lunedì 4 novembre 2013

Facciamo tesoro degli insegnamenti del passato


"Il Governo Amato I fu il quarantanovesimo governo della Repubblica Italiana, il primo dell'XI legislatura. Rimase in carica dal 28 giugno 1992 al 28 aprile 1993, per un totale di 304 giorni, cioè 10 mesi.
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Fra i provvedimenti principali per il pareggio di bilancio si ricordano una manovra finanziaria da 100.000 miliardi di lire, la più importante dal dopoguerra, e il prelievo forzoso del 6‰ dai conti correnti delle banche italiane, nella notte tra giovedì 9 e venerdì 10 luglio 1992, legittimato ex-post con decreto d'urgenza l'11 luglio"


"Il sistema monetario europeo, detto anche SME, entrato in vigore il 13 marzo 1979 e sottoscritto dai paesi membri dell’allora Comunità Europea (ad eccezione della Gran Bretagna, entrata nel 1990), costituì un accordo per il mantenimento di una parità di cambio prefissata
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Lo Sme, in seguito alle turbolenze che nel 1992 avevano colpito il meccanismo di cambi (e avevano portato all'uscita di Gran Bretagna e Italia), fu revisionato nel 1993 con l'allargamento degli Accordi europei di cambio, che portarono ad un innalzamento dei margini di oscillazione della valuta fino al ±15%
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Nei primi anni '90 lo SME era messo a dura prova dalle diverse politiche economiche e dalle differenti condizioni dei suoi membri, specialmente la Germania riunificata, e della Gran Bretagna, permanentemente ritirata dal sistema.
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Il fenomeno speculativo dell'estate 1992 coinvolse la lira italiana e la sterlina britannica. Il governo italiano, retto da Amato, il 13 settembre decise di svalutare il cambio di riferimento della valuta nazionale complessivamente del 7%, in particolare la lira in sé fu svalutata del 3,5%, mentre le altre valute furono rivalutate del 3,5%.

Il 16 settembre dello stesso anno il governo britannico decise di far uscire la moneta nazionale dallo SME. Il giorno dopo la medesima decisione fu presa dal governo italiano."


"Fondo Monetario Internazionale pronto a prelevare “temporaneamente” il 10% del risparmio privato nei 15 paesi della zona euro come veicolo per affrontare i problemi di sostenibilità del debito pubblico. Lo scrive il quotidiano belga L’Echo: la proposta dell’istituto guidato da Christine Lagarde, secondo quanto riportato dal giornale, sarebbe contenuta in un paper intitolato “Proposte del FMI sulla crisi fiscale”. Con all’interno un sottocapitolo della relazione intermedia curata della Agenzia per le tendenze finanziarie (Fiscal Monitor) dal titolo “Un contributo straordinario dalla ricchezza privata?”."
(www.ilfattoquotidiano.it)

Questo, oltre che un segno del destino è un un sintomo della degenerazione delle classi dirigenti internazionali. Stanno peggiorando vistosamente di anno in anno. Si stanno "italianizzando". Se Amato diventa il loro modello di riferimento, significa che non possiamo più aspettarci nulla di buono da questa masnada di pazzi.

Oltretutto questi pazzi fanno proposte deleterie ben sapendo che lo sono:

"E così, secondo il Fondo, tali contributi una tantum sarebbero stati già ampiamente utilizzati in Europa dopo la prima guerra mondiale e in Germania e Giappone dopo la seconda guerra mondiale. Precisa che non ci sono stati i risultati attesi e le misure imposte in questo biennio di crisi greca non hanno portato ad una riduzione effettiva del debito pubblico.
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Si tratta di una notizia che, se fosse confermata, aumenterebbe esponenzialmente la tensione con il rischio di una corsa ai bancomat così come è accaduto in Grecia lo scorso anno e anche a Cipro prima che le banche stesse rendessero inservibili proprio gli sportelli del cash, bloccandoli per diversi giorni. Ma il Fondo non sembra essere intenzionato a fare retromarcia, come si evince dalle conclusioni di quel paper: per cui il quotidiano L’Echo osserva quasi con rassegnazione che dato ilpessimo stato delle finanze pubbliche della zona euro"

(www.ilfattoquotidiano.it)

Qualcuno dirà: è notizia vecchia. Intanto se n'è parlato e si è scritto tutto nero su bianco. Al momento opportuno, cioè quello della disperazione, quando Saccomanni, o Letta o chi per loro si presenterà in Tv a reti unificate con le mani nei capelli e la voce impostata per i momenti grevi e solenni, l'idea del Fmi verrà ritirata fuori dalla naftalina. Diranno, cari italiani, perdonateci, ma non ci resta più null'altro da fare. Ci diranno che dopo aver "salvato" più volte l'Italia, la nazione è a un passo dal crollo. Quindi perdonateci, ma l'altro ieri vi abbiamo rapinato il CC per rimanere in Europa.

Tre mesi dopo usciremo dall'euro.

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