mercoledì 29 ottobre 2014

Promossi



"Una nota del commissario europeo agli Affari economici Katainen informa che nelle bozze di bilancio dei 28 Paesi non è stata identificata "alcuna grave deviazione".
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Dopo l’intesa sul pacchetto di misure che porterà l’Italia a ridurre il deficit di 4,5 miliardi in più rispetto al previsto (lo 0,3% del Pil), la Commissione europea concede il primo via libera alla legge di Stabilità del governo Renzi. Jyrki Katainen, commissario europeo agli Affari economici e futuro vicepresidente della Commissione presieduta da Jean Claude Juncker, ha diffuso una nota in cui annuncia: “Dopo aver esaminato tutte le informazioni supplementari e gli aggiustamenti comunicati negli ultimi giorni, non posso identificare casi di deviazione particolarmente seri che ci obbligherebbero a opinioni negative”. Non ci saranno quindi bocciature per Italia, Francia, Austria, Slovenia e Malta, i cinque Stati considerati a rischio."
(www.ilfattoquotidiano.it)

E' andata bene malgrado una ex finanziaria con le solite coperture un po' fantasy. Ma del resto come potevano bocciare la manovra italiana e salvare le altre? Probabilmente l'idea era proprio quella di salvare la Francia e condannare l'Italia, ma sarebbe stato un comportamento così smaccato da non essere accettato dall'opinione pubblica italiana. Inoltre Renzi ha bisogno di qualche vittoria per conservare il consenso.

E comunque l'Italia si salva grazie alla Francia. Un paese con seri problemi politici oltre che economici, il cui presidente ha risposto per le rime all'Europa dell'austerità.


"Il governo francese non voleva che fosse resa pubblica la lettera con cui il commissario europeo agli Affari economici, Jyrki Katainen, ha chiesto al ministro delle Finanze Michel Sapin "le ragioni per cui la Francia prevede di deviare dagli obbiettivi di budget" nel 2015; ma il testo sabato e' stato pubblicato dal sito "Mediapart".
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la risposta francese sarebbe articolata in tre punti: il primo di natura economica, basato sulla particolare debolezza dell'economia europea; che nessuno poteva prevedere e che non permette alla Francia di attuare ulteriori tagli per 21 miliardi di euro nella spesa pubblica per il 2015.
Il secondo punto e' di natura statistica, e fa leva sul nuovo metodo di calcolo del deficit adottato da Bruxelles e gioca sul differenziale delle previsioni fatte nel 2013 e quelle attuali.

Il terzo argomento addotto dalla Francia e' di natura squisitamente politica, ed e' il piu' importante e sensibile: il governo francese non nasconde di disporre in Parlamento di una maggioranza risicata, che gli da' poco margine di manovra. E che la popolazione non e' pronta ad accettare sacrifici supplementari, che il rischierebbero di provocare un "rigetto" dell'Europa: il pericolo vero a cui la lettera fa riferimento, senza pero' citarlo apertamente, e' un'ulteriore avanzata elettorale dell'estrema destra anti-europeista del Front national"
(www.ilnord.it)

Il vero problema per Hollande non è la situazione dei suoi concittadini, ma quelli dei suoi pari, della "casta" politica francese:

"Non c’è alcun richiamo né a una visione economica meno asfititca, né tantomeno alle ragioni dell’uguaglianza, della distribuzione del reddito, del welfare e del progresso sociale, come se i valori fondativi del socialismo francese fossero ormai finiti al mercatino delle pulci: chi parla è solo un gruppo di potere che campa di rendita, che ancora prende voti su ciò che è stato e non su ciò che davvero rappresenta, che avvisa i suoi “superiori” del fatto che sarebbe opportuno rallentare il massacro per poterlo compiere più efficacemente. 


La stessa cosa nelle modalità specifiche di ciascun Paese accade dovunque in Europa le elite liberiste sono state imposte o hanno avuto facile gioco grazie all’imponenza mediatica della loro narrazione. E la stessa cosa accade in Italia dove una classe dirigente nel suo complesso contratta con Bruxelles non la salvezza del Paese, ma la propria
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Hollande e Renzi campano entrambi sul medesimo squallido ricatto, avvisando il potere reale che la loro posizione potrebbe essere messa in crisi se non si dà loro la possibilità di proporsi come coraggiosi mediatori e non soltanto come esecutori."
(ilsimplicissimus2.wordpress.com)

Quindi il "vero potere", cioè quello che va da Bruxelles a Berlino ha mollato la presa. Ma solo temporaneamente. Non siamo ancora all'inversione di rotta. Per questa eventualità bisognerebbe trovarsi davanti ad una situazione economica disastrosa per la Germania. Per ora si teme solo una piccola stagnazione, anche se penso ci sia troppo ottimismo anche nel governo tedesco. Potrebbe arrivare in Germania una piccola recessione. Ma difficilmente si avrà un ripensamento tedesco molto presto.

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