venerdì 7 marzo 2014

Olli stai sereno


Mi diverte la baldanza con cui Renzi risponde all'Europa che fa rilievi abbastanza pesanti sulla situazione economica del paese. Complice anche una stampa sussidiata che quasi ignora i moniti europei ed eleva su un piedistallo il Sindaco d'Italia malgrado non abbia ancora combinato nulla, Renzi risponde per le rime alle non tanto velate minacce europee. E risponde esattamente come ha risposto a deputati e senatori italiani quando gli ha chiesto la fiducia: mantenendosi nel vago e millantando entrate tributarie del tutto arbitrarie.

"Il premier, Matteo Renzi, affida la sua risposta ad un tweet: «I numeri Ue sull’Italia sono molto duri. Spero che sia chiaro perché noi dobbiamo cambiare verso. Ne parliamo il 12 marzo».
...
La pesante strigliata, arrivata oggi dall’Europa che mette l’Italia «sotto stretto monitoraggio», non cambia la tabella di marcia di Renzi. «Sono dati molto duri», ammette il premier, non sorpreso però da quella che considera come la fotografia di una situazione nota. Per questo, al rientro da Siracusa, sente i ministri competenti e preme per accelerare e portare nel consiglio dei ministri della prossima settimana una prima tranche di «riforme ambiziose» da approvare alla vigilia dell’incontro con la cancelliera tedesca Angela Merkel. Il presidente del Consiglio evita di addossare al governo precedente le colpe del warning arrivato oggi dall’Ue. «Dobbiamo guardare avanti e cambiare verso», spiega Renzi intenzionato a dimostrare anche all’Europa che il suo non è stato solo un cambio di premiership ma soprattutto un cambio di passo. Che, senza trascurare il rigore dei conti, punti la bussola soprattutto sulla crescita e sul lavoro. Già domani, nell’incontro che avrà con il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy dopo il vertice dei capi di governo Ue sull’Ucraina, Renzi metterà in fila, con un timing preciso, le priorità del suo governo, che vede a marzo le misure sul lavoro, ad aprile quelle sulla pubblica amministrazione, con un corposo taglio della burocrazia, a maggio il fisco e a giugno la giustizia. «Dobbiamo fare le riforme prima del semestre Ue» per essere credibili e per decidere noi che cosa dobbiamo fare, sostengono i renziani determinati a non farsi dettare l’agenda dall’Europa. "

(www.lastampa.it)

L'Europa ha un compito difficile con il discolo Renzi. I tecnocrati europei sono proprio mal messi, con il nuovo premier neo-berlusconiano. Con Berlusconi non c'era alcun problema, era sufficiente che partissero da Bruxelles piccoli rilievi alle sue politiche economiche, che poi subito venivano ingigantiti come montagne dalla stampa nazionale. Insomma l'Europa lavorava a mezzo servizio, ci pensavano gli italiani stessi a mettere in cattiva luce il loro premier di fronte all'Europa.

Con Renzi invece cascano male: la voce dell'Europa arriva afona qui nel paese di Pulcinella, e quella del premier invece risuona cristallina e soprattutto non contestata eccessivamente dal giornalismo sdraiato autoctono. Così nell'opinione pubblica italiana, la voce dell'Europa appare pretenziosa e in pieno torto. Anche se la denuncia dei tecnocrati è vera. Non giusta, ma sicuramente vera.

Il premier ha gioco facile così a mettere in riga la guida sfilacciata e poco autorevole del continente:

"Per Renzi, però, «dovrà cambiare verso anche l’Europa». A palazzo Chigi sottolineano che non è un caso che la prima missione oltre confine sia stata a Tunisi e non in una capitale europea. E non è una svista che oggi a Bruxelles il premier incontri il presidente Van Rompuy e non il capo della Commissione, José Manuel Barroso. Il segno che il premier intende marcare «la propria autonomia»: «Matteo non sarà certamente succube degli eurocrati», dice una fonte autorevole. E non ha alcuna intenzione di recede dall’idea di far cambiare approccio all’Unione europea: «Più politica e meno numeri». «L’importante è arrivare al semestre di presidenza della Ue con i compiti fatti. Per cambiare le cose, e discutere perfino dei parametri, bisogna essere credibili», è il refrain del premier."

Renzi è davvero un fenomeno nuovo, simile a Berlusconi, ma diverso. Diverso perché al contrario di Berlusconi non ha freni, ne istituzionali, ne nei media. Può sparare balle a palle incatenate che nessuno lo critichi. Ha persino plagiato un tecnico serio come Padoan.

"Un dualismo tra me e Renzi? ‘Ogni volta che vedo il presidente del Consiglio, ci chiediamo chi metta in giro queste voci’. Pier Carlo Padoan
...
Intanto Renzi spinge a tutta forza sui provvedimenti per la crescita: 10 miliardi di cuneo fiscale, 60 miliardi di pagamenti alle imprese, Jobs act, edilizia scolastica, credito di imposta per la ricerca. Tutte cose buone. Ma lei sa dove prendere i soldi?
...
potremo anche utilizzare provvisoriamente per le coperture risorse una tantum o da riallocare all'interno del bilancio. Per esempio? Per esempio le risorse del rientro dei capitali. Una somma difficile da valutare, ma che ci sarà. Così come dobbiamo anche capire con l'Unione europea come utilizzare al meglio i fondi europei che oggi non vengono spesi."


