, con gli attuali 80 miliardi di interessi da pagare. Ho scelto tre scenari: ristrutturazione del 50%, 30% e 15%.
Gli interessi scendono di conseguenza. Ho poi immaginato che essendo il debito maggiormente controllabile, il tasso di interesse possa scendere attorno al 2% (spread 100).
Il risparmio potrebbe arrivare ad un massimo di 60 miliardi l'anno.

Ho poi immaginato tre scenari di riduzione del fabbisogno dello Stato, attraverso l'eliminazione degli sprechi: una riduzione (pidiellina) del 30%, del 15% e del 5% (forse la più realistica).
In effetti questo punto del programma non mi convince quasi niente. Se consideriamo che gli enti locali rischiano ogni anno il fallimento per mancati trasferimenti, e che anche le imprese falliscono per mancati pagamenti statali, tendo a considerare che in realtà il fabbisogno dello Stato tenderà ad aumentare, non  a diminuire. Inoltre Grillo vorrebbe introdurre il reddito di cittadinanza, che di sicuro non è un risparmio per lo Stato.

Rimanendo il Pil immutato, secondo queste teorie, si ha per riduzione delle spese un calo del carico fiscale, fino al 32%.
Si può poi valutare l'impatto delle 30 ore settimanali sull'occupazione. Qui la cosa è controversa. La riduzione dell'orario in Francia non pare aver portato quei benefici che si pensava. Comunque ho impostato un modello automatico per cui a causa della riduzione d'orario, le imprese sono costrette ad assumere di più, quindi si riduce la disoccupazione fino all'8%.

Anche l'impatto sui redditi non appare eccessivo, in quanto il modello considera che aumentando le forze lavorative, diminuisce l'impatto del costo della previdenza. Considerando però stabile a 17 milioni il numero dei pensionati. Il foglio di calcolo riallinea i redditi in modo automatico, nella realtà però, questo non avviene senza contrattazione sindacale. E comunque difficilmente l'imprenditore accetterebbe di ridurre l'orario ed aumentare la paga, senza averne un tornaconto fiscale.

Le retribuzioni sono state considerate medie, ma in realtà in quelle cifre sono contenuti i salari con tutti gli accessori, ma anche le parcelle dei professionisti e gli utili d'impresa. E' solo un numero indicativo, assegnato in base al numero degli occupati, esclusi i pensionati.
Comunque si può vedere che da queste operazioni ne viene fuori un vantaggio economico per i singoli lavoratori, non solo per la maggiore occupazione. Il vantaggio economico va da un +16% a un +3% di potenziale retribuzione in più.

Tabella 2 - clicca sulla tabella per ingrandire


Tabella 2

Nella tabella 2 è stata annullata la ristrutturazione del debito pubblico, ma mantenuti gli altri impegni: riduzione  degli sprechi dello Stato dal 30% al 5%, e possibile riduzione dell'orario di lavoro a 30 ore settimanali.
Come si può vedere, la ristrutturazione del debito, a fronte di grandissimi problemi a livello internazionale, non ridurrebbe di molto i vantaggi economici per gli italiani.
Ho solo concesso una riduzione degli interessi medi dal 4% al 3%, in quanto la riduzione del fabbisogno dello Stato potrebbe migliorare l'immagine tra gli investitori dei nostri titoli. Ma l'apporto maggiore di vantaggi, riguarderebbe la riduzione degli sprechi.
Tabella 3 - clicca sulla tabella per ingrandire

Tabella 3

E' la controprova di quanto affermato per la tabella 2. Qui si è preso in considerazione solo la ristrutturazione del debito pubblico (50%, 30%, 15%), e la variante delle 30 ore settimanali.
Come si può vedere, il vantaggio potenziale per i lavoratori italiani si riduce di molto: dal 3 all'1% circa.

Conclusione.

Credo che Zibordi abbia ragione ad aver timore di queste teorie:

"A questa intervista demenziale di Grillo va risposto con un Vaffan *** ... nemmeno Monti i politici del PD in campagna elettorale hanno mai fatto del terrorismo sul debito pubblico del genere. Quello che dice qui il leader del M5S non ha senso, sono le solite balle spaziali al quadrato sul debito pubblico con cui hanno rimbambito la gente per due generazioni ormai. Se veramente crede a quello che dichiara siamo fregati perchè non capisce niente, se fa del catastrofismo per creare caos siamo fregati ugualmente"
(www.cobraf.com)

"A mio sempre modesto avviso, pur rispettando il tipo di lavoro tecnico che Gallegati fa, questo "mix" di indifferenza al tema del debito, deficit, moneta ed euro e enfasi sulla crescita zero è letale oggi in Italia. Avremmo bisogno di gente molto più pratica di un astruso economista matematico che ignora i fatti evidenti di fronti a tutti, l'Euro che strangola l'Italia, il tabù del deficit che impone l'austerità a morte. Avremmo bisogno di qualcuno che salva le imprese italiane prima che falliscano e non che gioca con la crescita zero sostenibile... e sull'Euro e il Deficit ripete i soliti luoghi comuni che trovi sul Corriere e il Sole 24ore"
(www.cobraf.com)

Come sostengono ormai in molti, accanirsi sul debito non ha senso. Il debito non va ripagato, perché è impossibile per quasi tutte le nazioni moderne e democratiche, va reso sostenibile. Uscire dall'euro e ritrovare la sovranità monetaria, è il modo più semplice per rendere il debito sostenibile. Anche ragionare su un Pil immutabile o addirittura in caduta, è pericoloso. E' necessario se mai trovare nuove strade per la crescita valorizzando l'economia verde, le fonti rinnovabili, la nuova agricoltura, la nuova chimica bio, un nuovo approccio sul turismo ecc. Pensare di sopravvivere lavorando meno e tagliando solo le spese non è auspicabile.

A meno che il nostro destino sia ormai segnato, e non rimanga nient'altro da fare che gestire il declino. In tal caso allora fare ricorso alla teoria della "decrescita felice" potrebbe essere il modo migliore di gestire la nostra società occidentale. Ma credo che eliminati i motivi che bloccano l'Italia nella stagnazione, potrebbero tornare tempi di nuova espansione. E' solo questione di tempo, è necessario che la maggioranza degli italiani prenda coscienza della gabbia recessiva creata dall'euro.

Va detto che comunque, se un piano economico come quello di Gallegati venisse attuato, apportando una riduzione del carico fiscale, automaticamente si avrebbe una crescita del Pil, anche se Grillo e il suo economista avessero pianificato la sua immutabilità. Oggi in Italia è necessario un alleggerimento sia fiscale che normativo, ben vengano idee per ottenerli. Sperando che il taglio agli sprechi (come le pensioni d'oro, le consulenze inutili, le auto blu ecc.) sia sufficiente a farlo.

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