venerdì 16 maggio 2014

200 anni di fiscal compact

 

Allora, ricapitolando la situazione, la "cura letale", il salasso dell'austerità imposto da Germania ed Europa funziona che è una meraviglia. Pertanto non bisogna meravigliarsi se gli stessi tecnocrati sono costretti a fare carte false per nascondere i loro grandi "successi":

"L'IFO Institute di Werner Sinn accusa l'UE di "contraffare" i dati sul deficit greco in vista delle elezioni
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In una dichiarazione dai toni forti, l’Istituto di ricerca con sede a Monaco ha affermato che Eurostat avrebbe rimosso dal suo sito web alcuni dati fondamentali al fine di mostrare un surplus primario dello 0.8% per il bilancio pubblico della Grecia nel 2013.

Invece di un surplus, il dato effettivo avrebbe dovuto mostrare un deficit dell’8.7%, ha sostenuto l’Ifo mercoledì scorso (7 maggio).
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“In questo modo, le istituzioni europee stanno perseguendo la strategia di edulcorare la situazione finanziaria dei paesi in crisi poco prima delle elezioni per il Parlamento Europeo,” ha detto Sinn.
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“In realtà la Grecia è ben distante dall’aver recuperato la salute finanziaria” ha detto Sinn
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Simon O’Connor, portavoce della Commissione sulle questioni economiche e finanziarie, ha ammesso che “in effetti c’è un deficit primario del -8.7%” in Grecia nel 2013, secondo il Sistema Europeo di Contabilità elaborato dall’Eurostat.

Ma ha detto anche che il sistema di contabilità è stato cambiato durante la crisi finanziaria per escludere le massicce iniezioni di denaro pubblico che sono state necessarie per sostenere un settore bancario che stava collassando. Tra il 2008 e il 2013, 4.9 triliardi [4900 miliardi, ndt] di euro (pari al 39% del PIL dell’intera UE) sono stati impegnati a sostegno delle banche in difficoltà, secondo quanto riportato dal Fondo Monetario Internazionale."

(vocidallestero.blogspot.it)

Diciamo che le cose non vanno proprio bene. Si sforzano di far apparire il contrario, ma si vergognano così tanto dei risultati che sono disposti a tutto pur di negare quanto dicono i fatti (vedi: Si fa la qualunque pur di negare la crisi dell'euro)

E anche per l'Italia i fatti dicono una cosa ben diversa di quanto denuncia lo spread taroccato pro elezioni europee (vedi: "Documentario "Il Territorio Inesplorato" - 2° puntata: l'Italia dei Miracoli (e sullo sfondo...Tangentopoli 2.0)")

"... sono appena usciti i consueti dati di Banca d’Italia che mettono a consuntivo le consistenze del Debito Pubblico Italiano a fine Marzo 2013. La traiettoria è semplicmente micidiale
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che ne dite di 2.120 mld di € di debito ovvero il 135% del PIL?

Beh se consideriamo che il TOP dell’anno per solito si raggiunge a novembre non si fa troppa fatica ad immaginare un “picco 2014″ a circa 2.170 mld di Euro pari a circa il 138% del PIL. Ovviamente ammesso e per nulla concesso che alla fine il nostro prodotto interno lordo salga di un o.qualcosina, e non si spari il consueto ribassone.

In quel caso la soglia del 140% è garantita al limone.
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Ah e a proposito, tra meno di 7 mesi entra in vigore il “Fiscal Compact”.

Cioè “entrebbe in vigore” perchè non esiste una probabilità su un triliardo che possa essere applicato. E non solo dall’Italia."

(www.rischiocalcolato.it)

"PIL Italiano 1° trimestre 2014 torna in contrazione a -0,1% contro le attese per +0,2%Nel trimestre precedente eravamo "decollati" del +0,1%
interrompendo 9 trimestri consecutivi di contrazione infinita...come mai accaduto dal dopoguerra
(intanto il ns. BTP tocca il record minimale di rendimento al 2,9% come se fossimo lo Stato più affidabile del Globo con l'economia più performante...)
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Intanto solo qualche giorno fa il Renzie's che tanto piace agli Italioti è andato in radio a sparare un possibile +2% di PIL 2014 citando a cazzo Moody's 2015 ...
Del resto sono tutti dei mentitori seriali...cambiano solo faccia..."

