lunedì 20 ottobre 2014

Tanto per cambiare ci hanno fregati



Ci avrei giurato. Ma del resto me l'aspettavo dal "bomba" una fregatura nello stile cittadino "staisereno". Ed infatti non c'è molto da star sereni tra Renzi e Padoan, un duo di "diversamente sinceri".
Per fortuna c'è chi ha la pazienza di smascherare la solita banda bassotti al governo.

Per chi vuole capire il contenuto generale della manovra-fregatura si può informare qui:

LEGGE DI STABILITÀ 2015: CONFINDUSTRIALE, LIBERISTA E RECESSIVA
(sollevazione.blogspot.it)


"Il prestigiatore Renzi, fin dal liceo chiamato non casualmente «il bomba», ha da tempo superato il maestro Berlusconi.
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una finanziaria che doveva essere di 20 miliardi (md), cresciuti rapidamente a 30 ed infine diventati miracolosamente 36. E nessuno a chiedersi come avrà fatto mai...
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Per spiegare la differenza tra questa cifra e gli sbandierati 36 md, oltre agli scarti già evidenziati, dobbiamo considerare altre due voci ben presenti nelle slide del bomba. Egli ha fatto figurare come «entrata» la mancata copertura di 11 md rispetto al deficit tendenziale previsto in precedenza. E' questo un aspetto assolutamente centrale della finanziaria 2015
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Ci sono poi 3,8 md attesi dalla lotta all'evasione fiscale. Una cifra messa lì giusto per ingrossare il bottino, sulla cui attendibilità - tenuto conto che una cosa è l'aumento delle evasioni accertate, altra cosa è la loro effettiva riscossione, non proprio così scontata in tempi di crisi - avremo dati certi solo a fine 2015.
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Ecco come il bomba è arrivato senza troppi sforzi alla fantasiosa cifra di 36 md, sparati a tutto volume per far credere che la sua sia una manovra largamente espansiva, quando invece non c'è una sola voce di incremento degli investimenti pubblici, quando le misure per il rilancio dei consumi sono più che misere, mentre le riduzioni fiscali sono rivolte soprattutto a lorsignori.
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La parte del leone nel capitolo delle entrate è rappresentato dai tagli alla spesa pubblica, mentre la più importante novità in materia fiscale è costituita dal taglio dell'IRAP, una misura di cui beneficeranno soprattutto le aziende più grandi, quelle con molti dipendenti, come ammette esultante il Sole 24 Ore.
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A giustificazione dell'operazione renziana viene naturalmente portato il suo carattere presuntamente «espansivo».
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se tutto andrà bene, gli elevati livelli della pressione fiscale resteranno mediamente del tutto inalterati. Se invece, come prevedibilmente accadrà, le cose andranno peggio - da quanti anni le previsioni economiche non vengono riviste sistematicamente al ribasso? - possiamo tranquillamente aspettarci (la TASI insegna) un ulteriore incremento della pressione fiscale, magari dispersa nelle mille forme delle tassazioni comunali e regionali.
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Il moltiplicatore della spesa (fonte Fmi) viene ormai calcolato, per un paese come l'Italia, in una fase recessiva come l'attuale, a quota 1,3 (altri si spingono a 1,5 ma vogliamo essere generosi). Viceversa, il moltiplicatore delle tasse viene stimato a 0,3. Dunque per ogni miliardo di taglio alle spese si ha una contrazione del Pil di 1,3 md. La parallela riduzione fiscale di un miliardo dà invece solo una crescita di 0,3 md. Ne consegue, ovviamente all'ingrosso, che per ogni miliardo di tagli si abbia una riduzione equivalente (sempre di 1 md) del Pil.
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E, del resto, se la spesa pubblica cala, se quella delle famiglie non potrà certo riprendersi, se gli investimenti pubblici e privati rimangono in calo, pensiamo forse che la luce potrà accendersi solo grazie alle esportazioni? Certo, nell'idea mercantilista - il modello è effettivamente quello tedesco - le cose potrebbero in teoria funzionare. Ma in pratica non è così, sia perché i venti di crisi spirano anche fuori dall'Europa
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la manovra varata da Renzi non è espansiva come si vorrebbe far credere, ma di certo non è neppure quella che avrebbe voluto la Commissione europea. Entrano qui in ballo gli 11 miliardi di cui abbiamo già parlato. Un incremento della spesa in deficit, piuttosto sostanzioso rispetto ai precedenti impegni presi dall'Italia. Un netto smarcamento rispetto al tradizionale rigorismo europeo in materia di conti pubblici. E su questo punto decisivo l'Italia non è sola, vista la posizione del governo francese. ...
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La verità è che lo scontro è iniziato. Gli interessi tra i principali paesi europei sono troppo confliggenti per trovare una vera composizione. Al tempo stesso, manca ai protagonisti la caratura necessaria per affrontare a viso aperto l'indispensabile processo di uscita dalla moneta unica. Sul versante italiano, questa palese contraddizione ha prodotto una finanziaria che, considerata da questo punto di vista, non è né carne né pesce. E' così che si spiega il parto di un mostriciattolo ancora recessivo, ma non sufficiente a placare il rigorismo del triangolo della morte Berlino-Francoforte-Bruxelles. "


