mercoledì 21 maggio 2014

Lo spread-dume


Non è ancora una spread-ite incurabile, è solo un leggero raffreddore: lo spread-dume. Una frebbriciattola che sta ad indicare che è in incubazione un virus. Un virus politico che erode consensi a chi, secondo i mercati e secondo l'Europa, dovrebbe vincere le elezioni in modo convincente.

Ora io non so quanto sarà largo il successo del movimento 5 stelle. Non so nemmeno se avere piazze piene porti fortuna e non implichi poi avere urne vuote. Certo mi stupirebbe molto vedere i cinquestelle sotto il 25%. Non so nemmeno se questo movimento incredibilmente virale, riuscirà a superare il Pd renziano. Ma è indubbio che se comunque ci sarà un testa a testa, o il Pd vincerà di pochi punti (voci dal concistoro portano a pensarlo), ci sarà una nuova stagione di logoramento del governo, come è avvenuto con Monti e Letta.

Inoltre si dovrà anche valutare l'esito complessivo delle coalizioni. Se per esempio la coalizione di centro sinistra riuscisse a mantenere quel 35% che si prevede nell'Italicum come soglia per il ballottaggio, ma nello stesso tempo il centro destra uscisse annientato (sommando Forza Italia, Ncd e tutti gli altri sette nani), per la legge elettorale in discussione non ci sarà più futuro. E nemmeno quindi per la riforma costituzionale del Senato. Renzi si troverebbe perciò al governo per l'ordinaria folle amministrazione dove si cerca per esempio di regolare la Tasi sugli immobili con il bilancino, per farla apparire meno pesante della ex Imu. O peggio ancora si troverà nella folle situazione di svendere le spiagge per pagare il fiscal compact. Per lui non ci saranno più sogni di gloria, ma solo rogne che ne decreteranno la fine politica prematuramente.

Mi pare che la campagna di Renzi sia sempre più stanca, monotematica sugli 80 euro che ha promesso ma che gli italiani vedranno solo dopo il voto (chissà per quanti mesi...). Anche Renzi urla ma non riesce a dare proprio quello che si vanta di portare all'Italia: la speranza. I suoi comizi sono più collerosi di quelli di Grillo, perché mi pare leggendogli i pensieri in volto, che si sente tradito in qualche modo dagli italiani che non credono fino in fondo alle sue promesse. Si vede che anche lui non crede molto alla grande vittoria: ha un atteggiamento diverso, sulla difensiva, un atteggiamento che non aveva per esempio nella campagna in camper per le primarie. E' sintomatico di ciò, il fatto che già molti esponenti del Pd abbiano affermato che comunque dopo le elezioni il governo non se ne va.
"Europee, Renzi: domenica vinciamo 
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«Il problema di Grillo e Berlusconi - sottolinea - è che devono sapere che si vota per le Europee. Non è che il giorno dopo le elezioni cambia il Governo». "
(www.ilsole24ore.com)
Quindi non sono sicuri di vincere.

Ho letto in in rete di ferventi grillini che immaginano rivolte e rivoluzioni imminenti per via dell'affermazione dei pentastellati. Non credo a questo tipo di scenario. Ma è certo che se il Pd uscisse dalle elezioni con le ossa rotte, incomincerebbero al suo interno ripensamenti e mal di pancia sulla sua linea politica. Molto più letali questi di un comizio di Grillo in Piazza San Giovanni. Inoltre credo che non solo il Pd subirà la feroce concorrenza grillina, non solo Forza Italia farà un risultato deludente con dentiere e Dudù, ma anche il partito di Alfano ne uscirà molto ridimensionato rispetto ai sondaggi. Anche all'interno di Ncd, come è avvenuto in Scelta Civica, inizieranno litigi e ripensamenti sulla linea politica. Alfano potrebbe mettere in pericolo il governo anche più di Grillo.

Una cosa che potrebbe far godere (politicamente) il vecchio Caimano. E in due modi: primo perché vedrebbe bocciato un progetto velleitario di creare un nuovo centro destra, secondo perché il Pd senza più alfaniani scappati dal partitino, dovrebbe chiedere l'appoggio di Forza Italia per governare. E Berlusconi ha già detto nei giorni scorsi che non si sottrarrà al sostegno del governo, gettando nel panico i renziani e non solo.

Come si vede dallo spread, ora è tutto in sospensione, ma chi tira i fili è già in allarme. Forse ha capito come finiranno le cose. E si sta prefigurando tutte le situazioni analizzate più sopra. Con in più una crisi economica che morde sempre, un debito che sale di continuo, una nazione costantemente in procinto di fallire.
L'ultima cosa che l'Europa ci chiederà, prima che salti in aria tutta l'eurozona, è la famigerata patrimoniale. Con questa si tenterà di tagliare il debito, ma probabilmente chi tenterà di applicare questo mostro fiscale, sarà questa volta veramente spazzato via dalle rivolte.

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