lunedì 11 giugno 2012

Il Grande Bluff pro Germania



Il Grande Bluff in questione, non è una mega truffa o un film, ma in questo caso il blog di Beato Trader: www.ilgrandebluff.info. Anche se il titolo del mio post si presta ad un doppio senso. Il Grande Bluff pro Gremania potrebbe essere inteso come il processo che ha dato origine alla moneta unica, che oggi da un grande vantaggio economico-strategico ai tedeschi, e una grande fregatura agli italiani (EURO sondaggio Shock: gli Italiani i piu’ Euroscettici dell’area Euro).

Beato Trader ha scritto un post che sembra fatto apposta per attirare polemiche, in quanto, contrariamente al sentire comune italiano (e spesso anche mio), si pone dalla parte delle ragioni della Germania. A dire il vero non è la prima volta che sostiene questa tesi pro tedesca, ma nel post del 9 giugno fornisce delle argomentazioni particolarmente argute, e direi che dovrebbero essere ben assimilate e far riflettere.

Perchè il Grande Bluff si pone dalla parte della Germania? Volendo essere maliziosi, si potrebbe affermare che lo fa per difendere i propri investimenti immobiliari berlinesi. Ma in realtà c'è di più. Semmai il ragionamento andrebbe ribaltato, Beato T. ha investito in Germania proprio a seguito delle sue conclusioni economiche e politiche da tempo elaborate.

La Germania sta vincendo la partita della "zona euro" non perchè è cattiva e vuole conquistare l'Europa, come spesso si semplifica nei ragionamenti patriottici nostrani. Ma perchè, con la caduta del muro di Berlino, e con il riassorbimento dei Lander dell'est, ha saputo riorganizzarsi e rivedere la propria struttura economico-produttiva, realizzando quelle riforme che l'hanno resa più efficiente.

La Germania, non ha quindi elaborato un piano di conquista dell'Europa del sud, ma semplicemente si è ritrovata ben più attrezzata di noi per sostenere le sfide del futuro. Per questo è riuscita ad "approfittare" degli altri partner della zona euro.

E gli italiani? Beato T. sostiene giustamente che ora è facile lagnarsi perchè le cose non vanno bene. Gli italiani sono i soliti "vittimisti" da sceneggiata napoletana. Dal 1992 (trattato di Maastricht), passando per il 2002 (introduzione dell'euro) l'Italia ha avuto la bellezza di venti anni per fare tutte quelle riforme che l'avrebbero resa efficiente e pronta a sostenere le sfide delle economie emergenti. Le conosciamo tutte le riforme necessarie, l'elenco è lungo: piano di abbattimento del debito, smagrimento della spesa statale, ricerca dell'efficienza economica (liberalizzazioni, piano industriale, piano energetico, riforma del lavoro...), abbattimento della burocrazia, riforma delle istituzioni dello Stato (forma di governo, miglior efficienza del Parlamento, riforma della giustizia...) ecc.

Non è stato fatto nulla. Inutile cercare le colpe: basta dire che la politica si è divisa tra scelte berlusconiane (norme a difesa del principe) e antiberlusconiane (polemica ideologica sterile). Si sono spesi 20 anni per litigare su cose spesso inutili, mentre i tedeschi producevano riforme economiche strutturali. Nemmeno oggi, con un governo tecnico, che pur ritenendolo una mostruosità antidemocratica, riconosco che avrebbe potuto tentare almeno di compiere alcuni di quei passi sopra elencati, si è fatto quasi nulla. Anzi, pur di mantenere lo status quo, ha deciso di aumentare la tassazione a livelli di strozzinaggio.

Ed ora? tornare alla lira? Cacciare la Germania dalla zona euro? Si sostiene generalmente che se la Germania uscisse dalla zona euro (o ne uscissero tutti), il nuovo marco si rivaluterebbe eccessivamente rendendo difficili le esportazioni ed inoltre i tedeschi andrebbero incontro a costi complessivi di 1300 miliardi di euro. A fronte di questi costi, il costo per rimanere nell'euro sostenendo le economie dei Piigs sarebbe di 500 miliardi di euro.
(ne ho scritto in "Se Obama perde la pazienza", e viene analizzato meglio su  www.cobraf.com )

(tra l'altro la tabella soprastante arriva da un sito anglosassone  http://www.businessinsider.com )

Così risponde Beato T. ai "nazional complottisti" anti Germania su questo tema:

Tentiamo di andare OLTRE alle solite "cazzate vittimistiche" sulla "Cermania"....
(www.ilgrandebluff.info)

"Questa NEWS va letta esattamente AL CONTRARIOdi come è stata posta
e di come verrà letta dal 99% del Bar Sport nazional-populista-vittimista....a beneficio delle CASTE italiote...

Prima di tutto....
il calcolo del (mini-)COSTO in carico alla Germania per mantenere in piedi l'Euro mi sembra moooolto ALEATORIO e sotto-stimato: solo 579mld ????
E come cappio li hanno calcolati questi "famosissimi Analisti" di Carmel Asset Management...se solo sotto al culetto delle banche Spagnole ci sono voragini da almeno 400 mld (+ una leva da almeno 10x-20x)...?

