sabato 10 maggio 2014

Cosa può fare Draghi


Speriamo che non sia un altro Berlusc-Renzi, cioè il solito personaggio specializzato in promesse e comunicazione di successo. Dopo aver promesso/minacciato per mesi che la Bce avrebbe fatto qualsiasi cosa per salvare la zona euro, giovedì si è spinto più in la. Ha dato un termine preciso in cui prenderà provvedimenti monetari o di altro genere (mi ricorda qualcuno di Firenze... ):

"La Bce lascia i tassi allo 0,25% ma a giugno sarà pronta ad agire: il presidente Mario Draghi e i Governatori delle banche centrali, preoccupati dall'euro forte combinato al prolungato periodo di bassa inflazione, sono all'unanimità pronti a muoversi. Ma gli Stati dell'Eurozona, avverte Draghi, devono continuare a fare la loro parte,
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l'indicazione è quindi di non mettere in discussione le regole di bilancio, perseverare nelle riforme, seppur dolorose, e nonostante l'ondata euroscettica. Perché senza l'euro si rischia di tornare alle crisi degli anni '70 o '90."

(www.ansa.it)

Ma forse è vero il contrario. Sarà proprio l'euroscetticismo a velocizzare certe decisioni. E forse anche un altro fattore sta mettendo fretta alla Bce: perché come si diceva già tre anni fa, la Germania sta segando il ramo su cui è seduta, e la lama è già quasi arrivata al fondo... A forza di austerità e contrazione della domanda dei paesi periferici, ora anche i tedeschi cominciano ad avere difficoltà a vendere le loro produzioni.

"BERLINO, 7 maggio (Reuters) – Gli ordini all’industria in Germania a marzo sono scesi del 2,8% mese su mese, secondo il ministero dell’Economia tedesco. Il consensus Reuters prevedeva una crescita dello 0,3% su base mensile. A febbraio erano saliti dello 0,9%.

(Teleborsa) – Cala a 14,8 mld di euro il surplus della bilancia commerciale tedesca nel mese di marzo, rispetto all’avanzo di 15,8 mld di euro di febbraio ed ai 17,8 miliardi di marzo 2013. Lo comunica l’Ufficio Federale di Statistica (Destatis). Il dato disattende le stime che erano per 16,5 miliardi di euro.
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Lo sentite lo scricchiolio del ramo che si sta spezzando?"

(icebergfinanza.finanza.com)

A questo punto bisogna solo sperare non sia troppo tardi, e che i provvedimenti presi siano efficaci.

"No Draghi non agirà a Giugno ma agirà subito dopo le elezioni europee, perchè il risultato metterà in dubbio la sostenibilità di questa unione MONETARIA, di questo euro, ma non di un’altra EUROPA possibile! Il tempo sta per scadere tic tac tic tac!

Ci manca solo che Draghi si svegli e decida di aumentare i tassi, ma l’immobilismo della BCE verrà pagato a caro prezzo soprattutto dall’economia reale.

La balla che l’unico obiettivo della BCE è la stabilità dei prezzi sta distruggendo il tessuto economico dell’Europa intera. Se il prossimo quantitative easing non sarà finalizzato alle imprese, alle piccole e medie imprese, al credito, io fossi in loro incomincerei a preoccuparmi seriamente."


A proposito di ciò che potrebbe fare Draghi, Seminerio indica un ventaglio di opzioni possibili:

"Ma quali strumenti potrebbero essere usati da parte della Bce? Da mesi, ormai, sentiamo parlare di azzeramento del tasso chiave di politica monetaria, oggi allo 0,25%, e di eventuale introduzione di tasso negativo sui depositi che le banche commerciali detengono presso la Bce. In questo secondo caso esiste il rischio non marginale che le banche, a fronte di un ulteriore colpo alla propria redditività, già messa in crisi dal crollo degli utili da trading per effetto del venir meno della volatilità sui mercati, decidano di trasalre questo ulteriore onere sui clienti affidati, con evidente effetto perverso.

In alternativa a queste misure, resta un easing quantitativo (QE) simile in linea di massima a quello statunitense, cioè acquisti di attivi su vasta scala da parte della Bce (LSAP, Large Scale Asset Purchases). Qui il problema, ormai evidente a chiunque, è che vi sarebbero problemi nell’acquisto di titoli di stato, visto che non esiste un titolo di stato unico europeo. Sarebbe comunque possibile comprare pro-rata titoli dei diversi paesi dell’Eurozona in proporzione alla loro partecipazione al capitale della Bce. In questo caso, la Germania sarebbe la maggiore beneficiata.

In alternativa, andrebbe attuata una forma di easing qualitativo, cioè creditizio, mirato al settore privato. Nei giorni scorsi il think tank economicoBruegel ha pubblicato un paper efficacemente intitolato “la lista della spesa della Bce” per combattere un’inflazione debole. In esso sono analizzati criticamente i vari strumenti potenzialmente disponibili all’acquisto dell’Eurotower
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Ipotizzando di replicare, come volumi, le dimensioni del QE3 della Fed, e sapendo che l’Eurozona è più piccola degli Stati Uniti di circa il 30%, l’entità degli acquisti dovrebbe essere di circa 40 miliardi di euro mensili.
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l’Eurozona è ben più bancocentrica degli Stati Uniti, cioè le sue aziende vivono più di prestiti bancari che di emissione di obbligazioni; di conseguenza lo stock di titoli acquistabili da parte della Bce è più piccolo.
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In altri termini, occorre evitare di produrre bolle.
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Il tutto servirebbe per contrastare un fenomeno pernicioso: per combinato disposto del credit crunch (cioè dell’ostruzione delle tubature del sistema bancario, soprattutto della periferia) e del calo dell’inflazione, i tassi reali pagati dalle imprese della periferia dell’Eurozona sono rialzo. La domanda che sorge spontanea (anche agli economisti di Bruegel) è : questo rialzo dei tassi reali deriva dalla frammentazione per linee nazionali dei mercati o dalla maggiore rischiosità dei debitori italiani, spagnoli, greci, portoghesi? Probabilmente un mix delle due.
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gli acquisti non mirati alla periferia dell’Eurozona ma diffusi su tutta la regione creerebbero condizioni piuttosto “bollose”, e di accentuazione della cosiddetta e famigerata “caccia al rendimento”, già ampiamente in atto. Se una obbligazione di una banca italiana finisce col rendere come un Bot, cioè nulla, dove metto questi maledetti soldi? In altri termini, come ricompongo il mio portafoglio? Di qui prenderebbe avvio (meglio, si accentuerebbe) un fenomeno che porterebbe, per aggiustamenti successivi, ad un nuovo strappo rialzista del mercato azionario. Se temete che già ora i mercati siano in bolla, aspettate di vedere una cosa del genere."

(phastidio.net)

In pratica dove tocchi rischi di fare danni in stile Fed. Poi uscirne fuori con il tapering risulta doloroso.
Io penso che gli interventi della Bce dovrebbero essere il più possibile Keynesiani. Quindi non acquisti di titoli di Stato, e nemmeno obbligazioni bancarie che andrebbero a rigonfiare la speculazione finanziaria. La Bce dovrebbe finanziare fondi, o titoli in qualche modo legati alle imprese ed in particolare alle piccole e medie imprese. Se si imiterà la Fed, si produrranno solo pericolose bolle speculative, e molto difficilmente si assisterà al "trickle down", lo sgocciolamento dalla finanza in alto verso l'economia reale in basso.

Infatti questo è quanto è accaduto in Usa:

 

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