martedì 12 giugno 2012

Solidarietà declinata all'europea



La solidarietà europea non esiste, esiste un concetto di "solidarietà europea" diverso in ogni capitale del vecchio continente. Che poi fra l'altro, in questi  ultimi due anni è apparso più vecchio e decrepito che mai, non solo anagraficamente, ma anche negli atteggiamenti e nell'incapacità di progettare il proprio futuro.

Prendo a prestito alcune frasi dell'articolo "Fino a quando non perderemo la pazienza" dal quotidiano tedesco "Der Spiegel" tradotto su "vocidallagermania.blogspot.it" :

"Nell'Euro-crisi siamo arrivati al punto in cui ognuno sta cercando di salvarsi scaricando i costi sugli altri. Quando Hollande propone che sia la collettività europea a salvare le banche spagnole, senza poi avere il diritto di immischiarsi negli affari di questi istituti, non pensa tanto al benessere della nazione spagnola, ma piuttosto al suo interesse. 
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In realtà, la maggior parte delle proposte del nuovo capo di stato sono a carico degli altri, nonostante tutti i giuramenti di solidarietà europea. Qualcuno dovrà garantire per programmi sociali che il governo francese propone. Perché non dovrebbe farlo la nazione che secondo la grande maggioranza è la piu' operosa e affidabile?
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Una strada per avere credito fresco a buon mercato conduce verso i risparmi dei tedeschi. Per questo il governo francese si batte con tenacia per gli Euro-bonds e l'unione bancaria.

L'altra strada sarebbe, far lavorare un po' di piu' i francesi: ma il presidente non vuole chiederlo ai suoi cittadini."


Queste frasi e altre che penso si potrebbero leggere su molti quotidiani tedeschi mettono bene in risalto qual'è l'idea di solidarietà economico-europea che ha  il popolo tedesco a livello inconscio.
Non si tratta solo di egoismo come potrebbe apparire a prima vista, ma di un modo di pensare completamente diverso da quello di un italiano e di un francese, ma anche di un anglosassone.

Alle sollecitazioni: "Attenzione! i conti della Grecia sono traballanti e va sostenuta!"; "Attenzione! le banche spagnole stanno fallendo dobbiamo salvarle!" i tedeschi mettono subito la mano al portafoglio, ma non per pagare, ma per accertarsi che nessuno gli sottragga del denaro indebitamente.

Perchè il loro concetto di solidarietà economica europea è quella di contribuzione personale. Tutti, facendo ognuno dei sacrifici, contribuiscono per venire incontro a chi ha bisogno. Ogni cittadino è chiamato a sostenere il nuovo debito solidale per la sua parte. Però se questo nuovo debito è fatto da altri cittadini non tedeschi, per di più considerarti stranieri nullafacenti e truffatori, automaticamente scattano delle difese psicologiche: "perchè dobbiamo pagare per questi inetti? perchè vogliono approfittare della nostra operosità e ricchezza queste persone poco accorte e maldisposte?" I tedeschi hanno un concetto di solidarietà legato alla responsabilità individuale. Ogni individuo è responsabile per le azioni da lui compiute. Ogni individuo contribuisce a sostenere una collettività, ma ci si aspetta che la collettività sia formata di persone oneste che sapranno essere degne dell'aiuto ricevuto. E questo è l'unico modo, non vale fare nuovo debito, creare moneta: quindi il denaro che serve per risanare le finanze dello spendaccione viene tolto all'onesto risparmiatore.

Il concetto di solidarietà economica alla francese (che poi è uguale a quello italico, ma qui faccio riferimento all'artico di Der Spiegel) è improntato a un'idea secolare di statalismo, passato dalla monarchia assoluta impersonante lo Stato, dallo statalismo bonapartista, a quello delle varie Repubbliche che da Bonaparte hanno ereditato questo Stato (modernamente organizzato) e il suo ideale fondativo.

Quindi alle sollecitazioni: "Attenzione! i conti della Grecia sono traballanti e va sostenuta!"; "Attenzione! le banche spagnole stanno fallendo dobbiamo salvarle!" i francesi (come gli italiani) pensano che della cosa se ne debba occupare lo Stato. Dove sta il problema? Non si delinea l'equazione mentale nuovi debiti uguale nuovi sacrifici personali. Ma semmai si pensa che a cose del genere debbano pensarci lo Stato, oppure oggi Bruxelles e la Bce, e che ciò che faranno queste entità lontane li riguarderà solo in minima parte.

Per questo motivo, anche molti commentatori qualificati ritengono la crisi europea tutta artificiale: chi non ragiona in termini teutonici non capisce nemmeno dove sia il problema vero. Al contrario, per i tedeschi, dover sostenere una fallimentare banca spagnola, per quanto lontana, è qualcosa che li urta nel profondo.

Lo Stato, nella visione non tedesca, che sia francese o europeo, o un ente che ne fa le veci, è una specie di "divinità" impersonale che sta al di sopra di tutti noi. Benchè sia formata dalla somma degli individui di una nazione, gode di una personificazione indipendente dai destini de singoli individui. Lo Stato è come un "dio" esterno che può intervenire e risolvere ogni problema. Il debito dello Stato è qualcosa di impersonale che non riguarda il singolo individuo: naturalmente ogni cittadino (francese e italiano) sa che non è così, ma allo stesso tempo nella sua mente censura questo collegamento.

Siamo di fronte a uno scontro culturale, due modi inconciliabili di vedere le cose dell'economia: il club dei debiti impersonali (club dei "colpevoli" per i tedeschi), contro il club dell'austerità e della responsabilità personale. Se gli europei avessero tutti un'idea dell'economia come quelle di Francia, Italia, Spagna ecc. l'Europa Unita esisterebbe già, e sarebbe simile agli Usa, che non hanno timore di fare nuovi debiti, benchè poi per un retaggio calvinista regolamentino per legge il tetto di debito. Ma è solo un atteggiamento ipocrita, in quanto di tanto in tanto spostano l'asticella verso l'alto.
Allo stesso modo se la pensassimo tutti come i tedeschi, esisterebbe già l'Europa Unita, ma assomiglierebbe ad una grande Germania, operosa e con poco debito.

Questa differenza culturale è un vero e proprio macigno, che impedisce una vera unione europea. In una tale nazione, i tedeschi sono condannati ad essere sempre sospettosi verso gli altri concittadini non tedeschi, e gli altri concittadini europei si sentiranno sempre sotto il controllo dei "maestrini" tedeschi, considerando questo loro atteggiamento come un egoismo ostile. Non è detto che un modello sia meglio dell'altro, ma il problema è che è difficile farli convivere e fonderli in un'unica nazione, anche se federale.

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