lunedì 2 giugno 2014

Compleanno di una repubblica in fase di smantellamento


Festa sempre più triste per la Repubblica Italiana, sempre meno sovrana, sempre meno democratica, sempre più povera e sfiduciata. Una repubblica che per paura si è affidata all'ultimo simpatico populista. Del resto la scelta era tra un simpatico populista integralista, un simpatico vecchio populista con vari problemi giudiziari, e un giovane populista con l'aura del vincente. Non poteva che vincere Renzi. Anche se il risultato importante ottenuto (41%) equivale ad appena il 25% della popolazione con diritto di voto. In questo l'Italia si avvia ad essere una repubblica "matura", nel senso che si da alle signore attempate e non nel senso di più responsabile. Bisogna sapersi accontentare, in altre nazioni dal senso civico molto più alto del nostro, spesso l'astensionismo supera il 50%.

Il compleanno della Repubblica coincide così con l'ascesa irresistibile dell'ultimo ammaliatore mediatico. Un leader che nel bene o nel male è destinato a connotare i prossimi anni. Probabilmente non riuscirà a caratterizzare un ventennio come Berlusconi. Tutto ormai si evolve velocemente, e anche le leaderschip  ventennali si accorceranno.

Certo la situazione mondiale non è semplice. L'Italia è sempre in bilico tra stagnazione e fallimento dello Stato. Per ora i tassi di interesse sono tenuti artificialmente bassi, per cui l'agonia dello Stato si potrà protrarre per più tempo. Ma questo non impedisce al debito di continuare a salire a velocità vertiginosa. Penso Renzi avverta questo pericolo, ma nello stesso tempo continui a perseguire gli stessi nefasti sentieri intrapresi da Tremonti, Monti e Letta.

«... io dico che se vogliamo salvare l’Europa, dobbiamo cambiarla. Anche nel nostro Paese, quello con la percentuale più alta di votanti e nel quale si è affermato il principale partito al governo, chi ha votato per il Pd ha comunque chiesto di cambiare l’Europa, non di conservarla come è».
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«Ho un ottimo rapporto con la signora Merkel, ho sempre detto che se l’Italia o altri Paesi hanno dei problemi, la colpa non è dell’Europa. Di più: trovo volgare e inelegante il modo in cui alcune forze politiche hanno cercato di prendere voti, parlando male della Germania. Noi abbiamo preso i voti parlando bene dell’Italia, che però va cambiata. Da questo punto di vista la Germania per me è un modello, non un nemico. Lo è quando penso al mercato del lavoro, o alla sua struttura pubblica. Questo non significa non avere idee diverse su tante questioni. È del tutto evidente che oggi la Germania ha tutto l’interesse che l’Italia corra. E l’Italia ripeterà che l’impostazione di fondo dell’Europa non deve essere centrata soltanto sull’austerità ma anche sulla crescita, l’occupazione e le riforme».

(www.lastampa.it)

Come è evidente, non si va da nessuna parte se contemporaneamente si contesta l'Europa e si loda la Germania che ha imposto le attuali politiche di austerità. Le frasi di Renzi semplicemente non hanno senso, si contraddicono. Inoltre la Germania non è un modello. E' una nazione che ha deciso di rischiare molto: vive di sole esportazioni ed ha compresso insensatamente il proprio mercato interno con una riforma del lavoro, che di nuovo Renzi considera un modello, ma non lo è. Una nazione che affida la sua crescita soprattutto alle economie di altre nazioni, è suicida. Che succederà alla prossima crisi? Perché è evidente che ci sarà prima o poi una crisi epocale.

"Il sistema finanziario mondiale è irrimediabilmente in bancarotta e pronto a esplodere nuovamente come nel 2007-2008, ha ribadito Lyndon LaRouche nella teleconferenza del 17 maggio. L’economista americano che previde il crac globale con anni di anticipo ora ammonisce che il processo di bail-in (prelievo forzoso) adottato nella regione transatlantica ha reso la situazione ancor più precaria. Nel momento in cui fosse applicato, diciamo, ad una banca londinese, esso spazzerebbe via il sistema nel giro di poche ore e distruggerebbe la base di esistenza di milioni di persone. Sfortunatamente, le autorità finanziarie e i governi non ascoltano questi moniti ma, al contrario, si sono gettati a capofitto nel crac sostenendo sia il bail-in che il salvataggio classico (bail-out), quello fatto col denaro pubblico.
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Nel 2008, il valore nozionale dei derivati contratti dalle tre principali banche era di circa 47 mila miliardi di dollari. Oggi le stesse banche hanno superato i 60 mila miliardi (dati di fine 2013). Si tratta dell’aumento di un terzo dai livelli pre-crisi.

