domenica 5 maggio 2013

Le banche non fanno più le banche



Quello che tutti vedono, o sanno perché ripetuto mille volte, è che le banche sono restie a concedere finanziamenti alle imprese ed alle famiglie. Viene allora da chiedersi a cosa servono le banche se rinunciano al loro mestiere principale che è raccogliere il denaro dai depositanti e concedere credito agli attori dell'economia. Mettono anche loro, i banchieri, i soldi sotto il materasso? Quasi.

La settimana scorsa la Bce ha abbassato il tasso d'interesse ufficiale dallo 0,75 alo 0,50%. Si tende sempre più allo zero. E diventano sempre più convenienti le obbligazioni statali e di grandi imprese. Il meccanismo perché c'è questa convenienza è più complesso e ben spiegato qui: www.mazzieroresearch.com.

Inoltre in questo momento, "va di moda" investire in questo genere di investimenti, per vari motivi. Per gli istituti finanziari dei paesi in cui si fanno massicci Quantitative easing si è aperta la caccia all'investimento redditizio e/o sicuro: non sanno letteralmente dove cacciare i soldi. Per gli istituti di credito europei, per esempio quelli italiani, invece c'è stata quasi un'imposizione politica ad investire in titoli di Stato.

Ormai le banche preferiscono dare soldi al Ruanda piuttosto che al negoziante o all'artigiano all'angolo:

"Io sono rimasto traumatizzato dai "BTP" del Rwanda che rendono "solo" il 5,8%ed hanno fatto pure "la coda" per strapparseli di mano...
Vi ricordo che il Rwanda è quello del Genocidio Hutu-Tutsi (1994), della Guerra Civile etc
Ed ancora oggi la situazione è molto tesa..."

(www.ilgrandebluff.info)

"Perché tutto ciò?

Molto probabilmente perché siamo a un punto in cui la domanda supera l'offerta e quindi molto facile abbassare il rendimento dell'offerta. Quindi abbiamo governi che si indebitano a un tasso bassissimo, ma non solo governi anche aziende che riescono a strappare rendimenti con uno spread poche decine di punti rispetto ai governativi corrispondenti.
...
E' notizia di settimana scorsa che anche le università americane (ad esempio Stanford), avendo per la maggior parte come rating la tripla A, stiano sfruttando l'occasione finanziandosi a livelli molto vicini ai governativi e i loro bond vadano a ruba peggio di quelli delle aziende più quotate. Questo perchè il club dei tripla A ogni giorno si restringe ed anche perchè è sempre meglio investire su una fucina di menti, giovani e conoscenze che su vecchi stati del vecchio continente probabilmente.

Quindi tutto ciò che ha tripla A viene acquistato a mani basse per diversificazione valutaria dalle grandi banche, dalle banche centrali e dai fondi sovrani. Tutto ciò che non è tripla A ma investmentgrade viene rastrellato da grandi banche e fondi di investimento in modo da corrispondere agli statuti e dare un minimo di rendimento che rimanga nella decenza (evitando di pagare i debitori per contrarre crediti con loro). Tutto ciò che non è investment viene rastrellato da tutti per il rendimento. Siamo in una situazione quindi per cui tutto ciò che è bond è buono e va acquistato senza pensarci troppo.
...
Il motivo per cui si è arrivati qui è che tutti i soldi pompati dalle banche centrali nel sistema si fermano nelle banche che li riversano in investimenti finanziari."

(borsadocchiaperti.blogspot.it)

Quindi tutte le banche si stanno lanciando sugli obbligazionari alla ricerca di investimenti stabili e super sicuri, come lupi su un branco di pecore inermi in un recinto. E le altre prede libere nei boschi? troppo difficili da cacciare. Gli investimenti che non hanno il cartellino dei pastori delle agenzia di rating, sono poco appetibili.

"Sempre semplificando le banche hanno due output: gli investimenti finanziari e il credito. Attualmente cosa stanno facendo: riversano quanto ricevono negli investimenti e questo gonfia la domanda di Bond. Il credito è molto più complesso per due motivi: primo quando si fa credito bisogna fare un accantonamento percentuale relativo al credito fatto per poter far fronte ad eventuali sofferenze; secondo si corre il rischio derivante dalle sofferenze. Quindi immaginate di essere una banca: meglio investire 1 milione di euro al 2% per cinque anni avendoli presi in prestito al 1% con rischio quasi zero in bond a rating investment, o meglio prestarli al 10% o dintorni a un cittadino (o azienda) che non ha rating e rischiare di non vederli più tornare indietro oltre a poterne prestare solo novecento mila perché 100 dovete tenerli come accantonamento?

