martedì 13 maggio 2014

Bolla dei bond a fini elettorali


Per fortuna è arrivata l'inchiesta sull'Expo' a riequilibrare un po' la campagna elettorale, almeno qui in Italia. Una campagna elettorale che è stata troppo ben pianificata e falsificata da certi poteri europei che sanno benissimo di aver combinato un disastro. Ed ora cercano di imbellettare la situazione a colpi di spread mai così bassi.

Eppure il disastro che non si vede c'è: ma se si osserva lo spread dei paesi periferici, pare che siano usciti dalla crisi e che anzi siano in impetuosa ripresa. I titoli di Stato di certi Piigs hanno rendimenti migliori di quelle nazioni con sovranità monetaria che hanno stampato moneta come folli. La cosa è del tetto incoerente.

"Da un punto di vista monetario, finanziario ed economico siamo in territorio inesplorato...
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Il dato citato è il seguente:

O tipo riuscire a far rendere il Bond Irlandese 10y solo il 2,68% (meno di 3 anni fa rendeva oltre il 14%! Oggi è al "record low" di sempre...mentre la media 30y è al 6,9%!) tanto da fare ormai "una pippa" anche al Gilt UK 10y che ormai rende un filino di più (sic!!!)...e la BoE ha stampato di tutto e di più per tenere giù il rendimento del Gilt ...mentre Draghi non ha fatto 'na cippa oltre a dire e promettere che....xxxx....

Non ci avevo fatto troppo caso nemmeno io:
LA MEDIA dal 1984 al 2014 del Rendimento del Bond 10y Irlandese è del 6,9% ...ripeto del 6,9% e ripeto...è la media...
Dunque il rendimento del 10y Irlandese storicamente è sempre stato elevato, anche quando l'Irlanda si chiamava la Tigre Celtica...
Oggi stiamo al 2,68% ovvero il record minimo di rendimento degli ultimi 30 anni (secondo me di sempre ma dovrei controllare...).
Ed il record minimo di 30 anni quando viene stabilitio?
Proprio oggi che l'Irlanda sta tentando di riprendersi da una Crisi Mostruosa,
con disoccupazione ancora a livelli stellari (14% circa),
scoppio della peggiore bolla immobiliare della sua storia,
collasso delle sue principali banche con voragini da decine e decine di miliardi (dunque nazionalizzate),
rapporto debito/PIL schizzato dal 96% del 2010 al 116% del 2012 ed al 123,7% nel 2013 proprio per salvare le banche nazionali (145% del prodotto nazionale lordo=Pnl, che non considera i profitti delle multinazionali)
etc etc etc
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"L’Irlanda non ha alcuna crescita interna, ha il deficit di bilancio più alto d’Europa e livelli estremamente elevati di debito” ha detto Megan Greene, capo economista di Intelligence Maverick e membro del Trinity College di Dublino, "Lo stato è totalmente finanziato fino al 2015, ma alla fine si renderà necessaria una ristrutturazione del debito ".
Brendan Howlin, ministro delle finanze, ha detto che l’Irlanda ha 25 miliardi di euro in cassa, avendo approfittato dei tempi tranquilli per costruire un fondo di emergenza."

(www.ilgrandebluff.info)

Se l'Irlanda fosse un'azienda quotata in borsa gli investitori con queste premesse fuggirebbero a gambe levate. Invece in qualche modo continuano ad investire nei suoi bond. Centrano forse le promesse di Draghi di fare qualsiasi cosa per sostenere l'euro, oppure sono qualcosa di più di promesse, veri e propri maneggi tenuti segreti?

E anche l'altro campione atlantico di "risalvataggi" è un disastro totale, eppure viene premiato dai mercati in modo illogico:

"Portogallo presto fuori dal piano di salvataggio Ue. L'annuncio è stato dato dal primo ministro Pedro Passos Coelho, pronto a rinunciare ai prestiti del Fondo salva Stati e del Fondo monetario internazionale - 78 miliardi di euro in tutto - e a camminare sulle proprie gambe, anche se piuttosto fragili.

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Negli ultimi tre anni il Prodotto interno lordo (Pil) è calato di sei punti percentuali ... il governo portoghese ha varato misure durissime: prelievo sulle pensioni, aumento dell'orario di lavoro alla stessa paga, privatizzazioni di società in utile, oltre che una profonda revisione della tassazione e un piano di sostegno per l'export.
 Il risultato è che l'indebitamento delle famiglie è al 130%. Il rosso nelle casse dello Stato è passato dal 94% del Pil del 2010 al 126,7% del 2014. Mentre la disoccupazione è destinata a rimanere al di sopra del 15%
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programma di 36 pagine sottoscritto dal governo portoghese con la Commissione europea prevedeva la privatizzazione delle principali imprese pubbliche, per un totale di circa 11 miliardi di euro.

