lunedì 10 marzo 2014

Che confusione...


Che confusione... ormai confondo il Renzi vero con quello di Crozza e non riesco più a capire quali sono i confini della finzione e quelli del governo:

"“Mercoledì abbassiamo le tasse di dieci miliardi. Non ci crede nessuno? Lo vedremo”. Parola di Matteo Renzi, che liquida la polemica sulla scelta tra Irap e Irpef: “Ridicolo”. Ma le promesse del premier non finiscono qui. “L’assegno di disoccupazione arriverà con un ddl che impone la riorganizzazione degli strumenti di ammortizzazione sociale”, ha aggiunto, ponendo però una condizione: “Al disoccupato do il contributo ma lui non sta a casa o al bar ma mi dà una mano per le cose che servono”.
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“ascoltiamo i sindacati, ascoltiamo tutti, ma cosa dobbiamo fare lo sappiamo: lo faremo non pensando alle associazioni di categoria ma alle famiglie e alle imprese“. E se “avremo i sindacati contro, allora ce ne faremo una ragione. I sindacati devono iniziare a mettere on line tutte le spese che hanno, come gli altri”.
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Sul fronte europeo, il presidente del Consiglio ha detto che la regola del 3% sul rapporto deficit/Pil “è una norma concettualmente antiquata ormai, ma noi la rispetteremo finché non sarà cambiata, non cambieremo le regole in modo unilaterale”, perché “se noi non teniamo in ordine i conti di casa nostra non siamo credibili con nostri figli e non con l’Europa”. E ancora: “Vorrei fare le riforme prima del semestre europeo proprio per non sentirci dire cosa dobbiamo fare ma per dire: ora vi raccontiamo noi cosa è l’Europa”."

(www.ilfattoquotidiano.it)

Frasi roboanti, di grande effetto mediatico soprattutto quando si afferma di tagliare le tasse di 10 miliardi. E' tanto? E' molto ma non tanto, rappresenta circa 1,3% della spesa pubblica e circa lo 0,6% del Pil nazionale annuale. Visti così questi 10 miliardi appaiono già un po' meno affascinanti. Soprattutto se si pensa che Cottarelli (spendig review) aveva fatto ventilare all'inizio tagli della spesa pubblica a due cifre (percentuali) e poi comunque di almeno 30 miliardi.

Dieci miliardi rischiano di diluirsi talmente da non apparire per niente nelle pieghe dei bilanci aziendali e nelle buste paga:

"bisognerebbe studiare le esperienze passate così da non ripetere gli stessi errori. Nel 2007 il governo Prodi tagliò il cuneo fiscale sul lavoro di 7 miliardi e mezzo, distribuendo lo sconto per il 60% sulle imprese e per il 40% sui lavoratori. Fu un fallimento perché, complice la crisi mondiale, le aziende non investirono, mentre i lavoratori non si accorsero degli spiccioli ricevuti, che oltretutto furono subito mangiati dall’aumento delle imposte locali.

Adesso il presidente del Consiglio promette un taglio del prelievo sul lavoro di 10 miliardi: sembrano tanti, ma non lo sono, considerando che il cuneo fiscale e contributivo che grava su imprese e lavoratori vale circa 300 miliardi di euro l’anno. A maggior ragione è bene che queste poche risorse non vadano sprecate in interventi a pioggia, come ha fatto anche il governo Letta, che ha tagliato di 2,6 miliardi l’Irpef per quest’anno a vantaggio dei lavoratori dipendenti con un effetto impercettibile sui salari netti (al massimo 18 euro al mese su una retribuzione annua lorda di 17 mila)"

(www.corriere.it)

Insomma pare proprio che Renzi abbia preparato una bella confezione mediatica ad un regalo che è già stato fatto in passato che ci ha sempre delusi. C'è molta più propaganda mediatica che sostanza. Anche la battaglia sullo sforamento del 3% debito/Pil si sta affievolendo, rimanendo sullo sfondo come promessa possibile e non programma di governo. Inoltre non sono chiare le coperture finanziarie di questi modesti dieci miliardi. Se si pensa al balletto Letta con Saccomanni durato un anno per trovare due miseri miliardi per abolire l'Imu, ora pensare a Renzi che combatterà un anno con Padoan per trovare le coperture in bilancio non mi pare una previsione impossibile. Che poi in realtà i due miliardi di Imu non sono stati trovati e la tassa ha cambiato nome in Tasi ma non peso nelle tasche degli italiani.

Più che il taglio del cuneo fiscale, attendo Renzi sulla riduzione del peso della burocrazia. Probabilmente un costo ancora maggiore che grava sul lavoro. La burocrazia soffocante non è solo una seccatura, ma un costo effettivo: un costo per produrre tutti i carteggi necessari, molto spesso inutili e che non leggerà mai nessuno; un costo per i tempi persi a volte biblici per ottenere tutti i permessi necessari.

Vedremo cosa uscirà dal cilindro dell'ennesimo mago illusionista al governo. Dopo il taumaturgo Berlusconi, passando per il Mago Monti salvatore d'Italia, e i profeti delle "luci in fondo al tunell" Letta e Saccomanni.

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