mercoledì 26 marzo 2014

Sdoganamento no euro (2)



Nel primo post con questo titolo, facevo notare che ormai fare propaganda contro l'euro in rete era diventato banale:

"Due anni fa, scrivere un post anti euro, o riportare qualche raro articolo contro l'euro tradotto dalla stampa estera, mi dava l'impressione di essere un carbonaro del Risorgimento. Oggi mi pare addirittura quasi ripetitivo. Non c'è giorno che passa senza che da qualche parte in rete, anche su siti di testate nazionali non venga pubblicato un testo che prima sarebbe stato definito populista.
Anche se molti esperti continuano a abusare del termine "populista" a sproposito. Mi è capitato di sentire un commento all'indomani del V-day grillino di Genova, in cui un'intellettuale affermava che Grillo dal palco trattava purtroppo ancora temi populisti, come la carenza di democrazia nell'Unione Europea...
Non sapevo che anche la democrazia fosse diventato un tema populista! Probabilmente lo diventa se pronunciato dal politico "sbagliato".

Ma comunque oggi l'euro non è più di moda. La maggior parte dei partiti italiani sta velocemente o lentamente transitando sulle sponde antieuropee. "

(Sdoganamento no euro - dicembre 2013)

Era solo l'inizio, ma già il tema dell'euro era addirittura entrato di prepotenza nei talk show, cosa impossibile per esempio nel 2012 se non in casi rarissimi. I media hanno a poco a poco scoperto che il tema "tira" e fa audience.

Dal 24 marzo 2014 con l'avanzata in Francia del Front National il tema dell'uscita dall'euro è diventato preponderante, con grande sconcerto qui in italia del Pd e delle forze più europeiste. E' stato sdoganato l'argomento "no euro" anche nell'ambito più importante, quello dello scontro politico. La stessa cosa non era accaduta per esempio nel 2013 con le elezioni nazionali.

Questo l'ho immediatamente percepito poiché si è subito alzata, per esempio la voce di Napolitano, il quale (non ho capito bene il motivo, forse a causa di qualche domanda specifica di giornalista) ha messo in guardia contro la possibile perdita della pace e della libertà in Europa. Come se l'euro c'entrasse  qualcosa con libertà e pace. Quando in realtà il problema dell'euro e dell'Europa è semmai la mancanza di democrazia, di cui del resto Napolitano non sente la mancanza visto che preferisce governi nominati e non eletti dal popolo.

Se come credo l'Europa è ormai più che interconnessa, credo che l'affermazione di M. Le Pen avrà grande influenza anche sulla campagna elettorale in Italia (ed auspicabilmente in altre nazioni). Di fatto ha imposto l'agenda, ed ha imposto un'agenda estremamente sgradevole per il centro sinistra italiano. Costretto a confrontarsi con un tema di cui non vuol parlare e che ha sempre cercato di censurare in questi anni, dalla caduta di Berlusconi in poi. Il quale era un capo espriatorio talmente comodo, che dover ora andare a cercare le vere cause della crisi, provoca nei piddini un certo imbarazzo e una perdita di riferimenti politici.

Eppure ora si dovrà discutere in questa campagna di Europa, e come dimostra la risposta piccata di Renzi sul successo del Front National, il Pd non ha veri argomenti, una vera strategia.

"La "luna di miele" del governo sembra finita e il premier comincia a dar segni di affanno con l'approssimarsi delle elezioni del 2 5 m aggio che rappresentano per il nuovo capo del governo un "voto di fiducia", e non si può dire che l'esordio di Matteo Renzi sulla scena europea sia stato un successo. Leader carismatico ai nostri occhi - per il "popolo delle primarie" e dei talk-show nazionali - il premier italiano che ha m andato via Enrico Letta, Emma Bonino (ed Enzo Moavero) presentandosi a Bruxelles con Federica Mogherini come ministro degli Esteri non ha ipnotizzato le cancellerie europee. A ciò si aggiunge, sulla scena italiana, una sostanziale destabilizzazione determinata dai rapporti non all'unisono con il ministro dell'Economia, Padoan, con il commissario alla spending review , Cottarelli, e con il presidente di Confindustria, Squinzi.

