giovedì 7 novembre 2013

Virtuosismo inutile


"La sorte dei sovrani e dei generali è essere biasimati per quello che fanno e per quello che non fanno."
Voltaire.

Una frase stupenda che si adatta a qualsiasi epoca, basta sostituire sovrani e generali, con ministri e parlamenti o governi e banche ecc.
In Italia, paese di 60 milioni di commissari tecnici della nazionale, la frase è attualissima da almeno 150 anni. Non per questo si deve per forza dire male dei governi quando fanno cose buone. Sarebbe intellettualmente disonesto.

Ebbene, malgrado l'infinità di panzane e provvedimenti inutili se non dannosi, si deve ammettere che qualcosa di buono il governo di Monti e quello successivo di Letta lo hanno fatto:

"I commenti alla legge di stabilità sono caratterizzati da un eccessivo pessimismo. Il primo pannello della tabella 2, “quadro di finanza pubblica a legislazione vigente” qua sotto, mostra un dato del tutto anomalo e positivo nel panorama della finanza pubblica italiana: l’indebitamento netto strutturale, in assenza di interventi di politica fiscale, ha valori attorno allo zero nel prossimo biennio 2014-2015."


Bisogna essere onesti fino in fondo: le previsioni per gli anni a seguire sono piuttosto velleitarie visto che dipendono da riprese più immaginarie che reali. Ma sicuramente per gli anni 2012 e 2013 (da confermare) la tendenza dell'indebitamento netto strutturale è sicuramente positiva.

"L’indebitamento netto strutturale è definito come la differenza tra le spese e le entrate, inclusa la spesa per interessi, al netto delle misure una tantum e della componente ciclica. Si tratta di un valore assolutamente anomalo nel panorama della finanza pubblica italiana, in quanto per la prima volta negli ultimi vent’anni, l’Italia non solo accumula un saldo primario (spese-entrate al netto degli interessi), ma tale avanzo primario è più che sufficiente a pagare anche la spesa per interessi sul debito pubblico. Questa è indubbiamente un’ottima notizia di cui poco si è parlato, e che deriva direttamente dal faticoso processo di risanamento intrapreso da questo e dal precedente Governo. Questi dati implicano che finalmente l’Italia ha potenzialmente ripreso il pieno controllo della propria politica fiscale."

Ma i nostri governi, oltre alla finanza pubblica, non hanno altra visione del futuro. Sono bloccati dal controllo dei conti pubblici giorno per giorno, ma non esiste un programma di sviluppo per il futuro. Si attende la "fata ripresa" proveniente da chissà quale landa straniera.

"La brutta notizia è che a quanto sembra,il Governo non è in grado di programmare le scelte future, questa volta per motivi politici e non di finanza pubblica. Nella stessa tabella, nel secondo pannello “il quadro di finanza pubblica programmatica” , si nota che il valore dell’indebitamento netto strutturale programmatico non varia rispetto a quello a legislazione vigente. Il significato in questa uguaglianza è che non c’è un programma di entrate e spese diverse da quella a legislazione vigente!"




Direi che la tabella mostra molto di più. Mostra un ottimismo assolutamente fuori luogo vista la situazione dell'economia italiana oggi. L'ultima riga, quella del Pil, è dove si accumulano tutte le "palle spaziali" degli ultimi governi (Berlusconi incluso), che hanno rimandato la ripresa di sei mesi in sei mesi. Continue luci in fondo al tunnel che erano solo miraggi nel deserto.

L'ultima riga ci mostra un Pil che da 1.578 miliardi di euro nel 2011, dovrebbe raggiungere i 1.779 miliardi nel 2017. A parte che oggi si aggira probabilmente intorno ai 1.500 miliardi, comunque la previsione del governo di una crescita del 12,7% in sette anni è del tutto fuori contesto, fantascientifica!

Ma a parte le polemiche sui numeri, almeno quelli positivi del 2012 e 2013 sono serviti a qualcosa? Quali sono i paesi maggiormente lodati? Quelli come l'Italia che stringe la cinghia o...

"Ma scherziamo, hanno appena comunicato che il deficit della Spagna viaggerà intorno al 6 % e tutti ad esaltare la rinascita spagnola, l’uscita dalla recessione, grazie ad una feroce e sanguinaria repressione salariale, e noi stiamo qui a menarcela con sta storia del 3 % con gli inutili idioti burocrati europei che ci fanno il contropelo quotidianamente per le tabelline, suvvia siamo seri."
(icebergfinanza.finanza.com)

E certo. Tutti ad applaudire i paesi che escono dalla crisi, come la Spagna, l'Irlanda (vedi: ".. And the winner is ... Keynes") e perché no anche il dinamismo (statalista) della Germania (vedi: "Nella ripresa europea vince Keynes vs austerity"), ma se l'Italia sfiora il 3% di deficit... è la fine del mondo, una vergogna nazionale, quando per anni abbiamo sforato senza limiti.

Insomma, la ripresa arriva dove i governi fanno deficit. Non tanto perché esiste una sapiente regia pubblica dell'economia, ma perché c'è un'entità chiamata Stato che immette denaro fresco nell'economia. Sarà giusto, sarà sbagliato per i liberisti, ma è un dato di fatto che se lo Stato non fa il suo dovere, se non governa la dinamica economica con un minimo di programmazione, si va in recessione molto più facilmente. 
Dal "new deal" americano al piano Marshall del II dopoguerra, solo i denari pubblici hanno permesso di portare la vera crescita economica. Lo Stato deve creare moneta ed immetterla nel circuito economico. Quel che avviene oggi in Europa con l'euro è esattamente il contrario: il risultato sarà una contrazione economica che porterà all'esplosione della relativa area economica.

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