(www.ilgrandebluff.info)

Già, il fiscal compact che si accompagna ad un Pil costantemente moribondo. Vale la pena soffermarsi su questa questione e su quanto hanno riportato certi commentatori economici sminuendo l'impatto del fiscal compact. Persino sull'indipendente testata de "il Fatto Quotidiano" era uscito un articolo in tal senso:

"Tutto ha un limite. Persino la severità di Berlino e Bruxelles in fatto di bilanci pubblici. Un fiscal compact che davvero contemplasse tagli annuali per decine di miliardi di euro sarebbe la pietra tombale su qualsiasi velleità di ripresa economica della zona euro.
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la camicia di forza Ue – o la sana gestione dei conti, a seconda dei punti di vista – potrebbe costarci tra i 5 e i 7 miliardi di euro.
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Siccome l’Italia ha un debito di 2.107 miliardi di euro, più del 132% del Pil, si è pensato che dovesse ridurlo di circa mille miliardi (la parte eccedente il 60%, appunto) di un ventesimo l’anno: i famigerati 50 miliardi. In realtà la diminuzione che interessa è quella del rapporto tra il debito e il Pil, non del suo valore assoluto. Ossia: se il Pil cresce (??? ndr), il debito può restare comunque oltre i 2.100 miliardi (o persino salire) e in proporzione scendere comunque. Non solo. Il valore del prodotto interno lordo da utilizzare ai fini della regola del fiscal compact non è quello “reale”, di cui si legge abitualmente sui giornali (per esempio: nel 2014 il Pil italiano crescerà dello 0,7%) ma quello nominale, cioè non depurato dagli effetti dell’inflazione. "

(www.ilfattoquotidiano.it)

Cioè secondo questo articolo: “Quindi, se il debito inizia a scendere la quota da ridurre si assottiglia via via: se ho un debito di 200 e lo riduco di un ventesimo arrivo a 190, quindi l’anno successivo il ventesimo richiesto non sarà più 10, ma 9,5.“ (gondrano.blogspot.it) e via via tagliandone un pezzettino sempre più piccolo. Tranquilli, niente 50 miliardi all'anno di lacrime e sangue. Il fiscal compact è quasi una passeggiata...

Qualcuno però si preso la briga di verificare se così facendo il debito si riduce effettivamente al 60% del Pil in venti anni:

"Indipendentemente dal fatto che l’anno di inizio dell’applicazione del Fiscal Compact sia il 2015 o il 2016 e il rapporto tra il debito pubblico e il PIL iniziale sia il 135% o il 130% o una qualsiasi altra percentuale maggiore del 60%, l’Articolo 4 del trattato richiede che il rapporto tra il debito pubblico e il PIL sia ridotto ogni anno in media di un ventesimo della differenza tra il rapporto tra il debito pubblico e il PIL iniziale e il 60%, non ogni anno di un ventesimo del rapporto tra il debito pubblico e il PIL ottenuto al termine dell’anno precedente, perché solo in questo modo è possibile giungere al termine dei vent’anni con un rapporto tra il debito pubblico e il PIL pari al 60% richiesto.

Lo si può facilmente vedere anche confrontando l’andamento della riduzione del rapporto tra il debito pubblico e il PIL nei due casi: con un ritmo pari a un ventesimo della differenza tra il rapporto iniziale e il 60% (1) e con un ritmo pari a un ventesimo della differenza tra il rapporto raggiunto man mano e il 60% (2)."




"Come è evidente, con il “metodo Bini Smaghi” il rapporto tra il debito pubblico e il PIL dopo vent’anni sarebbe ancora lontano dall’obiettivo del 60%.

Quanto tempo ci vorrebbe allora con questo metodo?
Vediamo.



"Con il “metodo Bini Smaghi” l’obiettivo di un rapporto tra il debito pubblico e il PIL pari al 60% sarebbe sempre più vicino, sempre un po’ meno lontano, ma non sarebbe raggiunto neppure in duecento anni.
In effetti non sarebbe raggiunto mai (o all'infinito, ma già nel lungo periodo saremo tutti morti, e comunque molto prima della scadenza dei venti anni i tedeschi busseranno alle nostre porte).

Ecco Achille che rallenta man mano che si avvicina alla tartaruga, e riesce a non raggiungerla mai."

(gondrano.blogspot.it)

Per quanto ne dicano e scrivano gli eurofanatici, se si vuole applicare la follia del fiscal compact, non c'è nessuno scampo ai 50 miliardi di euro all'anno. A meno che si intenda fare il gioco delle "tre carte" pur di non ammettere che il fiscal compact, come tutte le altre fesserie tirate fuori dall'Europa, è inapplicabile. La cosa del resto ormai non mi stupirebbe più.

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