Ma il fatto che i "sorrisini" tra Barroso e Von Rompuy abbiano rinnovato quelli tra la Merkel e Sarkozy pone il problema se l'insuccesso europeo di Renzi riguardi soltanto una nostra casalinga sopravvalutazione del sindaco di Firenze."

(www.ilsussidiario.net)

"Ne deriva che per contrastare la valanga non serve il timor panico, bensì una risposta politica. Peccato che manchino i tempi: i due mesi di qui alla fine di maggio sembrano davvero esigui per realizzare ciò che propone Renzi, ossia un'Europa «diversa» capace di porre al centro della sua strategia «la crescita e la lotta alla disoccupazione».
...
Combatteremo il dilagare del populismo anti-europeo con il "bonus" degli 80 euro in busta paga e gli interventi a favore delle imprese che assumono. Può essere sufficiente? Nessuno può dirlo, ma sarebbe abbastanza miracoloso invertire la tendenza che parte dalla Francia ed è destinata a scandire, nelle prossime otto settimane, la partita secca fra chi crede nell'Europa, pur con i suoi gravi limiti, e chi punta al ritorno agli Stati nazionali, ciascuno con la propria moneta."

(www.ilsole24ore.com)

E' una cosa logica occuparsi di Europa nelle relative elezioni, ma è una novità per l'Italia (forse anche per gli altri paesi) abituata a declinare le elezioni europee in chiave interna. Il Pd ha pensato di attrezzarsi in anticipo con un premier e con un segretario "movimentista" e risoluto per correre verso un "più Europa" con maggior decisione, determinatezza ed empatia.
Ed ora invece la "moda" del momento sta diventando un'altra: l'accusa proprio all'Europa e all'euro.

Insomma, anche l'istrionico Renzi da oggi si trova a nuotare contro corrente. In politica è importante seguire la corrente, andare contro i flussi della storia è assurdo, ma soprattutto impossibile ed autolesionistico. Per questo credo che a partire da questi giorni, la fortuna arriderà a quei partiti che mostreranno di trovarsi dalla "parte giusta" in questo momento storico. Ci sarà sicuramente un effetto trascinamento Le Pen, e saranno i partiti nel solco dei populisti francesi a trarne vantaggio.

Quindi il Movimento 5 Stelle andrà a vele spiegate verso un possibile grande risultato, si avvantaggerà degli stessi argomenti "no euro" anche la Lega di Salvini che si è allineato proprio alle tesi di Le Pen. 

I partiti invece che tentenneranno fra una sponda eurista ed una di critica all'euro verranno puniti, o si troveranno sempre più in difficoltà nella difesa dell'euro. In politica chi sta sulla difensiva ha già perso. Chi poi difende l'austerità, i vincoli europei, e l'euro, apparirà nettamente dalla parte sbagliata. Forse grazie alla Francia, l'Europa così com'è oggi si schianterà molto prima di quanto stimavo.

Le polemiche sull'euro dureranno a lungo, anche oltre le elezioni se poi i partiti populisti, come credo, avranno un grande successo alle elezioni del Parlamento europeo. Sarà un anno difficile, il 2014, per gli europeisti a tutti costi, quelli che volevano morire per Maastricht. Ad inizio anno avevo pronosticato che questo sarebbe stato l'anno della consapevolezza. Probabilmente sarà anche l'anno in cui si porranno le basi per un cambiamento profondo dell'Europa e dell'euro.

Ora all'Europa tecnocratica e finanziaria rimangono solo due mesi per porre rimedio. Ma concordo con Folli del Sole24ore. Due mesi sono troppo pochi. Ormai è tardi, bisognava e si potevano rizzare prima le antenne. Ma evidentemente i sensori delle oligarchie europee ormai non captano più le trasmissioni dei ceti popolari.

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