sabato 8 marzo 2014

La zona euro è irriformabile


E' Saccomanni a spiegare il motivo per cui l'Unione Europea è irriformabile. L'unico modo per superare la moneta unica, stante la situazione attuale, è andare incontro a una crisi così incisiva da far saltare tutto.

"La cosa squallida è che si è svegliato anche le Mani nel Sacco, questi tecnocrati quando sono al potere fanno i compitini assegnati e quando se ne vanno svuotano il sacco.

«Non esiste una possibilità su un milione che vengano cambiate» è persuaso Saccomanni. «Per ottenere questo risultato è necessaria l’unanimità, che non ci sarà mai. È vero che le regole si possono pure infrangere, andando però incontro alle sanzioni della Commissioni e dei mercati. Ma volendo rispettare il rigore dei conti pubblici si può solo cercare di stabilire un profilo di rientro del debito pubblico più a lungo termine, attraverso un’agenda di riforme». Non è d’accordo, l’ex direttore della Banca d’Italia, con le tesi espresse da illustri personaggi, per esempio l’ex presidente della Commissione Romano Prodi che un’alleanza dei Paesi mediterranei potrebbe piegare le resistenze tedesche e del fronte rigorista: «Il problema non è solo la Germania. Ci sono Paesi fondatori dell’Unione, come l’Olanda, che hanno problemi interni fortissimi a spiegare agli elettori che si devono spendere denari pubblici per Paesi incapaci a tenere sotto controllo i conti pubblici. Chi poi pensa a un fronte comune con Francia e Spagna deve sapere che i francesi non faranno mai nulla contro la Germania: lo spread della Francia è un quarto del nostro perché loro hanno convinto i mercati che resteranno per sempre agganciati alla locomotiva di Berlino. E la Spagna ha avuto dall’Europa 40 miliardi per salvare le sue banche: impensabile che sia disponibile a posizioni antitedesche. Ma poi diciamola tutta. La fissazione italiana che si debba aumentare il disavanzo pubblico per avere più crescita è un’autentica fesseria” (CorrieredellaSera)

Tutto chiaro ora a parte l’ultima fesseria sul maggiore disavanzo pubblico per aumentare la crescita, vista l’ignoranza storica di Saccomanni. Siamo in trappola!"

(icebergfinanza.finanza.com)

Se Renzi riuscirà veramente a far cambiare idea ai partner europei più restii, e far modificare i trattati nel semestre europeo, vorrà dire che ha veramente doti non comuni di comunicatore e "incantatore". Ma è molto improbabile. Inoltre sarà anche molto complicato se banchieri e tecnocrati europei sono convinti che "aumenatre il disavanzo pubblico per avere crescita è un'autentica fesseria". E' come se Keynes non fosse mai nato, come se certe esperienze storiche come il New Deal o il Piano Marshall non si fossero mai verificate. Siamo nelle mani di pazzi incompetenti.

Per fortuna alcuni di questi cominciano a riconoscere la situazione in cui ci hanno cacciati. Purtroppo sono ancora troppo pochi.

"Persino Nomisma, il centro studi di Prodi, da sempre sacerdote della santa messa europeista non può che avere un moto di ribellione di fronte alle considerazioni di Olli Rehn,
...
“Bruxelles sta forse dicendo che l’Italia deve innalzare il tasso di disoccupazione al 20% e oltre? Porsi questa domanda è legittimo, visto che aumenti di produttività del lavoro sono stati ottenuti in questo modo in Spagna e Portogallo, paesi che si sono trovati in condizioni recessive analoghe a quelle dell’Italia, ma in cui il mercato del lavoro è peggiorato molto di più”

Più in generale non si comprende proprio lo schema economico di Rehn. Il Commissario dice all’Italia: dovete conseguire avanzi primari molto alti, superiori a vostri record storici, e al tempo stesso dovete irrobustire la crescita del Pil e creare posti di lavoro. Ora sappiamo che in Italia la domanda aggregata effettiva è sostanzialmente inferiore al prodotto potenziale, di circa un 4% nelle stime della stessa Commissione. E’ la domanda ciò che manca oggi in Italia e che non fa crescere il Pil.

La Commissione sostiene invece che bisogna mantenere la domanda a lungo depressa e far crescere il PIL. Meno male che riconosce che si tratta di una sfida difficile.

La crescita del debito/Pil di dieci punti in sei anni, dal 103% del 2007 al 133% del 2013, è stata generata dalle due recessioni, la seconda delle quali innestata dalla drastica manovra di austerità di 80 miliardi, adottata nel 2011 con l’obiettivo, non realizzato, di contenere quella dinamica del debito”.

In realtà si tratta di un coro generale nei confronti di queste prescrizioni mortali, ma il fatto che persino gli adepti del culto comincino ad avere dei dubbi sulle magnifiche sorti e progressive della ricetta europea, è significativo. "

(ilsimplicissimus2.wordpress.com)

E nell'area di governo, arriva un duro attacco da Fassina alle politiche economiche seguite fino a qui, e presumibilmente che continuerà a seguire Padoan. Il dissenso economico incomincia a lambire il Pd. Si aprono le prime crepe. Chissà che anche Bagnai contribuisca finalmente a scalfire la monolitica difesa dell'Europa sbagliata dell'euro professata nel Pd (Titanic Europa).

Sono sempre di più coloro che ad un certo livello riconoscono (vedi: "Frances Coppola: La BCE è irrilevante e l'euro è un fallimento") che l'euro e le sue politiche di austerità sono una follia. Non c'è più solamente il solito Krugman. Eppure la macchina è lanciata verso il burrone, e nessuno osa disturbare il conducente e chiedergli di azionare il freno. I passeggeri si lamentano, ma non intimano all'autista di accostare.

Sono anche convinto che non ci sarà la frenata in estremis. Ma alla fine precipiteremo con tutti a bordo: fanatici dell'austertà, fanatici dell'euro e critici di entrambi. L'euro è destinato a sfracellarsi in una crisi finale, che ne decreterà la fine attraverso la sua insostenibilità. Succederà quando alcune nazioni, fra cui l'Italia, saranno costrette a fare default, perché non avranno più risorse per sostenere i costi di gestione dello Stato. Cosa accadrà dopo è difficile prevederlo. Queste nazioni potrebbero sia essere espulse dall'euro, in condizioni economiche disastrose, sia mantenute all'interno del sistema euro, ma private completamente di sovranità e governate da Bruxelles.

In ogni caso è ovvio che l'instabilità sociale in queste nazioni e in tutta Europa continuerà a crescere. La politica tradizionale rischia di farsi sopraffare da populismi anche pericolosi, ma purtroppo i grandi partiti sono stati occupati dai fanatici dell'euro, e difficilmente faranno marce indietro riconoscendo l'errore. I dissidenti verranno isolati. Rischiamo di tornare ai tempi bui degli anni '30 del secolo scorso, ma sembra che non importi a nessuno dei tecnocrati e dei potenti oggi al comando.

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