venerdì 13 giugno 2014

Quando inchieste sul Tav?


In realtà non so nulla di tangenti in ambito Treno Alta Velocità, ma visti i tempi a questo punto mi chiedo cosa aspetta la magistratura ad azzannare la preda più grossa.

"“Molto più costosa del Mose di Venezia, più inutile dell’Expo di Milano, la vicenda della Tav Torino Lione -8 miliardi di vecchi euro per un tunnel e altri 20 per le infrastrutture -rappresenta la più organica e vasta forma di corruzione e collusione singola che si sia avuta nella storia repubblicana. E insieme anche la più grande bugia organizzata.
...
la cui inutilità era palese e in qualche modo anche confermata a livello internazionale dai documenti siglati con la Francia, mentre trovò la ferma opposizione delle popolazioni su cui l’opera si abbatteva, godette però della complicità assoluta da parte dal potere locale. Così la parossistica e paradossale volontà di andare avanti con una nuova linea ferroviaria quando già la vecchia era di gran lunga sottoutilizzata, pur in una situazione di drammatica crisi di finanza pubblica, non fece attivare alcun sospetto che la ragione di tanta mal riposta tenacia consistesse in altro e principalmente nella possibilità di autofinanziamento a lungo termine della governance cittadina e regionale."

(vedi "Via per la tangente: a che punto è la Tav?" - ilsimplicissimus2.wordpress.com)

Ma non è tanto per il gusto di vedere un'intera classe politica di destra e sinistra nel tritacarne, ma perché ho come la sensazione di un ritorno a tangentopoli.

Si sente aria di "rivoluzione giudiziaria". Al tempo di tangentopoli si colpì il vecchio e defunto "pentapartito" dominato da Democrazia Cristiana e socialisti. Allora quello era il centro del potere in Italia. Oggi mi pare che ci sia la volontà di colpire centro destra e centro sinistra assieme poiché in qualche modo controllano il potere attraverso larghe (o strette) intese più o meno palesi.

Mi pare che si stia facendo baccano mediatico-giudiziario per far saltare il "sistema" politico affaristico italiano. La leggenda vuole che nel 1992 dietro tangentopoli ci fossero gli Usa che volevano modificare i centri di potere italiani per evitare collegamenti e appoggi occidentali in medio oriente. La vicinanza di Andreotti e Craxi alla Palestina, ed anche all'Iran, dava parecchio fastidio al potere giudaico-massone americano.

Oggi la destabilizzazione giocherebbe invece a sfavore di un'Europa germonocentrica. Facendo saltare il sistema italiano e rendendolo ingovernabile, si otterrebbe prima o poi la caduta dell'Eurozona dove l'Italia ha comunque un peso rilevante e non così secondario. Con una situazione politica instabile, la permanenza in Eurozona potrebbe diventare economicamente insostenibile per lo Stato italiano e difficilmente gestibile dall'Europa attraverso governi pilotati dalla Germania, come quello Monti, Letta (che ora verrà forse premiato in Europa) ed infine Renzi.

E così si assiste a continue nuove inchieste, ma anche a sbandamenti evidenti di personaggi coinvolti in fatti di corruzione. Sono passati i bei tempi di Greganti "tutto d'un pezzo" che non parlava ed era visto quasi come un eroe. Solo ieri l'ex sindaco di Venezia coinvolto nelle vicende del Mose affermava che non si dimetteva, non aveva nulla di cui vergognarsi, che la città aveva bisogno di stabilità.

Evidentemente nella notte deve essere successo qualcosa. Probabilmente il Pd lo ha scaricato, magari pregandolo anche di prendersi tutte le rogne e non coivolgere il partito. Altrimenti non si capisce la reazione di oggi:

"...aveva dichiarato che non avrebbe lasciato la poltrona di primo cittadino, si è invece dimesso. “Ho voluto un segno chiaro della mia lontananza della politica con la revoca della giunta”.
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Il partito dal giorno degli arresti nell’ambito dell’inchiesta Mose aveva preso le distanze ... Orsoni, già ieri e anche in una intervista oggi, aveva puntato il dito contro quei dirigenti che gli avevano indicato in Giovanni Mazzacurati, presidente del Consorzi Venezia Nuova e suo grande accusatore, l’imprenditore da cui ricevere fondi. Furono i vertici del Pd veneziano – Davide Zoggia e Michele Mognato – quindi che gli avrebbero indicato dove reperire i fondi.
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“Le conclusioni che ho preso questa mattina sono molto amare perché ho verificato che non c’era quella compattezza che mi era stata annunciata. È per questo che – dice l’ex sindaco con voce tremante – ho voluto dare un segno chiaro della mia lontananza dalla politica, un segno che si è concretizzato innanzi tutto con la revoca della giunta che non riguarda l’operato amministrativo dei singoli assessori ma perché è venuto meno quel rapporto fra la mia persona e la politica che mi ha sostenuto finora."

(www.ilfattoquotidiano.it)

L'azione giudiziaria lambisce sempre più da vicino il Pd, anche se probabilmente personaggi non esattamente e propriamente renziani. Certo non è detto che tutto ciò provochi un qualche contraccolpo elettorale. Circolano sondaggi che vedono il Pd prossimo al 45%. Del resto anche i guai giudiziari di Berlusconi non l'hanno mai danneggiato elettoralmente. Anche l'ultima quasi disfatta elettorale berlusconiana, in realtà è stata causata più dalla noia, dalla poca chiarezza del messaggio elettorale e dall'insipienza dell'ultimo invecchiato Berlusconi, che dalle vicende di Cesano Boscone.

Probabilmente dopo tangentopoli gli italiani ci hanno fatto il callo alle malversazioni e alla delinquenza politica. Solo nel 1992 si riuscì a distruggere un grande partito con milioni di voti vecchio di quarantanni (la Dc) e un partito del 15% effettivo (il Pd del 41% oggi è al 23% effettivo) in fase di espansione e rampante come il Psi. Con Berlusconi le vicende giudiziarie non hanno avuto un grande successo, e probabilmente anche Renzi non ne risulterà poi così danneggiato come molti credono. Anzi, probabilmente gli torneranno utili per togliersi di mezzo l'opposizione interna. Alle prossime elezioni il Pd sarà il Partito della Nazione di Renzi al 100%.

"Renzi incorpora senza darlo a vedere questa tesi da populismo sudamericano, anche chiamando a raccolta un voto indiretto e lo sposta in avanti: non vuole più essere solo il padrone di un partito azienda, di un sistema di consenso sostanzialmente personale, ma il padrone di un partito nazione autorizzato a scassare la Costituzione per rivoltarla in senso autoritario. E difatti l’espressione partito nazione è quella ricorsa più volte in questi giorni, come se nulla fosse, mentre essa è chiaramente ascrivibile alla teoria fascista dello stato."
(ilsimplicissimus2.wordpress.com)

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