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Secondo l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), il Portogallo è arrivato al record del 47% della pressione fiscale. Attualmente l'Iva è al 23%. Ma l'ultima manovra di marzo prevede un ulteriore rialzo al 23,35% nel 2015. Mentre anche le regioni autonome sono state obbligate a portare l'imposta al 20%.
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I portoghesi hanno sopportato - e sopportano ancora - un prelievo del 3,5% sulle pensioni fino ai 1.350 euro. Il contributo straordinario di solidarietà, come è stata chiamata la tassa, ha riempito le piazze. Dal 2015 è previsto un contributo tra il 2 e il 3,5% sulle pensioni sopra i 1.000 euro."

(www.cadoinpiedi.it)

Più tutti i tagli al welfare in stile molto greco. Il Portogallo è una nazione che non avrà mai più crescita fimchè sarà sottoposto a questa cura di austerità. Questo significa che non esiste margine di risanamento vero, non esiste possibilità di ridurre il debito. Significa che anche in questo caso gli investitori dovrebbero fuggire a gambe levate. Ed invece oggi i suoi bond decennali rendono il 3.60%, mentre solo in autunno 2013 hanno sfiorato e superato più volte l'8%.

E purtroppo lo stesso ragionamento sulla crescita miraggio e sul debito pubblico crescente valgono per Spagna, Italia e indubbiamente anche Francia. Ma cosa sta succedendo? E' un mondo al contrario dove più vai male e più ti premiano? Si sta gonfiando una qualche bolla sui debiti pubblici. E probabilmente non per mano solo della bieca speculazione finanziaria.

"«Dietro il calo del rendimento dei Btp decennali al minimo dal 1999 c’è la stessa regia che a fine 2011 fece schizzare lo spread italiano a 528 punti. L’obiettivo è tranquillizzare gli elettori in vista del voto europeo per evitare una vittoria dei partiti critici nei confronti dell’euro». A rivelarlo è Antonio Maria Rinaldi, professore di Economia internazionale all’Università di Chieti-Pescara.
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La verità è che ci troviamo in una situazione di mercato drogato, e non sappiamo quale sarebbe la risposta dei Btp decennali in condizioni normali. Sappiamo che i mercati sono controllati e che nell’estate 2011 la crescita vertiginosa dello spread fu determinata da scelte ben precise da parte di determinate banche estere, che avevano dato ordine di riposizionare il loro portafogli titoli vendendo il debito pubblico italiano. Ora si sta ripetendo quando avvenuto allora pur con segno opposto.

Lo spread ai minimi è comunque il segnale di un clima di fiducia. Da che cosa è determinato?
Più che di clim a di fiducia parlerei di uno spot elettorale. L’establishment nazionale ed europeo teme  che alle prossime elezioni ci sia una netta vittoria di forze estremamente critiche nei suoi confronti. Per questo ha m esso in atto un tentativo di diffondere queste aspettative di ripresa, che poi vediamo essere sempre disattese. A essere oggetto di ripresa sono solo gli utili di qualche società che ha delocalizzato.
Non è questa la vera ripresa, ma quando iniziano ad aumentare i consumi interni e il tasso di disoccupazione diminuisce. In Europa le cose non stanno andando in questa direzione.
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Lo spread è ai suoi minimi perché è di fatto pilotato sui mercati, come lo era nell’estate 2011 quando per motivazioni puramente politiche alcune banche estere hanno dato ordine di vendere titoli del debito pubblico italiano. L’andamento dello spread era dunque tanto artefatto allora quanto lo è oggi. L’unica differenza è che oggi c’è una volontà di far vedere che la situazione si sta normalizzando, anche perché se l’Eurozona fosse effettivamente un’area valutaria ottimale lo spread non esisterebbe, ma tutti i titoli di Stato si troverebbero esattamente allineati."

(www.ilsussidiario.net)

Se le cose stessero così, potremmo aspettarci un brutto risveglio a giugno. Quando finita la campagna elettorale si riparlerà di manovre, di patrimoniali, ora pare anche di nuovo di condoni fiscali, di nuove tasse per ripianare i conti dello Stato dopo la trovata renziana degli 80 euro in busta paga. E poi potrebbero risalire gli spread per tornare a terrorizzare gli europei del sud e metterli nuovamente sotto pressione. Del resto dobbiamo fare sempre ste maledette "riforme" che non ci spiegano mai bene in cosa consistono. Forse perché se ne vergognano.

Ma il tutto dipende anche dal successo delle liste euroscettiche. Se questo dovesse essere rilevante, sopra le attese, in alcuni paesi la battaglia politica entrerebbe in fibrillazione e l'Europa di Bruxelles potrebbe perdere il controllo momentaneo, o anche per molto tempo, della conduzione economica di quei paesi. I maggiori candidati alla destabilizzazione dell'Europa dei burocrati sono Francia e Italia. In ogni caso ritengo che questa situazione degli spread bassi oltre logica non potrà durare ancora a lungo.

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