mercoledì 8 ottobre 2014

Indicatore energetico: crisi nera



Le cose vanno talmente bene, che in Italia si pensa di chiudere molte centrali elettriche.

"Centrali elettriche, una su quattro dovrà sparire

Troppe centrali elettriche in Italia. Molte di quelle tradizionali, la maggior parte delle quali alimentate a gas metano, andrebbero chiuse in tempi rapidi. Moltissime, fino a un quarto della potenza complessiva. Il messaggio lo lancia, con un po' di prudenza ma con molta chiarezza, il viceministro allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti
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la grande crisi non passa e il sistema elettrico italiano deve smettere di sperare nella risalita dei consumi come panacea per i suoi mali. Che non riguardano solo i costi aggiuntivi determinati dal poco carbone, dalla rinuncia al nucleare e dalla sudditanza pressoché totale dal gas metano. Il difetto strutturale, che non si riesce proprio a sanare, è appunto nella sovracapacità determinata la corsa alla costruzione di nuove centrali degli ultimi 15 anni sull'onda della liberalizzazione. 

Il resto lo ha fatto la corsa alle energie rinnovabili, benedetta da molti punti di vista ma causa di un pesante effetto boomerang"

A noi delle sanzioni a Putin e del suo gas in fondo non ci importa nulla. Se la crisi prosegue con questo passo di carica fra poco basterà qualche mulino a vento qua e la, qualche pannello solare... e potremmo dare corso alla decrescita felice mentre zappiamo i campi per mangiare e tagliamo la legna per cucinare e scaldarci. Gas e petrolio possono raggiungere anche cento picchi, ormai non ci servono più. Ed infatti pare che i sauditi per non perdere quote di mercato stiano felicemente sfracellando il prezzo del petrolio. Ma niente... il mondo ne può fare a meno.

Quel che mi chiedo, come mai la produzione elettrica in Italia non segue le leggi di mercato? Se c'è effettivamente sovraproduzione, il prezzo dell'energia non dovrebbe scendere? Abbiamo chiuso un'industria di alluminio in Sardegna a causa dei costi dell'energia, ed ora si scopre che c'è una sovraproduzione del 25%. In realtà si scopre che i monopolisti italiani dell'energia non vogliono far scendere i prezzi. Piuttosto chiudono le centrale, come gli agricoltori siciliani un tempo distruggevano le arance per mantenere il prezzo.

In realtà la sovraproduzione energetica non è una scoperta. Basta seguire le rubriche periodiche sul consumo energetico riportate da www.rischiocalcolato.it per capire come la crisi abbia intaccato ferocemente i consumi elettrici.

"... quei gufi di camionisti, automobilisti e industriali si rifiutano di consumare petrolio e derivati.
Maledetti ecologisti della “decrescita felice” colpa loro
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ennesimo crollo EPOCALE nel conumo di petrolio e derivati in Italia ad Agosto 2014. Una roba da paese in guerra, e perlatro minimi calcolati su altri icredibili minimi precedenti.
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da Mondo Elettrico: I consumi petroliferi italiani nel mese di agosto -6.6%, carburanti – 4,9 % "

Ed ancora:

"Per ora non pare che i dati sui consumi energetici siano stati taroccati (come la disoccupazione che fra scoraggiati e cassa integrati è un dato senza senso), e la tendenza dei consumi energetici fino ad ora ha fedelmente fotografato in anticipo il declino italiano.
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Sono in atto i seguenti trend:

- Un enorme e preoccupante CALO del consumo di energia elettrica trainato dal NORD (-6.4%!!!!!) e dalla LOMBARDIA, ex locomotiva d’Italia che si sta letteralmente squagliando. Il fenomeno è di facile interpretazione ovvero MELTING POINT e DELOCALIZZAZIONE, in altre parole la Lombardia ha retto meglio e più a lungo di tutte le altre regioni ma è arrivata al punto di rottura. E ha imboccato in ritardo la via del declino delle produzioni

- Un costante aumento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili.

- Un tracollo nell’utilizzo del GAS e Carbone (il Sorgenio e le sue banche fan festa…) per la produzione di energia elettrica, le produzioni del termoelettrico sono schiacciate dal CALO dei consumi e dall’aumento delle produzioni di eolico, geotermico, solare e soprattutto idrico.

- Una sostanziale tenuta seppure con un profilo discendente del consumo di GAS per uso industriale.

Farei notare che tutto questo è avvenuto sia nel primo che nel secondo mesi del terzo trimestre."

(www.rischiocalcolato.it)

Ed è inutile continuare a riportare stralci dei post più vecchi tratti dalla rubrica "Verso la bancarotta", in quanto si susseguono record negativi da mesi oramai.

I grafici seguenti spiegano più di mille parole:

 

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