Questo meccanismo perverso spiega le difficoltà di accedere al credito di piccole medie imprese che quanto riescono ad avere credito hanno tassi molto più elevati del 1% ... Questo problema ce l'hanno anche le grandi imprese se vanno dalle banche, ma queste sempre più spesso emettono Bond in modo da finanziarsi sul mercato e questo permette loro, visto che come detto la domanda è molto maggiore dell'offerta di indebitarsi a poco e di diventare il target dei capitali che le banche hanno a disposizione e che altrimenti non saprebbero come investire a tasso decente con poco rischio.

Quindi i bond delle grandi corporate e messi in quantità industriale nel 2012 e che e che verranno emessi in grosse quantità ancora nel 2013 migliorano la situazione debitoria di diverse grandi aziende e danno una destinazione ai capitali delle banche e dei fondi."

Quindi le banche non stanno più facendo le banche nel modo tradizionali in cui l'hanno sempre fatto. E tutto a causa dei Quantitative easing. Cioè della enorme massa di denaro stampato di fresco da alcune banche centrali, che alla fine rimane nel circuito finanziario e non scende, se non a gocce minuscole, nell'economia reale.

Ora, come ho già scritto in altri post, se qualcuno scrive o dice in tv che il Quantitative easing e la stampa di denaro sono una politica Keynesiana che come si sta osservando non funziona perché l'economia reale non riparte, non dategli retta. Perché questa non è una politica Keynesiana.

Una politica Keynesiana non è stampare denaro per darlo alle banche, ma è stampare denaro perché venga investito direttamente dallo Stato in opere pubbliche, direttamente in economia creando industrie e servizi di Stato o volendo anche indirettamente finanziando in modo agevolato o l'offerta o la domanda di prodotti e servizi.
Quel che si sta facendo oggi non è nient'altro che gonfiare enormi bolle finanziarie che daranno vantaggi al solito 1% della popolazione mondiale che vive rapinando il restante 99% di derelitti. 

Tornando ai problemi dell'economia reale, che cosa debbono fare allora le famiglie e le piccole imprese? Qualcosa comincia a muoversi. Quando a un topolino gli chiudi tutti le uscite della sua tana, ha due possibilità: o morire d'inedia, o rosicchiare disperatamente qualsiasi ostacolo per ritrovare un'uscita. Qualche topolino comincia ad uscire da nuovi fori.

Per esempio in rete stanno cominciando a nascere siti di crowdfuding, cioè piattaforme dove chi ha un'idea innovativa (ma anche tradizionale ma sfiziosa) chiede a possibili piccoli investitori di aiutarlo a raccogliere le somme necessarie. Si tratta di un modo per raccogliere fondi, che nel mondo anglosassone sta avendo molto successo. Ecco un esempio eclatante:

un po' di tempo fa un gruppo di "pazzoidi" aveva proposto all'amministrazione americana il più folle degli investimenti militari per creare occupazione: costruire la "morte nera", il satellite artificiale distruttore di mondi famoso nella serie di fantascienza "Guerre Stellari". Naturalmente la risposta della Casa Bianca fu un "no" piuttosto esilarante (vedi: "L'opera più costosa della Galassia"). Ebbene questi "pazzoidi" non si sono arresi e si sono rivolti ad un sito di crowdfuding:

"La Morte Nera (Death Star), ovvero la mitica la stazione da battaglia spaziale dell'Impero Galattico, probabilmente verrà realizzata grazie al crowd funding di Kickstarter.
...
"La più grande sfida è convincere Kickstarter che questo è uno scherzo e non un progetto serio. A dimostrazione di questo l'obiettivo è stata fissato così in alto da rendere il raggiungimento dei fondi necessari praticamente impossibile", ricordano gli ideatori.

Sarà anche impossibile ma promettendo per pochi euro qualche stretta di mano o la stampa dei nomi sui droidi riparatori MSE-6 sono riusciti a ottenere 179.880 sterline (circa 208mila euro)."

(www.tomshw.it)

Questo per dire della potenza di questo nuovo strumento di finanziamento.