Inoltre vengono conteggiati come costi a carico della Germania i CREDITI (inesigibili?-post-euro-break-up) che la Bundesbank ha come azionista della BCE....
La Germania sarà anche il principale azionista della BCE...
MA PERCHE' NON SPECIFICARE CHE QUESTE PERDITE SE LE CUZZEREBBE ANCHE LA FRANCIA, L'ITALIA ETC?
O perchè non specificare che per esempio l'Italia AVREBBE LE SPALLE MOLTO MENO LARGHE rispetto alla Germania per sopportare tali perdite extra?
A me questo modo di fare informazione parziale ed un tanto al chilo non mi piace....
Ed a voi?...
Ma alla FIN FINE
questi 1.300 miliardi di COSTO
sarebbero la FORTUNA per una Germania che tornasse al New-Marco....
Infatti la Nuova Valuta Crucca schizzerebbe almeno a 2:1 rispetto al Dollaro USA, inchiodando l'Export Tedesco.
Ma la Bundesbank, così restia a stampare per i PIIGS, lo sarebbe molto meno nello stampare New Marchi a vantaggio della sola Germania ed a compensazione dei 1.300 miliardi (ipotetici) di costo dell'Euro-Break-up....
Dunque si otterrebbe una bella SVALUTAZIONE del New-Marco
che avvantaggerebbe l'Export Tedesco orfano dell'Euro
che compenserebbe efficacemente sia la forte DEFLAZIONE che l'inevitabile Recessione Tedesca
e che BILANCEREBBE almeno parzialmente la forte rivalutazione del New-Marco.
Del resto i Mercati non sono FESSI
e se scommettono a stecca sul Bund-in-Bolla come future sul New-Marco una ragione ci sarà...
al di là delle minkiate che vi raccontano nei Bar Sport "bancari" di provincia....
...
Riflettete anche su come Obama&gli USA stiano tampinando sempre più da vicino la Germania...proprio perchè LA TEMONO SEMPRE DI PIU'...
Infatti la Germania non è mai stata così INFLUENTE E DI PESO sullo scenario economico-politico mondiale come lo è ADESSO (a parte i tempi del 3° Reich...ma i mezzi usati erano differenti...)."


E' una risposta che merita una seria riflessione, soprattutto in un lunedì che si appresta ad essere difficile come molti in questi ultimi mesi: i 100 miliardi alle banche spagnole daranno euforia o depressione ai mercati?
Chi pensa che lasciare la Germania fuori dall'euro sarebbe salutare per le economie degli altri europei, e chi pensa di usare questa possibilità come una minaccia contro la Merkel (mi ci metto anche io), deve valutare bene i pro e i contro.
Io ritengo la posizione di Beato Trader troppo esposta verso la Germania, ma non nutro dubbi che nel caso di una deflagrazione dell'euro, i tedeschi sarebbero i primi o fra i primi a rialzarsi. Quindi, bisogna essere ragionevoli e considerare che in una situazione di grande crisi, chi ha le spalle più large, resiste anche meglio. Chi ad oggi ha "le spalle più larghe"?

L'Europa è ovviamente interrelata. La crisi dei Piigs, e l'eventuale uscita dall'euro di questi (a cominciare dalla Grecia), investirebbe in qualche modo anche la Germania. Ma siamo sicuri che alla caduta delle esportazioni tedesche corrisponderebbe automaticamente una ripresa delle esportazioni italiane e degli altri Stati europei del sud? Le mancate riforme del nostro paese possono essere un freno ad una ripresa economica agevolata da una lira svalutata (dal 20 al 60% - Ballarò dixit).

Si deve riflettere su certe conclusioni troppo facili: uscita dall'euro, svalutazione della nuova lira, ripresa dell'economia grazie alle esportazioni. In questa equazione c'è un fondo di verità credo, ma se dovessimo, o fossimo costretti, a tornare alla lira, non potremo prescindere dal portare a termine almeno alcune delle riforme di cui sopra. Il livello di tassazione dovrebbe scendere sensibilmente per far riprendere il manifatturiero, e per ottenere questo risultato sarà comunque necessario ridurre la spesa statale e quindi riorganizzare lo Stato. Non potremmo competere con le economie emergenti con tutti i problemi di lentezza burocratica, lentezza legislativa e costi eccessivi che tuttora ci affliggono.

A meno che, per qualcuno tornare alla lira significhi mantenere tutti i difetti feudali italiani e non affrontare i problemi economico-istituzionali, continuando allegramente a produrre debito. Fino a quando la nuova lira non varrà più nulla, come avvenne a quella turca negli anni ottanta. Ad un certo punto ci ritroveremo a scambiare un chilo di banconote con un chilo di pane. Tornare alla lira significa attrezzarsi per sostenere una "guerra economica" globale da soli contro interi continenti. Si può fare, ma non si può fare alla leggera e senza riforme economico-istituzionali pesanti.

L'unica critica che mi sento di indirizzare al ragionamento di Beato T. è di tipo politico. Credo che il suo ragionamento sottovaluti le alleanze politiche internazionali. Quando Obama dice che è pronto a sostenere interventi europei pro crescita, intende che è pronto a sostenere le economie simili a quelle Usa, cioè il club del debito.  La Germania della Merkel rischia un isolamento politico che può pagare molto caro. Anche se è molto forte, la Germania non può sostenere una "guerra economica" contro il resto del mondo che si allea avversando le sue politiche austeriche. Ha ragione Obama, a questo punto la scelta migliore è puntellare l'euro ad ogni costo, la sua caduta sarebbe un disastro mondiale. Anche a costo di costringere i tedeschi a scelte non condivise.


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