Nonostante la conclamata riduzione della leva finanziaria e l’aumento delle riserve di capitale, le grandi banche mantengono una leva di quasi 22 a 1 in media. Il resto del sistema bancario è al di sotto di 12 a 1.
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I titoli spazzatura sono più che raddoppiati e nel 2013 ammontavano a 378 miliardi di dollari. Secondo il FMI, i prestiti a leva finanziaria sono saliti dai 389 miliardi del 2007 a 455 miliardi nel 2013.
Due indicatori specifici sono la bolla dei prestiti di studio negli USA, che hanno superato i millecento miliardi, e la bolla immobiliare britannica. A Londra i giovani possono acquistare la casa con un anticipo del 5 per cento, un mutuo che copre il 75 per cento e il restante 20 per cento coperto dallo stato."

(finanzanostop.finanza.com)

Ci sono tutte le condizioni per un nuovo drammatico tonfo dell'economia mondiale. E come si evince dai dati, tali condizioni ci sono da mesi e mesi. Nessuno sa dire fino a che punto potrà ancora spingersi la follia finanziaria attuale. In ogni caso al prossimo duro colpo, tutti i paesi dovranno fare i conti con la realtà di un'economia reale boccheggiante e un sistema finanziario ipertrofico, ma destinato ad esplodere con grande violenza. L'Italia più di altre nazioni, che comunque hanno visto in questo periodo una certa crescita. Anche se a essere sinceri sono ormai poche: la Germania, ma senza grandi numeri; gli Usa ma fra luci ed ombre; la solita Cina ma già ora in fase di contrazione; il contraddittorio Giappone immerso in una tra le follie finanziarie più evidenti; per qualche periodo alcuni paesi emergenti; per tutti gli altri solo tanta merda...

Di Renzi ho apprezzato la consapevolezza ed il modo in cui ha reagito alla grande vittoria del Pd. Del resto sa bene che viviamo sul filo di un rasoio, e le tensioni sociali possono tornare al calor bianco in poco tempo.

«Guai a pensare che Grillo e Berlusconi siano finiti. L’Italia è capace di tutto nel bene e nel male, è un Paese di genialità e follia allo stesso tempo. Grillo ha avuto un risultato decisamente inferiore alle aspettative, ha nascosto ai suoi che aveva già fatto alleanze internazionali e ha tenuto nascosti anche i nomi dei propri candidati. Però non è finito: finirà se noi faremo le riforme e se saremo credibili. Berlusconi è Berlusconi, ha preso circa il diciassette per cento, un risultato che in Europa molti continuano a definire inspiegabile. Ma è il risultato di un uomo che in questo anno ha avuto una condanna, polemiche a go-go, si è separato da alcuni tra i suoi più stretti collaboratori e comunque continua ad esserci. Io non ignoro nessuno, perché è stato sbagliato in questi anni quell’atteggiamento della sinistra di superiorità morale e intellettuale, tipico dei salotti radical chic. Ma non ho paura di nessuno. Ora dobbiamo solo avere la forza di fare le riforme».
(www.lastampa.it)

Purtroppo siamo ancora in una fase confusionale. Nell'idea che si risolva la situazione con provvedimenti magico-profetici. Le riforme che propone Renzi non serviranno a molto, perché non vanno ad incidere sulla situazione europea dove la moneta unica non è adatta all'economia italiana. Dice che Grillo scomparirà se si faranno le riforme. Dipende dalle riforme. Anche facendo le riforme sbagliate Grillo può tornare a crescere nelle urne. E se le riforme che propone il Pd renziano sono come quella sul lavoro, che prevede precarizzazione a vita, non credo si allontanerà lo spettro (per il Pd) del movimento pentastellato.

Buon compleanno Republica, e speriamo che ce la caviamo (malgrado Renzi e tutto il resto).

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