"la solita macumba sui leggendari “capitali dalla Svizzera”, su cui fantasticano tutti i governi italiani da qualche anno a questa parte. Questa è la forma suprema di copertura non strutturale, come si intuisce."
(phastidio.net)

"Sul debito pesano anche i contributi che l'Italia ha pagato ai fondi europei di salvataggio

Trasferire, come ha chiesto il Sole 24 Ore, il debito Efsf e i prestiti bilaterali tra Stati (Italia-Grecia) all'Esm potrebbe farci risparmiare, per pure questioni contabili, un bel po' di miliardi in termini di minor debito. 

È un'idea su cui possiamo lavorare. Tutto quello che può aiutare sul debito va considerato. Intanto dobbiamo proseguire e rafforzare il programma di privatizzazioni, che potrà ridurre un po' il debito già da quest'anno. 

Su Poste andrete avanti come da programma? 

Certamente. 

Renzi ha annunciato che porterà il Jobs act mercoledì in Consiglio dei ministri. Si parla di un assegno universale come garanzia in caso di perdita del lavoro. Ma, anche qui, dove si trovano i soldi? Le riforme del mercato del lavoro e degli ammortizzatori costano. 

Dobbiamo riconsiderare gli strumenti esistenti, utilizzando anche risorse che già vengono impiegate all'interno del sistema di welfare. C'è un lavoro di riallocazione da fare, che coinvolge anche la cassa in deroga. Eppoi mi ricollego a quanto dicevamo prima, sull'occupazione dobbiamo utilizzare meglio i fondi europei. 

A proposito di coperture, si è parlato tanto di un aumento della tassazione delle rendite finanziarie. Può dirci come stanno le cose? 

Su tutte le imposte, non solo sul cuneo fiscale, va fatta un'analisi accurata dei costi e dei benefici. Le rendite finanziarie sono tante cose molto diverse. Per ciascuna bisogna valutare gli effetti sul gettito, ma anche l'impatto sul reddito delle famiglie e sui mercati. Ci riserviamo un approfondimento molto serio per decidere se intervenire."

"Padoan ritiene possibile accelerare la spending review di Carlo Cottarelli, per giungere a risparmi annui di 5 miliardi di euro. Qui diremmo che Cottarelli sta rapidamente diventando un ibrido tra Superman e Babbo Natale, e la cosa inquieta.
(phastidio.net)

"Sempre in tema fiscale Renzi ha parlato in Parlamento della possibilità di un allargamento del credito di imposta per la ricerca e l'innovazione. 

È una misura attesa dalle imprese. Sull'efficacia di questa misura c'è un mix di valutazioni a livello internazionale. Ricerca e innovazione vanno sicuramente sostenute: stiamo esplorando i veicoli più efficienti. Sui pagamenti alle imprese Renzi si è impegnato a liquidare l'intero stock del debito. 

Si è parlato di 60 miliardi in totale. È un impegno che si sente di fare suo? 

Il provvedimento è già pronto, possiamo portarlo a uno dei prossimi Consigli dei ministri. Sbloccheremo i pagamenti anche sul 2013 e per il futuro attueremo un sistema basato sulle certificazioni e sulla trasparenza. Grazie anche al coinvolgimento della Cdp pensiamo di poter risolvere strutturalmente il problema. 

L'agenzia Fitch (vedi alla voce Francia incazzata. Ndr) ha minacciato di abbassare il rating di Cdp se sarà utilizzata in questo senso. 

Quelle sollevate da Fitch sono preoccupazioni del tutto fuori luogo. Cdp e banche saranno coinvolte in una triangolazione con benefici per tutti. 

Intanto l'Unione europea ha aperto un faro sull'operazione di rivalutazione delle quote della Banca d'Italia… 
Ho già parlato con Almunia, presto risponderemo formalmente. Ma non vedo alcun problema. "
(www.ilvelino.it)

Se non è fuffa è finanza creativa. E poi un tempo si criticava Tremonti...

"Quindi, la nostra valutazione di sintesi è la seguente: nel breve termine le coperture non ci sono, nel senso che sono non strutturali e/o aleatorie. Riuscire ad ottenere uno sforamento dalla Ue appare al momento idea fuori discussione, visto che dalla review comunitaria è giunto il messaggio che a Bruxelles sono nervosi per la sostenibilità del nostro rapporto di indebitamento. Anche qui, presto sapremo, incluso cosa intende Renzi quando afferma di puntare a liberarsi del patto di stabilità interno.

Al momento è presto per dire che il governo Renzi sta tentando l’ennesima operazione-cacciavite, come già fatto (fallendo) da Letta. Ma quello che emerge, da interviste come questa, è che le coperture continuano ad essere una enorme incognita, e che il governo oscilla tra ortodossia europea e desiderio di un brusco scarto. Il tempo delle scelte si avvicina."


Ma anche no. Non c'è nessun problema, qui in Italia ora che governa Renzi. Ci sono le coperture finanziarie e le idee chiare. Già si vede un faro in fondo al tunnel. Olli stai sereno!

Nessun commento:

Posta un commento