giovedì 27 marzo 2014

Una fiscal risata li sommergerà



E' proprio vero che se non stessimo vivendo una tragedia ci sarebbe da rotolarsi dal ridere. Come c'è da schiantarsi dalle risate per le affermazioni di I. Visco governatore di Bankitalia riportate da "Iceberfinanza":

"Mentre in Italia sembra prepararsi il Vietnam parlamentare di Renzi e in Ucraina la dolce Tymoschenko ucciderebbe volentieri con un mitra Putin e bombarderebbe con l’atomica tutti i russi che vivono in Ucraina, andiamo ad occuparci per un attimo delle parole di un altro pifferaio magico italiano, il governatore della Banca d’Italia Visco il quale incomincia seriamente ad occuparsi di Fiscal compact

“Per rispettare gli obiettivi del Fiscal compact europeo non sono necessarie maxi-manovre di riduzione del debito pubblico, perchè basterebbe mantenere il bilancio in pareggio con una crescita vicina al 3%. La regola sul debito pubblico, ha sottolineato Visco, «richiede una riduzione media annua del suo rapporto rispetto al Pil pari a circa un ventesimo della parte che eccede il limite del 60%. Per rispettarla non è necessario ridurre il valore nominale del debito. In condizioni di crescita ‘normale’, vicina al 3% nominale, sarebbe infatti sufficiente mantenere il pareggio strutturale del bilancio”.

Visco, per taglio debito no a manovre da 40-50 miliardi… e ci mancherebbe dove li troviamo 40/50 miliardi se si stanno scannando per trovarne 10 per regalare 80 euro il biglietto per partecipare alle elezioni europee?

Ma certo è così semplice, perchè non ci abbiamo pensato prima, una crescita nominale del 3 % !!!!




nominale si intende il PIL reale aumentato dell’inflazione.

Basta il grafico per capire quanto sia irrealistico oggi ottenere una crescita nominale del 3 % o serve anche l’inflazione, ci facciamo aiutare dall’inflazione, mentre va a passeggio con la deflazione ?

Con una crescita reale prevista dello 0,6% quest’anno e dell’1,1% il prossimo. Queste le stime del Fondo Monetario Internazionale contenute nella bozza del World Economic Outlook secondo quanto anticipato dall’agenzia stampa Ansa ma tanto non ne azzeccano una a morire, servirebbe un’inflazione rispettivamente del 2,4 e 1,9 per giungere a quel risultato, mentre ora stiamo per andare a far visita a nonna deflazione… In Italia, precisa Eurostat, l’inflazione annuale a febbraio è stata dello 0,4%, in calo rispetto allo 0,6% di gennaio. Un anno prima, nel febbraio 2013, il tasso annuale era al 2,0%. Sempre per l’Italia, l’inflazione mensile è -0,3%."

(icebergfinanza.finanza.com)

Che poi quella di Visco non è neppure un'idea tanto originale. Non solo l'ho sentita in qualche talk show dove si voleva tacitare chi faceva "terrorismo economico" dicendo la verità, cioè che dovremmo tirare fuori dal cilindro della spending review e del fisco almeno 50 miliardi di euro all'anno, ma circolava già un anno fa
sul Web:

"Il fiscal compact è un costo o solo una modifica di rapporti fra debito e Pil? Secondo Seminerio (Phastidio.net) il fiscal compact non è così tremendo come può apparire, forse meno del pareggio di bilancio.
...
"Con il "Fiscal compact" saremo obbligati a spianare il debito, per un controvalore di circa 980 miliardi in 20 anni (follia e delirio) per un totale di circa 50 miliardi all'anno! alla faccia della fine del tunnel! Significa portare effetti recessivi nell'economia reale per 30 anni!"
(Siamo all'inizio del tunnel - dati sul debito superati)

