martedì 19 giugno 2012

60% contro



Se il dato di Mannheimer è giusto, è piuttosto sorprendente.

"...una percentuale superiore alla maggioranza assoluta degli elettori del nostro Paese invoca, ..., una alternativa più o meno radicale del quadro politico. "

cioè:
Il 60% si astiene o sta con Grillo
( www.corriere.it )

"il primo e più significativo dato che colpisce ... è quello concernente la numerosità dei cittadini disaffezionati ai partiti tradizionali. Che cercano, di conseguenza, una opzione diversa da questi ultimi, manifestando indecisione o intenzione di astenersi o - è il fenomeno più in crescita in queste ultime settimane - rivolgendosi a una forza nettamente antipartitica, quale è il Movimento 5 stelle.
...
il M5s dispone oggi ancora di un ampio bacino di voti potenziali espressi da coloro che, pur non scegliendolo, dichiarano di prenderlo comunque in considerazione per una eventuale scelta futura: nell'insieme, il mercato elettorale attuale o potenziale di Grillo sta per toccare il 30%, vale a dire quasi un italiano su tre. Naturalmente, non è detto che tutti coloro che oggi dichiarano nelle interviste - magari per una reazione di protesta - di votare per Grillo, poi lo facciano davvero nel seggio elettorale. Ma già l'ampiezza delle intenzioni di voto costituisce un sintomo indicativo dell'attuale stato dell'opinione pubblica."

Se si unisce poi l'intenzione di voto con quest'altro dato:

"I sondaggi dicono che molti italiani vorrebbero un ritorno alla Lira. Si tratta di una pazzia. "

Scrive N. Porro sul suo blog. Spiegando dal suo punto di vista, il pericolo che una scelta del genere può provocare. La questione è dibattuta, per alcuni il ritorno alla lira sarebbe una catastrofe, e Porro e fra questi, per altri un costo sicuramente più sostenibile della situazione attuale (vedi  Uscire dall'euro con un pianoSe veramente si tornasse alla liraRitorno alla lira un po' di ottimismoItalia futuribile)

In pratica il vero pericolo per l'Europa non è la Grecia, che pare aver rivisto la sua posizione anti-euro dopo l'esito delle ultime elezioni, ma l'Italia. Il nuovo clima politico interpretato dal Movimento 5 Stelle, potrebbe fondersi facilmente con le spinte antieuropeiste che la crisi, e la politica di austerità stanno creando.
A quanto pare il desiderio di B. Grillo, di far giungere il movimento ai lidi del 40%, potrebbe diventare realtà nel 2013, con un corpo elettorale stremato dalla congiuntura. 

Gli attuali partiti in Parlamento, sembra non ne tengano colpevolmente conto. In realtà molti loro esponenti vorrebbero votare in autunno proprio per evitare di deteriorare ulteriormente l'attrattiva verso l'elettorato. Ma non possono, o non vogliono. Preferiscono mantenere in vita con la respirazione artificiale un morente governo Monti. Alcuni commentatori affermano che Berlusconi sia prossimo a staccare la spina al governo, che aspetterebbe solo l'esito del summit europeo di fine mese per decidere. Io non penso che poi l'ex premier possa permettersi un azzardo tanto pericoloso. E quindi il governo Monti, procederà, anche contro la volontà dell'esecutivo stesso, tra alti e bassi fino al 2013. Poi si vedrà.

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