sabato 29 marzo 2014

Svalutazione salariale dall'alto



"Scattano il 1 aprile i tagli agli stipendi dei manager pubblici

Avranno compensi ridotti di almeno il 25% rispetto ai predecessori i presidenti e gli amministratori con deleghe di Eni, Enel, Finmeccanica, Cassa depositi e prestiti (Cdp), Ferrovie dello Stato e Poste italiane. L’annuncio arriva dal ministero dell’Economia, che in un comunicato spiega di voler dare attuazione a quanto prevede il cosiddetto «decreto del fare». Il taglio delle remunerazioni sarà sottoposto al voto delle assemblee.

Il rappresentante del Tesoro «è vincolato a votare favorevolmente tale proposta«, spiega la nota
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Quindi non potranno guadagnare più di 311.658,53 euro gli amministratori delle società non quotate controllate dal ministero dell’Economia, diverse però da quelle che emettono obbligazioni sui mercati regolamentati. Nel tetto rientra “qualsiasi componente retributiva, inclusi benefit di tipo non monetario suscettibili di valutazione economica”"

Qualche giornalista dietrologo e gigione afferma che questo provvedimento ha un non so ché di populista. Accarezza l'opinione pubblica nel verso giusto del pelo. Effettivamente questo è vero. A me però suggerisce un'altro possibile punto di vista.

Se l'Europa (cioè la Germania) ha deciso per noi che non potendo svalutare la moneta, si devono svalutare stipendi e prezzi interni, allora anche la classe dirigente deve dare il buon esempio. Renzi ha quindi iniziato ad applicare la svalutazione salariale dall'alto. Tanto prima o poi, che si cominci da una parte o dall'altra il risultato sarà lo stesso. Meglio iniziare le "rifforme" dove fanno meno male. Se tagli del 25% lo stipendio del super manager sicuramente questi non soffrirà molto. Diverso se lo fai con lo stipendio dell'operaio Fiat... Ma se poi l'operaio vede il "buon esempio" partire dall'alto, forse, forse si rassegna...

Del resto come potrebbe funzionare effettivamente la svalutazione salariale? Non come avviene oggi, in cui a fianco di super manager strapagati, e dipendenti garantiti ancora ben pagati, ma anche una casta di professionisti con parcelle milionarie, ci sono categorie sfortunate di lavoratori saltuari con stipendi finti con i quali a malapena si pagano gli abbonamenti dei mezzi pubblici, o di operai come quelli della Elettrolux che vengono messi di fronte al dilemma lavoro o taglio di stipendi, o di esodati a cui era stata promessa un pensione anticipata ed ora sono senza reddito.

Così la svalutazione salariale non funziona. Perché ci sono categorie e strati di società il cui reddito è sproporzionalmente più basso della media, che non sono in grado di sopravvivere e quindi di sostenere il mercato interno, e quindi di partecipare al Pil nazionale. E' anzi per questo che stiamo economicamente collassando. I consumi interni latitano, perché i lavoratori italiani non sono più in grado di sostenere gli acquisti, nemmeno quelli di base ormai.

Come può funzionare effettivamente la strategia della svalutazione interna? Potrebbe funzionare solo in un modo. Cioè se in uno stesso istante tutti i salari e tutti i prezzi venissero abbassati di una certa percentuale. E' chiaro che si tratterebbe di un intervento da socialismo reale, impraticabile oggi. Ma se fosse possibile, diventeremmo immediatamente più competitivi, poiché la nostra manodopera risulterebbe meno onerosa che in altri paesi come la Germania. Inoltre i lavoratori potrebbero comunque difendere il loro potere d'acquisto, avendo a disposizione dei beni il cui prezzo sarebbe commisurato allo stipendio. Probabilmente la domanda interna si riprenderebbe un poco, o comunque smetterebbe di arretrare.

Si avrebbe una deflazione interna istantanea, che renderebbe poco conveniente produrre per il mercato interno. Questo è sicuramente vero, ma è anche vero che i lavoratori italiani non avrebbero più molte possibilità di acquistare beni provenienti da paesi con moneta... anzi con stipendi maggiormente rivalutati. Quindi l'industria italiani si riprenderebbe non solo per un aumento delle esportazioni, ma anche per un aumento delle vendite nazionali. Meno Volkswagen  e più Fiat. Avverrebbe più o meno ciò che succederebbe lasciando l'euro e ripristinando una neo-lira svalutata.

Allo stesso modo, le materie prime che acquistiamo dall'estero, ci costerebbero un po' di più in proporzione alle retribuzioni ed ai prezzi interni. Anche in questo caso avremmo una situazione simile a quella in cui ci ritroveremmo con una neo-lira. Rimarrebbe invariato comunque il costo delle materie prime in rapporto ai prezzi dei beni esportati.

Con il debito pubblico avremmo il vantaggio di conservarlo in euro. Anche se qualcuno afferma che questo è uno svantaggio. Poiché trasformandolo in lire, in realtà si svaluterebbe di colpo del 20-30%. Un debito di 2.000 miliardi euro diventerebbe un debito di 2.000 miliari di neo-lire del valore di 1.500 miliardi di euro. Altri sostengono che non tutto il debito potrebbe essere svalutato: quello in mano agli stranieri saremmo costretti a continuare a pagarlo in euro per non incappare in sanzioni internazionali.

Comunque con la svalutazione interna istantanea, il nostro debito pubblico, pur non variando, diventerebbe un peso maggiore. Poiché se oggi abbiamo un Pil di circa 1550 miliardi di euro a fronte di 2.015 miliardi di debito pubblico, con una svalutazione interna di salari e prezzi, il Pil potrebbe diminuire ancora in termini assoluti (anche se con tendenza a crescere nel futuro grazie alla miglior performance dell'export). Così se oggi abbiamo un rapporto debito/Pil del 130%, con una svalutazione istantanea questo rapporto potrebbe peggiorare brutalmente.

Insomma riassumendo, con la svalutazione interna: aumentano le esportazioni; cala in rapporto agli stranieri il valore dei nostri stipendi; rimane però invariato o quasi il nostro potere d'acquisto; ci costerebbero di più le materie prime; il rapporto debito/Pil aumenterebbe ancora.
Con la svalutazione monetaria adottando la neo lira si avrebbero le stesse conseguenze.

Ma allora mi chiedo, perché scegliere la strada difficilissima della svalutazione interna, in quanto genera scontri sociali e populismo a non finire, invece della più semplice svalutazione monetaria, dove tutte le cose su esposte, quelle vantaggiose e quelle svantaggiose, avvengono automaticamente e nessuno si accorge della decurtazione del proprio stipendio in rapporto a quello di un tedesco?

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