martedì 5 novembre 2013

Il renzismo questo sconosciuto


Secondo i sondaggi commissionati dal tg de La7, Renzi vincerebbe contro qualsiasi avversario. La cosa non mi stupisce. Non ha praticamente avversari, visto che i suoi quarant'anni (o giù di li) farebbero sfigurare un avversario come Berlusconi quasi ottantenne che peraltro dovrà farsi da parte. Anche nell'eventualità si facesse sostituire dalla figlia o da Alfano ("contaminato" dalle larghe intese) il risultato sarebbe ancora a favore di Renzi.

Non sono un grande fan del fiorentino, ma capisco che possa essere elettoralmente appetibile, rispetto al deserto che lo circonda. Gli unici veri nemici, Renzi li ha in casa nel Pd. Sempre che il Pd sia veramente casa sua. Io comincio a pensare che per Renzi il Pd sia solo terra di conquista. Gli serve una piattaforma elettorale che lavori per farlo diventare il "sindaco d'Italia". Del partito non gliene importa nulla, e penso sia pronto ad asfaltare, non tanto gli avversari politici, ma i "compagni" che gli sbarreranno la strada.

Con Renzi il Pd si avvia a cambiare ragione sociale. Già alla ex stazione Leopolda c'erano cimeli di tutti i tipi meno che simboli del suo partito. In mano a Renzi il Pd diventerà una Dc glamour. Invece dei noiosisimmi notabili democristiani nei loro tristi abiti di bassa sartoria e gli occhiali con montatutura tartaruga, avremo dei fighissimi dirigenti giovanili in giacca e jens, che arrivano in scooter, con iphon, ipod, ipad e salgono sul palco fra ali di fan plaudenti, come star holliwoodiane alla consegna dell'Oscar.

Ma a parte il look, quale sarà la politica del futuro governo Renzi, assodato che ormai non ha avversari in grado di batterlo? Difficile dirlo. Per esempio raggiungendo il suo sito (http://www.matteorenzi.it/) si può trovare una grafica ed impostazioni colorate e gradevolissime. Ma non si trova un rigo di programma. Tutto quel che Matteo ci promette è consegnato ai video e alla rassegna stampa.

C'è comunque il documento congressuale per il partito, che ci fornisce dei chiarimenti.

Innanzi tutto c'è la crisi:
"La fotografia di queste ore ci consegna l’immagine di un’Italia stanca, impaurita, rassegnata. Sembra che il nostro tempo migliore sia alle spalle
...
dobbiamo sapere che la crisi che stiamo vivendo, crisi economica, finanziaria, occupazionale, certo, ma anche crisi di un modello di valori che va finalmente cambiato
...
Nel 2013 il centrosinistra ha perso l’occasione più straordinaria per iniziare a cambiare l’Italia, perdendo elezioni politiche che sembravano già vinte."

E voi cari dirigenti, non avete capito il sentimento popolare. Avete perso, quindi fatevi da parte. Non c'è scritto tutto questo, ma traspare fra le righe nette della prefazione. Ovviamente la vendetta renziana sarà tremenda... ed entrerà nel fortilizio del partito con mercenari stranieri:

"Vuoi anche i voti del centrodestra? Sì. E vuoi i voti di Grillo? Assolutamente sì. Non è uno scandalo, è logica: se non si ottengono i voti di coloro che non hanno votato il Partito Democratico alle precedenti elezioni, si perde."

Ma come lo vuole il Pd il sindaco di Firenze?

"Siamo il primo partito nel pubblico impiego e nei pensionati. Il secondo partito tra gli studenti. Addirittura il terzo tra operai, disoccupati, professionisti, imprenditori. Vogliamo essere il primo partito in tutte queste categorie. Ma per farlo dobbiamo cancellare il conservatorismo di chi vorrebbe fare sempre le stesse cose. Vivacchiare non serve a nulla e a nessuno. Neanche a mantenere il target su cui il Partito Democratico è forte: pensionati e dipendenti pubblici."

Sembra di vedere una pubblicità della Cepu per ingegneri alla Vissani: più ferro! più ferro!
Invece il sindaco d'Italia pare dire: più populismo! più populismo!