Per meglio comprendere il rapporto lavoro/manovra ci si può informare qui:


Lavoratori… la manovra con trucco e parrucco
(ilsimplicissimus2.wordpress.com)


"Un trucco contabile, perché dei 36 miliardi sia in entrata che in uscita, se ne rintracciano finora poco meno di 23 in uscita la metà dei quali dovuti a provvedimenti e normative già in essere (come ad esempio gli 80 euro) e altri frutto di pure ipotesi, mentre la grande novità è che dei 27 miliardi in entrata, 11 figurano semplicemente come mancata copertura del deficit oggi portato al 2,9% e previsto in precedenza al 2,2%
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Non ci vuole un genio a decostruire il gioco di prestigio e a scoprire dove vadano a parare le diminuzioni di tasse annunciate. Il grosso di questo sfoltimento fiscale, 5 miliardi, va ad esclusivo favore delle aziende e soprattutto di quelle più grandi che non dovranno più pagare la parte di Irap calcolata sul numero di dipendenti. Una regalia a Confindustria spacciata con incredibile faccia tosta come provvedimento destinato a far scendere la disoccupazione e la precarietà. In realtà dentro il calo globale della domanda, le aziende non sanno che farsene di nuovi dipendenti, ma possono tranquillamente risparmiare circa 25 mila euro sul passaggio a tempo indeterminato di lavoratori già assunti con contratti a tempo determinato
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Ora però sorge un problema, che l’Irap serve a pagare la sanità pubblica e dunque quei 5 miliardi si tradurranno necessariamente o in un aumento della tassazione locale oppure in una diminuzione di servizi, chiusura di ospedali, liste d’attesa più lunghe, meno attenzione ai pazienti, trasporti pubblici tagliati, tutti costi che dovranno essere surrogati dai singoli cittadini. Anzi non è affatto detto che non si verifichi sia l’aumento delle imposte che il taglio dei servizi. La beffa però non finisce qui, si arricchisce di un nuovo capitolo perché la tassazione sulla previdenza integrativa, spacciata come salvezza dalla scomparsa effettiva delle pensioni nel prossimo futuro, viene aumentata dall’11,5 al 20%, costringendo soprattutto i giovani che non hanno altra alternativa a nuovi esborsi. E infine c’è tutto il capitolo del Tfr che costituisce un vero e proprio furto con destrezza del guappo di Rignano..."


