giovedì 7 marzo 2013

Gli otto punti di Bersani



Una bella facciata contro il M5s. E’ questo che rischia Bersani. E nessuno nel suo partito osa dirglielo benché in molti lo pensino.

Fossi in Grillo risponderei così: Ok ci sto. Ma aggiungici anche questi 8, così tutti assieme fanno 16:

  • reddito di cittadinanza 
  • referendum sull’euro 
  • abrogazione della “riforma” sulle pensioni (Monti) 
  • abrogazione della “riforma” sul lavoro (Fornero) 
  • restituzione dei soldi dei partiti e fine finanziamento 
  • nazionalizzazione di Mps 
  • rimessa in discussione trattati europei e blocco del fiscal compact 
  • no alla Tav e F35. 

Ma Grillo usa la tattica della non risposta o della mezza risposta. Una tattica che fa impazzire la politica e i media sussidiati come la maionese.

"pdl e pdmenoelle hanno più punti programmatici in comune tra loro:
1) entrambi vogliono la TAV
2) entrambi sono per il MES
3) entrambi per il Fiscal Compact
4) entrambi per il pareggio di bilancio
5) entrambi per le "missioni di pace"
6) entrambi per l'acquisto degli F-35
7) entrambi per lo smantellamento dell'art.18
8) entrambi per la perdita della sovranità monetaria
9) entrambi per il finanziamento della scuola privata
10) entrambi per i rimborsi elettorali
Quanti punti programmatici comuni ho trovato così su due piedi??? DIECI. Ne hanno più loro che quello che afferma Bersani con il M5S (lui dice 8). Non per niente hanno governato per un anno e più insieme" ernesto


Povero Bersani, si è preso questa improvvisa cotta per Grillo, e non fa altro che mandargli messaggi d’amore. Più l’amato lo ignora e più impazzisce dal dolore. Nel Pd lo lasciano fare, intanto pensano ad altro.

Vendola, si è ricordato di aver lasciato un trullo a metà e ha deciso di tornare frettolosamente in Puglia. Tanto a Roma non si combina nulla.

Renzi è passato da Monti per verificare se la poltrona da premier è più comoda di quella da sindaco, poi è andato al suo partito per vedere che aria tirava: constatato che tutti seguono distrattamente la strada dell'inseguimento bersaniano al M5s, ha preso ed è partito per Firenze.

D’Alema intanto che Bersani si appresta a fare una magra figura, un giro di consultazioni inesistenti, si è già messo d’accordo con Silvio per il prossimo venturo inciucio.

Altri piddini ex margheritini già dicono che un ritorno alle urne è prematuro e quindi… che si fa? Indovina indovinello? Se non ci sta Grillo a fare il governo, non ci sono molte altre scelte in Parlamento. Non è che magari il Pd si scinde di nuovo in Pds e Margherita?

E poi la finanza internazionale è molto potente, disposta a tutto per un governissimo o un governo tecnico: basterà stringere ancora un po' il cappio giudiziario attorno a Mps. Ai primi sintomi di soffocamento anche il Pd diventerà più trattabile.

Berlusconi tace. E quando il Cavaliere tace è perché ne sta pensando una nuova. Tanto che gli importa? Se nasce il governo Pd-Grillo farà comodamente l’opposizione, in attesa della rottura inevitabile. Se nasce un governissimo, detterà le sue condizioni.

L’Europa intanto ci guarda sempre più disorientata. E questa è un’ottima notizia.

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