Ma andiamo finalmente ai veri problemi degli Italiani:

"Vanno cambiati i centri per l’impiego, in un Paese dove si continua a trovare lavoro più perché si conosce qualcuno che perché si conosce qualcosa: la raccomandazione più che il merito.
...
Abbiamo bisogno di una rivoluzione nel sistema della formazione professionale, che troppo spesso risolve più i bisogni dei formatori che di chi cerca lavoro
...
Dobbiamo semplificare le regole del gioco: sono troppe duemila norme, con dodici riviste di diritto del lavoro, con un numero di sindacati e sindacalisti che non ha eguali in nessun paese occidentale.
La funzione insostituibile del sindacato va difesa dagli eccessi e garantita attraverso la legge sulla rappresentanza e una rigorosa certificazione dei bilanci di ogni organizzazione sindacale, così come la dignità della politica va difesa dagli sprechi di alcuni politici e della casta."

Ma Renzi sarà di sinistra? o è un infiltrato berlusconiano? Risolvere il problema del lavoro con la riforma dei centri dell'impiego e della formazione mi sembra un po' pochino. E poi dare addosso ai sindacati non credo gli attirerà voti da sinistra... Non si può mica dire da sinistra che i sindacati rubano.

Ma se le fabbriche chiudono:
"Attenzione ai nuovi settori: Internet ha creato 700.000 posti di lavoro negli ultimi 15 anni, ma sembra ancora un settore riservato agli addetti ai lavori."

Poi il documento congressuale si ripiega sul Partito, del resto a quello serve, e Renzi spiega che vuole rottamare le correnti, che il leaderismo è ineluttabile (mettetevi il cuore in pace nel Pd, il modello è quello berlusconiano...), che le larghe intese sono un errore momentaneo e che bisogna mantenere vivo il bipolarismo (anche se oggi viviamo in pieno tripolarismo).

Che Renzi non sia il solito prototipo di democristiano parcheggiato nei partiti più disparati, lo si capisce dal modello di legge elettorale a cui ambisce. E' da qui che traspare il berlusconismo:
"La legge elettorale che proponiamo ai cittadini nelle primarie dell’8 dicembre è una legge che sia chiara, che faccia sapere subito chi ha vinto e chi ha perso, che garantisca a chi ha vinto di poter fare, a chi ha perso di controllare e soprattutto ai cittadini di giudicare. Una legge elettorale che tolga gli alibi a chi governa “non mi hanno fatto lavorare”"

Un vero democristiano preferisce un proporzionale, il più confuso possibile. In modo che dopo si possano amalgamare maggioranze senza la fastidiosa necessità di seguire la volontà popolare.
Ma il berlusconismo traspare senza remore dalle parole seguenti:
"Un partito che sappia comunicare bene. Perché la parola comunicazione non deve fare paura. Chi non comunica è perduto. Saper usare la comunicazione è una priorità per la madre che insegna a parlare al bambino, per l’innamorato che vuole esprimere il proprio sentimento alla persona che ama, per il lavoratore che deve confrontarsi con i colleghi..."

La comunicazione innovativa è stata la vera forza di Berlusconi. Saper pubblicizzare un partito come un prodotto di successo e stata la sua grande genialata. Ha usato tecniche pubblicitarie in politica, ed ha raggiunto l'obiettivo. Renzi l'ha compreso e ha capito che questa è la strada per vincere.
Il messaggio deve essere semplice per raggiungere tutti:

"L’Italia deve riscoprire la semplicità. Ovunque. In un sistema fiscale incomprensibile persino per gli addetti ai lavori. In un sistema amministrativo dove orientarsi è impossibile persino per i più scafati capi di gabinetto. In un sistema normativo dove abbiamo una produzione legislativa che affolla le aule di tribunale per i ricorsi. Semplicità, chiarezza, trasparenza. Sono concetti abusati nel dibattito, poco usati nella pratica. La rivoluzione digitale e l’accessibilità alla rete possono essere una parte della soluzione, solo a condizione di modificare la mentalità dei dirigenti pubblici."

Ecco delle frasi che starebbero bene sui cartelloni pubblicitari:

"Non vogliamo essere il partito delle tasse. Non dobbiamo più consentire a nessuno di definirci il partito delle tasse."

"Tutto ciò che otterremo dal recupero dell’evasione fiscale dovrà essere utilizzato soltanto per riduzione delle tasse, non producendo ulteriore spesa."

"Tutto ciò che otterremo dalla dismissione di patrimonio dovrà essere utilizzato soltanto per ridurre il debito, non producendo ulteriore spesa." 

"Il PD non sarà mai subalterno al mercato, che deve regolare."

Slogan bellissimi. Ma saranno attuabili? Prima o poi il fiorentino dovrà spiegarci come.

"vogliamo dire parole chiare sulle banche, che devono fare le banche e prestare a chi ha idee e bisogno, non a chi specula in nome di “operazioni di sistema”."