E qui ci viene in aiuto Phastidio.net spegandoci la genialata del Tfr in busta paga con annessi econnessi:


Riepilogo delle porcate precedenti
(phastidio.net)

"- Siete dipendenti privati e chiedete il Tfr in busta paga? Ottimo, però sappiate che, se avete un imponibile annuo lordo superiore a 15.000 euro, pagherete più tasse. Ah, se sarete fortunati forse il governo sterilizzerà questo “aumento di stipendio” ai fini del diritto alla corresponsione del bonus da 80 euro. Per quanto riguarda invece le soglie Isee, pregate anche lì, per lo stesso motivo. In caso andasse male, e perdeste prestazioni di welfare, potrete consolarvi perché quella sarà la certificazione che siete diventati agiati;
 

- Non volete il Tfr in busta paga, ritenendo di non averne bisogno? Il governo ha pensato anche a voi, aumentando la tassazione della rivalutazione annuale dall’11 al 17%. Anche qui, fate una simulazione in capitalizzazione composta ed avrete bei numeri di tosatura;

- Come dite? Che, per il combinato disposto di queste due misure, il governo ha di fatto inasprito la tassazione sul trattamento di fine rapporto? Beh, si. Però ogni bravo giornalista dovrà enfatizzare che trattasi di misura per restituire libertà ai lavoratori, ed in tal modo otterrà punti-fragola da Palazzo Chigi;
 

- Siete dipendenti pubblici? Per voi, in deroga al principio libertario che vi vuole padroni del vostro destino, soprattutto quando boccheggiate nelle finanze personali, ciccia. Perché, diversamente, aumenterebbe la spesa pubblica, e noi non vogliamo che ciò accada, vero?
 

- Siete seguaci del pensiero di Susanna Camusso (ma anche di quello di Luigi Einaudi, a dirla tutta), e da tempo chiedete un aumento dell’imposta di successione? Il governo ha pensato anche a voi, sia pure indirettamente, tassando al 26%, in capo agli eredi, le plusvalenze delle polizze vita (ramo I e III);"

Per ulteriori spiegazioni sui numeri della manovra, quelli che al momento si conoscono o si interpretano in base alle scarne comunicazioni governative, si possono scorrere le analisi di ScenariEconomici:

La Manovra di Renzi in dettaglio: poche Luci, tante Ombre
(http://scenarieconomici.it/manovra-renzi/)

 "... ecco il valore finale che potrebbe verificarsi, in barba ai dati del FMI e di ORGANIZZAZIONI VARIE:



Questo dato fortemente negativo potrebbe però esser compensato/attenuato da alcune macrovariabili, sia esogene, sia endogenze, quali:

- ESOGENA: l’incremento dell’export originato dalla ripresa del commercio mondiale prevista per il 2015: passaggio da 4 a 5,1% che, moltiplicato per il 30% (il ns coefficiente di export) consente di avere un driver di crescita = 0,35%;
- ENDOGENA 1: le assunzioni conseguenza delle misure che eliminano i contributi sui neoassunti e rimuovono l’art. 18 = spinta al pil di 0,1%
- ENDOGENA2: il resto delle misure della nota di aggiornamento al DEF si stima che garantiranno ULTERIORE CRESCITA PER UNO 0,4% (ma di queste non vi è da fidarsi, riforma pubblica amministrazione, giustizia ecc. ecc non credo diano risultati)
- ENDOGENA3: lo 0,5% di crescita nominale dovrebbe esser data da Draghi se riesce a farci uscire dalla deflazione risollevando l’inflazione (0,5%)
Ne consegue che i driver di crescita saranno:

- PIL REALE = – 0,8%
- RIPRESA COMMERCIO MONDIALE = + 0,35%
- RIFORME STRUTTURALI = + 0,1% (non considererei lo 0,4% da giustizia ecc.)
- CRESCITA NOMINALE = 0,5%
Pe
r un totale: +0,15%"

ScenariEconomici vede il bicchiere mezzo pieno e stima ottimisticamente +0,15% di Pil a fine 2015. Ma assegna crescita a provvedimenti che probabilmente non la daranno, come per esempio hanno dimostrato gli 80 euro già utilizzati. Certo con questa manovra (e con altre decisioni complementari) c'è un maggior ventaglio di provvedimenti teoricamente espansivi, ma sinceramente mi paiono ancora troppo deboli rispetto alla gravità della crisi attraversata dal paese.

Ad ogni modo mi pare che "Il bomba" ci abbia nuovamente turlupinati con la sua parlantina sciolta e i suoi continui rilanci di idee e promesse che non si mantengono mai. Ma alla fine le pagherà tutte.

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