domenica 4 maggio 2014

Siamo dentro la bolla (3)



"La Grecia colloca tutte le sue emissioni di debito pubblico a tassi ragionevoli. Eppure è messa male.

L’Italia le colloca a tassi modesti, con uno spread sul Bund ai minimi. Eppure anch’essa è messa male: -

crescono debito pubblico, disoccupazione, insolvenze, spese per ammortizzatori sociali;

-i crediti bancari deteriorati si aggirano sui 400 miliardi (tra dichiarati, dichiarabili e sommersi);

-i tassi bancari per imprese e famiglie hanno spread dal 3,25 in su -molto più alti che negli altri paesi europei;

-le erogazioni di prestiti restano in calo;

-la popolazione è molto vecchia e invecchia sempre più: la previdenza non è sostenibile in proiezione.

Mi fermo qui.

Ma tanto basta per concludere che, se lo spread è così basso, è perché “qualche” Banca Centrale lo tiene basso mediante operazioni molto massicce, che il suo statuto consente di ammantare nella segretezza.

Lo tiene basso perché il governo va nella direzione voluta da chi guida la Banca Centrale, compreso il restare nell’Eurosistema fino in fondo.
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E questo governo, come i precedenti, non le sta migliorando. Sta solo dando soldi del contribuente per assicurare il pagamento dei crediti dei banchieri tedeschie francesi. E riformando il parlamento e la legge elettorale in modo che possa governare e legiferare il segretario di un partito che abbia anche meno del 30% dei voti, con l’aiuto di un po’ di liste civetta."

Siamo proprio dentro una bolla magica, forse non del tutto magica ma ben costruita. Una bolla creata ad hoc per superare il mese di maggio con meno perdite possibili.

"Gli alti gradi piddini sanno bene che tutto è rimandato a dopo le europee. Una piccola sosta, nella strage sociale, può essere accettata dal padrone o addirittura da lui consigliata, e infatti lo è. Non a caso lo spread sta andando in discesa, con puntate sotto i 160 punti. E’ in discesa “politicamente”, in attesa di ripartire dopo il 25 di maggio, se non si rispetteranno i parametri e i trattati con l’unione. O anche se si rispetteranno a fatica, potrà schizzare ugualmente verso l’alto, perché la posta in gioco delle riforme è altissima. Questo lo pensano i piddini di vertice che si confidano con il mio “informatore” (o “informatrice”, voglio mantenere l’ambiguità). Anzitutto, gli ottanta euro propagandistici, netti e mensili, da erogare ai lavoratori poveri, è certo come la morte che saranno “una tantum”, fino alla fine dell’anno in corso, o poco oltre.
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Le coperture in tal caso sono provvisorie e non reggeranno a lungo, soprattutto se dopo le europee si dovranno fare le “riforme”, quelle vere che restano in caldo, quelle richieste dagli euroglobalisti. Nonché rispettare il pareggio di bilancio, alimentare il mes e sottomettersi all’erp dando garanzie per le “eccedenze” del debito oltre il 60% del pil.
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I dipendenti pubblici a rischio saranno – udite, udite! – almeno duecentomila (se non duecento e cinquanta mila), con buona pace per gli ottantacinque mila pensionamenti anticipati 2014 e prepensionamenti annunciati a suo tempo da Madia. Inoltre, l’espulsione dei “vecchi” dal pubblico impiego (non tutti pensionati o prepensionati!), contrariamente a quanto ha cercato di far credere Madia, non libererà posti di lavoro in egual misura per i giovani disoccupati."

(pauperclass.myblog.it)
(www.comedonchisciotte.org)

Secondo Marco Della Luna e Pauperclass la bolla in cui siamo immersi non sarebbe propriamente finanziaria, cioè guidata dal denaro stampato a go-go da Fed e banca centrale giapponese, ma una bolla politica. Un periodo di pace per favorire un esito meno incerto alle elezioni europee. Dopo tornerebbe tutto come prima, anzi forse anche peggio. Riuscirà il giochetto? Non fino in fondo credo, viste le difficoltà che comunque incontra il governo Renzi in Italia. Il quale è costretto a fare continui annunci a cui però segue sempre pochino. 

Anche la faccenda degli 80 euro potrebbe non rilevarsi sufficiente. Il provvedimento sembra troppo un regalo elettorale, se si fosse voluto rendere stabile una redistribuzione di risorse si poteva agire sulle aliquote irpef direttamente e stabilmente. Invece il bonus, per definizione è qualcosa in più, qualcosa di eccezionale. Inoltre ci sono personalità o personaggi come il rockers Pelù che con una semplice frase ad effetto detta in un concerto sono in grado di denigrare in un attimo il lavoro del governo mettendolo in cattiva luce. E comunque penso che difficilmente gli italiani non convinti da Renzi si faranno comprare da 80 euro. 

Le paure che circolano nel Pd circa un sorpasso elettorale del M5s sono la prova migliore del fatto che nemmeno nel partito credono al potere degli 80 euro in più al mese di modificare un sentiment politico generale, antieuropeo e ormai stufo dei giochini che vengono confezionati dal colle più alto di Roma.

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