lunedì 3 marzo 2014

Il cigno nero arriva dalle gelide tundre russe?

 

Appare rilevante ma non strano che le perdite alla borsa di Milano corrispondano quasi a quelle della borsa di Francoforte (DAX30). In effetti Italia e Germania si pongono verso la crisi russo/ucraina nelle medesime condizioni. Dipendono entrambe in modo notevole dalle forniture energetiche russe di gas naturale. Non è difficile immaginare da che parte spingerà i negoziati ucraino-russi la cancelliera Merkel. Sicuramente dalla parte opposta di Usa e Inghilterra.

Renzi dovrà stare molto attento a non sbagliare mosse: non possiamo incrinare la nostra fedeltà atlantica, ma nemmeno rischiare una crisi energetica da aggiungere a quella dell'eurozona. La fedeltà atlantica ed il legame al mondo anglosassone ci servirà come il pane il giorno che l'eurozona salterà definitivamente.

Oggi è stata una giornata negativa per i mercati. Non è detto che questa situazione si protrarrà a lungo, può essere che si trovi una soluzione in Ucraina che accontenti tutti, come quella prospettata in questa cartina d'Europa.


Però intanto sembra proprio che il "cigno nero" che può gettare l'economia mondiale in una nuova devastante crisi economica e finanziaria, stia giungendo ad ali spiegate dalle gelide lande della ex confederazione sovietica. Il rincaro dei prodotti petroliferi potrebbe non essere sufficiente a provocare una crisi improvvisa, ma potrebbe anche minare un pezzo alla volta la solidità tedesca. L'unica nazione in Europa a non avere ancora grandi problemi evidenti. Ma se la sua crescita già molto bassa ora, dovesse arrestarsi del tutto ed entrare addirittura in contrazione economica a causa della crisi energetica, allora il declino della moneta unica potrebbe diventare un fenomeno inarrestabile.

Le politiche di austerità diverrebbero chiaramente fallimentari anche presso l'elettorato tedesco. Non è detto che questa presa di coscienza sia del tutto negativa. Potrebbe preludere a nuove politiche espansioniste della Bce. Ma potrebbe anche portare alla paralisi della politica europea che non scegliendo si farebbe trascinare nel gorgo della crisi fino all'esito finale. La fine dell'euro per insostenibilità economica.


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