In effetti questa è una strada, ma non è quella più semplice da seguire. Anzi la strada che probabilmente è stata prevista dalle istituzioni europee è un'altra.
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"Le cose non stanno esattamente in questi termini, ed è possibile mantenersi in tabella di marcia (e pure batterla) con sforzo ragionevolmente contenuto o pressoché nullo, al verificarsi di date condizioni.
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è utile rileggersi un articolo scritto un anno addietro da Giuseppe Pisauro per lavoce.info, in cui si dimostra la tesi che, contrariamente agli strepiti politico-popolari, la regola sul debito è in genere meno severa di quella sul pareggio di bilancio.
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«Si può calcolare facilmente che per rispettare la regola di 1/20, con un debito al 120 per cento del Pil e il pareggio di bilancio è sufficiente che il Pil nominale cresca del 2,5 per cento;
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Perché si verifichino basta un po’ di inflazione. Tanto per dare un’idea, nel 2000-2007, anni di crescita reale molto bassa, la crescita nominale del Pil in Italia è stata in media del 3,6 per cento l’anno»

In caso aveste soverchi dubbi su questa stregoneria, partite dalla premessa (bilancio pubblico in pareggio), e moltiplicate il debito-Pil per il Pil nominale: 120 per cento per 2,5 per cento fa (sorpresa, sorpresa) 3 per cento. E così via."
(phastidio.net)

Oppure si può prendere il Pil italiano (1.600 miliardi circa) e moltiplicarlo per una crescita del 2,5%, e si ottengono 40 mld di euro in più. Il rapporto 2015/1640 vale il 123% che sarebbe 3 punti inferiore all'attuale rapporto del 126%.
...
se era necessario far crescere il Pil del 3% all'anno, il governo (Monti all'epoca, ndr) avrebbe dovuto fare l'opposto di quel che ha fatto. Invece di stritolare l'economia, avrebbe dovuto ridurre il carico fiscale e burocratico, e poi chiedere al resto del mondo di aderire a un progetto di poderosa crescita (per l'Italia) economica acquistando titoli di Stato italiani. Titoli sicuri, coperti da una crescita rassicurante."

(Le due interpretazioni del fiscal compact - 12 gennaio 2013)

Il fiscal compact comincia a spaventare, soprattutto perché potrebbe diventare un cavallo di battaglia di Grillo&C., dove la "C" significa "compagnia di populisti assortita". Ma del resto se la sono cercata. Gli europeisti e liberisti estremi hanno aderito all'austerità più stupida ed ora si sono giocati la crescita che all'interno del sistema dell'euro non ci sarà mai. E se il futuro governo (per Renzi prevedo una fine prematura sommerso dalle sue stesse balle...) dovesse veramente cavare 50 miliardi di euro ogni anno da tasse e tagli, non solo scoppierebbe una rivoluzione, ma la recessione prenderebbe una piega ancora peggiore dell'attuale. Alla fine nemmeno Laffer sarà in grado di fornire una spiegazione logica all'andamento del prelievo fiscale, che in definitiva dovrà diventare una confisca vera e propria.

Credo che il fiscal compact, se non sarà la Francia di Le Pen a far saltare il banco, rappresenterà il momento della verità e il momento della scelta vera: fuori o dentro l'euro. A meno che la Germania si arrenda all'evidenza e pur di guadagnare tempo ci conceda di rinviarne di anno in anno l'adozione. Fino a quando ci si renderà conto che è impossibile adottarlo. Allora forse si deciderà di cambiare politica economica, monetaria e l'Europa stessa. Nel frattempo saremo morti e falliti da tempo. Amen.

Comunque vada sarà un disastro, e non basterà l'ottimismo della ragione di quelli come Visco per fermare la caduta dell'Italia verso il baratro. E comunque Visco si consoli, non è l'unico a farci ribaltare dalle risate. Ci sono ministri che non hanno la minimissima idea della materia di cui si occupa il proprio dicastero ("In Che mani siamo: F35 e Pinotti"). 

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