Altro slogan bellissimo, ma se le banche non avessero comprato i  Btp di cui si disfacevano Francia e Germania, chi li acquistava? Hanno impiegato tutte le loro energie per salvare il debito pubblico, ora non ne hanno più per l'economia. Questo non è sicuramente un bene. Ma bisognerebbe avere un piano più organico, poiché all'interno di questa costruzione europea, non si può fare molto di più, e non si può pretendere troppo dalle banche, già piene di sofferenze.

E poi il noto "no" renziano all'indulto:
"Pensare di affrontare il problema dello svuotamento delle carceri con un provvedimento di clemenza sette anni dopo l’ultimo indulto trasformerebbe questo strumento eccezionale in una sorta di condono mascherato"

E un altro ponte verso l'elettore di centro destra:
"Chi oggi dice che non si può toccare la spesa pubblica si pone dalla parte di chi vuole conservare l’esistente, cioè un sistema ingiusto e inefficiente. Modificare la spesa pubblica, garantendo più diritti a chi non ne ha, è un’assoluta priorità per il nostro welfare tutto incentrato sulla difesa di alcune categorie e non di altre."

Non manca un capitolo sulla sponsorizzazione del made in Italy nel mondo. E nemmeno le solite parole retoriche sul Meridione.

Ma sull'Europa devo ammettere che mi ha dato delle mezze soddisfazioni. Che sicuramente è sempre meglio di zero soddisfazioni che mi da uno come Letta.
Renzi, l'avevo già compreso, non è uno che vuole morire per Maastricht, almeno a parole. Vedremo poi nei fatti se e quando governerà:

"Ce lo chiede l’Europa?
Non è in crisi l’Italia. O meglio, non è in crisi solo l’Italia. È in crisi l’Europa che si scopre a fatica non più cuore economico del mondo.
...
il ritornello “Ce lo chiede l’Europa” ci ha stancato. Le cose che dobbiamo fare le vogliamo fare per noi, non per i burocrati di Bruxelles. Ci interessa adesso che la politica italiana inizi a dire cosa chiediamo noi all’Europa.
E vogliamo che il PD sia protagonista – non solo alle Europee – di una campagna per raccontare che tipo di idea di Europa abbiamo in testa e di una battaglia per realizzare un’Europa dei cittadini e non solo dei tecnici."

Renzi appartiene alla schiera del "più Europa", ma credo vorrebbe gli Stati Uniti d'Europa quelli veri, non quelli dei burocrati delle norme su cetrioli e banane:

"più potere per il Parlamento europeo, risorse certe ed autonome per il bilancio UE, elezione diretta del Presidente Europeo e poteri esecutivi per la Commissione, la progressiva equiparazione della Banca Centrale Europea a vero e proprio custode della moneta unica, sul modello della Federal Reserve negli Stati Uniti. L’Europa ha bisogno di essere governata dai rappresentanti dei cittadini non da un’oscura burocrazia. Perché non basta l’unione monetaria: il futuro è l’unione politica

Le politiche di euro-austerity hanno dimostrato il fiato corto e si sono rivelate inidonee e a rilanciare la ripresa.
...
Ma il PD che cambia verso all’Italia ha tutti i titoli per chiedere all’Europa di modificare il proprio approccio tecnocratico, che non risolve i problemi di crescita.
...
L’Europa non può essere semplicemente il guardiano dei conti, l’Europa non può essere un estratto conto.
...
l’Italia può acquistare la forza e la credibilità necessarie per chiedere all’Europa di cambiare le sue regole e perfino i suoi paletti. A partire dal parametro del 3% nel rapporto deficit/ pil; un parametro anacronistico. Siamo noi che dobbiamo chiedere all’Europa di cambiare"

Le soluzioni sono solo due: o fuori dall'euro e ritorno alla sovranità monetaria nazionale, o un vero Stato federale come gli Usa, dove gli squilibri interni sono compensati dai trasferimenti statali. Renzi sceglie nettamente la seconda soluzione, che purtroppo è la più utopica e meno realizzabile.

Comunque non ci sono altre soluzioni. Quella attuale adottata dall'Europa ci porterà al disastro. Non so se in uno Stato federale europeo l'Italia potrebbe andare verso un miglioramento economico-sociale, ma sarebbe meglio della situazione attuale.

Renzi rispetto ad una certa ala del Pd è forse il meno europeista nel senso lettiano e bilderberghiano. L'Europa dei tecnocrati non lo affascina. Forse perché ha capito che ormai non affascina più la maggior parte degli italiani che ne hanno le tasche piene d'Europa, un po' meno di euro... E se vuole vincere le elezioni deve lisciare il pelo dell'elettore dalla parte giusta.

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