Ecco cosa propone una piattaforma italiana:

"Il funzionamento è semplice e completamente gratuito. Crea un progetto, fissa il budget minimo per realizzarlo e una data di scadenza entro cui raccoglierlo.
...
Cosa succede dopo? Se il progetto non raggiunge il suo traguardo nel tempo stabilito, viene semplicemente chiuso: nessuno perde o guadagna nulla. Chi ha fatto un'offerta rientra in possesso dell'intera cifra e può cercare una nuova idea da seguire. Se invece il progetto trova la sua strada e arriva al traguardo, può continuare a crescere e raccogliere fondi fino alla scadenza stabilita, senza limiti."

(www.eppela.com)

La piattaforma eppela.com raccoglie già molti progetti, alcuni riguardano la produzione di oggetti, altri il finanziamento di eventi artistici, altri servizi sociali.
E' chiaro che questo sistema è l'ideale per promuovere idee stimolanti e stravaganti come quella della "morte nera", ma è molto più difficile farsi finanziare un laboratorio da fabbro, o una macelleria.

Per le famiglie, il Movimento 5 stelle sta per esempio proponendo un sistema di acquisto agevolato della prima casa nell'ambito di politiche di social housing (www.beppegrillo.it). Si propone in pratica di recuperare a prezzi agevolati e garantiti l'invenduto e il pignorato. Un modo per riattivare il mercato immobiliare oggi fermo per la crisi.

Se la moda del momento sono i bond, anche le piccole e medie aziende dovrebbero ricorrervi o consorziandosi, o trovando idonei strumenti finanziari creati apposta per loro. Se è vero che oggi le banche acquistano qualsiasi cosa, l'importante che sia obbligazionario, varrebbe la pena provarci.

"Quello del credit crunch, cioé la riduzione dei prestiti erogati dalle banche, è un problema che ha generato un nuovo tipo di squilibrio e di distorsione, non fra nazioni ma fra imprese: quelle grandi e molto grandi hanno potuto disintermediare le banche emettendo obbligazioni e raccogliendo capitali sul mercato ... quelle medie o piccole si sono trovate strangolate fra l’aridità dei flussi bancari ed un ciclo dei pagamenti lento e pieno di insolvenze. Dare la facoltà alle banche di finanziare le imprese e “impacchettare” questi finanziamenti in Abs da usare come collaterale per avere liquidità in asta significa dare, attraverso la finanza, uno stimolo diretto all’economia reale, specie in Paesi -come l’Italia- dove le piccole e le micro imprese rappresentano oltre il 90% dell’economia nazionale."
(bimboalieno.altervista.org)

"Il Consiglio direttivo, [della Bce nda] fra le decisioni prese oggi, ha avviato consultazioni con altre istituzioni europee, in particolare la Bei [Banca Europea degli Investimenti nda], in vista di iniziative volte a promuovere il funzionamento del mercato dei titoli Abs con collaterale costituito da prestiti alle imprese"
(bimboalieno.altervista.org)

"Quindi la BCE, consapevole del momentum e delle tentazioni dei governi di tornare ad una allegria di spesa pubblica che poco si coniuga con la stabilità di lungo termine, si dichiara pronta a sostituirsi ai governi nell’opera di sostegno di breve dell’economia reale, affinché questi tengano dritta la barra dei conti e possano procedere nel risanamento strutturale."
(bimboalieno.altervista.org)

Come scrivevo in un post precedente, Draghi è preoccupato ma non sa bene cosa fare. Si limita pertanto a proseguire nel gonfiaggio di nuove bolle speculative. Comunque ben venga se con nuovi bond si riuscirà a dare un po' di fiato anche alle imprese più piccole. Finalmente un po' di Qe pioverà anche nel sottobosco dell'economia reale.

C'è però qualcosa che non funziona in tutto questo ragionamento. Più si acquistano questi prodotti finanziari e più col tempo il loro rendimento calerà. Non solo lo spread di Italia e Spagna arriverà a 50 punti, ma di questo passo lo farà pure quello del Ruanda. 
A quel punto le banche non avranno più nessuna possibilità di ottenere un sufficiente rendimento dei loro depositi, e dovranno rivolgersi all'azionario (ma anche li già oggi i rendimenti sono al lumicino, vedi "Attenzione su Wall Street: un grafico molto chiaro") e direttamente all'economia reale. E allora forse la ruota ricomincerà a girare nel verso giusto.

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